domenica 25 maggio 2008

Memorie dal nucleare, Nuclear pow(d)er



Il ginkgo, il più antico degli alberi, vive sulla Terra dall'era dei dinosauri.

Dicono che le sue foglie a ventaglio calmiano l'asma, il mal di testa e gli acciacchi della vecchiaia.


Ed è inoltre provato che quelle foglie sono il miglior rimedio contro la cattiva memoria.
Quando la bomba atomica trasformò la città di Hiroshima in un deserto annerito, un vecchio ginkgo cadde fulminato vicino al centro dell'esplosione. L'albero rimase calcinato come il tempio buddista che proteggeva. Tre anni dopo, qualcuno scoprì che una lucina verde spuntava nel carbone. Il ginkgo aveva buttato fuori un germoglio. L'albero rinacque, aprì le braccia, fiorì. Quel superstite della strage è ancora là.
La Jornada, di Eduardo Galeano

Se anche siete più ottimisti di me, se vi sentite anche molto più realisti di me, vi suggerisco di piantare qualche ginkgo qua e là. E' uno albero splendido, dai colori entusiasmanti, imponente. Resiste a qualsiasi temperatura, combatte l'inquinamento, decora l'ambiente.
E' fuor di dubbio un ottimo esercizio per la memoria che, il tempo, sbiadisce nell'oblio.



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