lunedì 22 dicembre 2008

L'Italia part-time, la nave dei folli






Abbiamo una classe dirigente di sconsiderati, che rasenta la follia. Non solo la follia dell' egolatria del neomonarca, ma diffusa.
Dopo l'esperienza della flessibilità-precariato istituzionalizzata a metà degli anni '90, dopo l'introduzione in prova della detassazione degli straordinari (in un mondo che era in sovrapproduzione) ora ci si inventa il part-time di massa. Non la sola riduzione dell'orario di lavoro, ma proprio il part time che presto si tradurrà in job sharing con la distruzione degli investimenti (meno unità di lavoro, meno spazi di lavoro necessari, meno macchinari). Un mostro che sta tra il sabato fascista (introdotto nel 1935 per dedicare le forze del lavoro alla ginnastica, nel caso odierno alla Tivvu') e l'autosospensione di parte dello stipendio.

Il part-time fu teorizzato negli anni '80 soprattutto per assicurare alla produzione e ai servizi quelle quote di popolozione (soprattutto femminile) una entrata nel mondo economico. Non entrò praticamente mai a regime, se non parzialmente nella pubblica amministrazione e in quote dei servizi . Gli industriali lo osteggiarono sempre perché costava troppo e introduceva (pensiero loro) una scarsa fedeltà all'azienda e ulteriori rigidità. Era una cosa intelligente, ma in Italia buona parte del lavoro è un continuo straordinario in nero o non pagato e il part-time di fatto limitava queste opprtunità di intensificazione produttiva.

Di fronte a questa crisi del 2008 rispunta (su idea tedesca, dove già la settimana lavorativa è più corta della nostra, e la sovrapproduzione maggiore) l'idea di usare in via straordinaria il part-time, ma sulla base estesa di riduzione dell'orario di lavoro. Questo altro non è che un modo meno traumatico di far digerire la disoccupazione crescente e di spalmare le difficoltà ; teoricamente suddividere le difficoltà non è cattiva cosa, ma qui l'aria è quella di un senso unico.

In Italia la proposta trova ampi e garruli consensi , dalla moribonda Rifondazione dei transgender alla destra estrema populista, fino al sindacato ormai cadavere.
Ovviamente è un mezzo per limitare i costi economici delle aziende, della PA, del consenso politico. Non fa nulla per risolvere la crisi, semplicemente la allunga.

E' l'ennesimo tentativo per mantenere quei profitti stratosferici che hanno già causato in tutto il pianeta quel disastro che viviamo abbassando all'osso il costo del lavoro. In Italia una simile sciagurata misura, dopo anni che si predica che occorre lavorare di più, si tradurrà in una avvio dolce verso la disoccupazione di massa; gli investimenti si adegueranno alla nuova cifra scendendo precipitosamente e , come già per la flessibilità all'italiana, ogni nuovo posto di lavoro sarà dimezzato e i salari e gli stipendi pure.

La questione è molto semplice: la crisi rivela uno stato di sovrapproduzione mondiale in concomitanza di una accentuata propensione al consumo a debito; il debito ha trovato il suo tetto e le tasche sono vuote, consumano meno. I portafogli però sono grandemente ineguali, mai tanta disuguaglianza gira per l'occidente come ora e da 50 anni in qua , questo è un discreto esplosivo.
E la crisi di sovrapproduzione ha il suo limite proprio nella diseguale allocazione dei redditi e delle risorse.

Il paradigma monetario non è morto, ancora; i suoi sostenitori continuano ad usarlo svuotando dolcemente le tasche alle spalle altrui, proponendo un mezzo lavoro (e un mezzo stipendio) da qui ai prossimi almeno 10 anni con il medesimo modello di sviluppo. Mezzo lavoro è mezza scontentezza, quindi solo mezza incazzatura. Ma sempre disagio e fastidio restano. Si risparmierebbe così anche sulla cassa integrazione, toccando meno la tassazione.

Di investimenti e riconversioni ovviamente non si parla, perchè tutto questa idea di part time sarebbe una riforma a costo zero e i creativi preferiscono sposotare poste di bilancio piuttosto che mettere in movimento misure anticicliche reali per sostenere la domanda. Ergo si fa a metà, tra diseguali s'intende. Si allunga il brodo, si invita a berlo con le forchette , si finge che nulla accada e che i poveri iloti se ne staranno così lungamente beoti.

