Impazza sul web la dichiarazione dei redditi del 2005.
Bloccata la pubblicazione da parte del Garante sulla Privacy per accertamenti , già un nutrito stuolo di internauti golosi erano riusciti ad accedere al sito dell'Agenzia delle Entrate e a scaricare gli elenchi , ora come un immenso network si scambiano gli elenchi sul web via peer to peer con emule, torrent o rapidshare.
Sono sorti anche blog favorevoli alla pubblicità su internet e in effetti c'è da chiedersi per quale motivo il garante, cosi' esperto in problemi riguardanti la privacy su internet, abbia agito come un megafono piuttosto che come pompiere.
La legge è chiara in materia di pubblicità e certo non poteva nel 1973 prevedere che una pubblicazione, diretta a chiunque ne facesse richiesta, dovesse essere soddisfatta con la penna d'oca. Infatti a molti l'idea della pubblicazione piace.
I sondaggi dei principali quotidiani Repubblica, Corriere e Stampa mostrano che i naviganti hanno gradito la mossa di Vincenzo Visco e si dichiarano favorevoli alla pubblicazione degli elenchi. Sono sorti anche blog favorevoli alla pubblicità con facile accesso.
Molti commenti favorevoli sottolinenano come questo sia una trasparenza necessaria , tra le tante necessarie in Italia.Ora la caccia è iniziata e la fratellanza di internet ricostruisce la fisionomia censurata dal Garante. Un semplice database o anche excell e sarà possibile ricostruire per chiunque una delle più aggiornate statistiche sul profilo dei redditi in Italia, una manna per gli amanti della Curva di Lorenz o delle statistiche del Gini.
C'è , inutile dirlo si fiuta anche un piacere anche rancoroso in questo compulsare collettivo, ma si respira anche un che di liberatorio . Le informazioni sono accessibili come non mai ed è un bene che lo siano. La pubblicità degli atti pubblici dovrebbe essere pienamente soddisfatta come già accade in altri paesi e non essere farraginosa come tutt'ora appare.
Mai amato molto Vincenzo visco e certi suoi bizantinismi fiscali, ma bravo Visco per aver scalfito l'omertà e interpretato appieno lo spirito della legge.
Molti commentatori asseriscono che si sia trattata di una mossa velenosa dell'ex Ministro, in realtà guardando i tempi la cosa non pare veritiera: gli elenchi riguardano i redditi degli italiani del 2005, quindi le dichiarazioni sono del 2006 e gli accertamenti dell'anno successivo (2007). Il Ministro dovrebbe presentare gli elenchi nell'anno successivo ovvero il 2008, cioe' quest'anno.
Quel che ci si chiede piuttosto è perché i ministri precedenti non l'abbiano fatto per le dichiarazioni dal 2000 al 2004 e , anche di riflesso, perchè il Garante non abbia mai impugnato la vecchia normativa del DPR 600 , pur avendo effettuato dei rilievi al Comune di Bologna già nel 2007 su istanza delle associazioni dei commercialisti.
L'elenco delle vischiosità e delle ombre in merito alla trasparenza sulle questioni pubbliche è lunga e riguarda molti aspetti: dai bilanci comunali e degli enti territoriali fino alle Onlus che raccogono soldi pubblici senza presentare un bilancio e piu' in là fino alle OOSS che non sono tenute a presentare alcunché.
Sarebbe ora di risolvere questioni che in altri paesi sono risolte da tempo e senza tanti drammi, semmai con orgoglio.
giovedì 1 maggio 2008
Contribuenti sul web, la vendetta di e-mule
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Vincenzo Visco
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