lunedì 26 maggio 2008

Quando Coop e Cgil inciampano nell'infortunio sul lavoro






La storia ha del surreale.

Il tema degli infortuni sul lavoro è una ritualità più che un impegno imprescindibile.
Da un annetto il tema è al centro dello sdegno di tutti e naturalmente in questa eco sdegnosa (sempre doverosa) si sono distinte le organizzazioni dei lavoratori e i loro intellettuali.
Così, nell'ordine, i sindacati di sinistra, i quotidiani di sinistra, i politici di sinistra, i datori di lavoro inclini a sinistra, guidati dal Presidente della Repubblica con un discreto passato di sinistra e seguito ora anche dalla Confindustria (la più di sinistra che abbiamo mai avuto).
Era ora, verrebbe da dire.

Ma un manipolo di studenti ti combina un bel guaio. Trova che in un area di proprietà della CGIL (sindacato di sinistra), una impresa delle Coop ( organizzazione di sinistra) lascia lavorare i cooperanti (si pensa di sinistra) come funanmboli malamente appesi alle impalcature e senza casco.
Interpellato un sindacalista dei lavoratori edili, questo commenta sdegnato il video: non hanno il casco! Salvo poi rimanere imbarazzato quando apprende dai giornalisti in erba che si tratta di robe di casa sua.
Sconcerto e balbettii, non più tuoni e fulmini.

C'era in effetti l'impressione che tutta la campagna delle morti bianche fosse un (sacrosanto) tentativo di recuperare consensi là dove si stanno perdendo, anche se la realtà italiana è ben meno tragica di quel che sembri. E che anche ci fosse l'idea che per fronteggiare tutte la campagna sulla sicurezza dei cittadini, si rispolverasse un vecchio cavallo di battaglia: gli infortuni sul lavoro.

Adesso come la mettiamo con un committente (di sinistra) e un datore di lavoro (sempre mancino) che dell'antiinfortunistica se ne sbattono ? Risposta pronta: colpa di chi verifica e anche un po' dei lavoratori. Ma va !?

La mettiamo insomma male, ma bene per i futuri e giovani giornalisti che non si sono accucciati in preghiera e riverenza di fronte al santino di turno, gravido di palese imbecillità.

1 commento:

andrea ha detto...

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