Gli infortuni sul lavoro sono troppi, le morti sul lavoro indegne di un paese civile e di questo il sindacato si interessa. Morire per lavorare ,per di più per uno stipendio da fame non è attraente.
Questo I° maggio è dedicato alla sicurezza sul lavoro. Finalmente, da anni non avveniva.
Ma qualcosa stona, tanto più quando senti frasi ad effetto del tipo : "in 5 anni più morti sul lavoro in Italia che nella II guerra del Golfo". Eh sì, stona parecchio questo sensazionalistico accomunare cadaveri, quasi a suggerire che sarebbe meglio andare in missione in Irak piuttosto che lavorare in Italia, anche se la paga del soldato è indubbiamente migliore della retribuzione alla FIAT.
Questa retorica è un po' fastidiosa e ha una sola giustificazione: scoprire il valore salvifico della parola "sicurezza" coniugata ormai in tutte le salse da più parti.
Le morti bianche esistono da tempo, e mai come ora se ne parla, soprattutto dopo il disastro della Tyssen. Sono sempre troppe e ingiustificate le morti, ma se guardi le statistiche INAIL dal 1951 ti accorgi che infortuni temporanei e mortali sono oggi ai minimi storici. Incidenti mortali denunciati 3500 nel 1951 e 1200 nel 2005. In costante calo, non diversamente (anzi leggermente meglio) di quanto accada in altri paesi Europei.
Ma certo in Italia, dove c'è forse il piu' forte e diffuso sindacato europeo, c'è da chiedersi perché mai la situazione non sia ancora migliore di quanto appaia dai dati.
Cosa mai separi la realtà delle cose in Italia dalla dichiarazioni sensazionalistiche e allarmistiche che fino alla nausea vediamo riportate sulla cronaca dei quotidiani è tutto da scoprire.
Solo un dubbio: vedi mai che essendo la situazione piuttosto sgangherata, tutti si affrettano a piantonare e circoscrivere la propria zona di privilegio urlando a più non posso parole d'ordine di corto respiro ma che fanno presa come gli specchietti sulle allodole ?
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giovedì 1 maggio 2008
Incidenti e morti sul lavoro in Italia
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