La media trilussiana sostiene che in Italia esista un risparmio a famiglia di circa 350 mila euro (8.500 miliardi aggregati dice Bankitalia). Quindi si può resistere, stiamo meglio come nessuno al mondo, verrebbe da dire.
Può essere che l'aggregato sia quello, ma è serissimamente in dubbioche la maggioranza delle famiglie arrivi anche solo a 10.000, visto che il 5 % della popolazione italiana non ha risorse per mettere pane e companatico a tavola.
E la minoranza ? La minoranza che possiede oltre i 350 K di sudati risparmi ?

I forconi intanto rispuntano, e non saranno certo usati per travasare il mare e bere il dolce brodino dei polli televisivi.

domenica 7 dicembre 2008

Panettoni, Capponi e Berlusconi


Qui, Italia, si cazzeggia: non si parla più di Robin Tax ma di Social Card; non di tagli necessari (province, emolumenti d'oro, tasse ai poveracci), ma di stanziamenti per la cassa integrazione; di 80 miliardi inesistenti per superare la crisi, ma si teme che il prossimo anno non si sottoscrivano i BOT ; di risparmi alla bolletta dell'Enel e della benzina (che decrescono da soli) , ma intanto si chiede a tutti di consumare e di impegnarsi in centrali nucleari; di tagli alla scuola (ipertrofica, è maledettamente vero) , ma non alla scuola confessionale che questa ultima è cristianamente incazzata.
Iniziative creative a non finire.
Insomma qui si si vive con leggerezza ondivaga la vigilia di Natale, pensando a cappone e panettone, a torroni e a Berlusconi , ai regalini ai bambini buoni.

Qui, invece, qualcuno riassume quel che ci aspetta: la bassa corte , o , perchè no, un orto sul balcone.
Solo un pessimista ?


L'ultima bolla, i titoli di stato
di Zen lento

Da due mesi non è cambiato praticamente nulla. L'azionario (tranne il caso italiano) è ai medesimi livelli di due mesi fa, segnando un bottom possibile di periodo, e le materie prime colano costantemente a picco dopo la speculazione selvaggia degli ultimi 4 anni.

In realtà qualcosa avviene e sul fronte economico: le notizie peggiori si susseguono incessantemente, prime tra tutte la disoccupazione crescente e il blocco degli ordini e dei trasporti e la contrazione ovunque dei consumi che fanno crescere lo spettro della deflazione. Come già in Argentina, poi in Giappone nel 2002, ora anche in USA si stampano monete locali.

Ma c'e' un altro fatto importante che segnala l'avvio di una fase nuova . I titoli sovrani degli stati a lungo hanno raggiunto nuovi massimi, qualcuno sostiene che la Fed in Usa li compra. Negli Usa questo si traduce in un rendimento zero nei titoli a 3 mesi, e del 3% per i trentennali. In altre, imprecise, parole ci vogliono 33 anni per raddoppiare nominalmente il capitale investito, un P/E di 3,3. In Europa non è molto diverso.
E' la nuova, ultima, definitiva bolla dell'era moderna.

Questo è indicativo di come l'orizzonte dell'investimento si allunghi, di come di fatto la percezione sia quella di una "economia di guerra" da prestito quasi irredimibile e di come le cose volgano in modo del tutto simile al Giappone dell'inizio anni '90. I governi con risolutezza, o con titubanza caritatevole come in Italia, si preparano a varare misure straordinarie attingendo al debito pubblico che già ha superato il PIL (che decresce ovunque). La situazione è ovviamente peggiore là dove al deficit pubblico si cumula quello privato, come negli USA (dove consolidato dei deficit gemelli è ben sopra il 200 % del PIL).

Si apre così una finestra per i governi per l'emissione di titoli a servizio del debito crescente, a tassi bassi, e c'è da credere che l'anno prossimo le nuove emissioni nel mondo saranno assai elevate e assumeranno la connotazione di debiti forzati, poi l'inflazione potrà riprendere il suo corso e la rincorsa dei prezzi (e dei tassi al rialzo) riprenderà anche grazie alla ormai chiara tendenza a stampare moneta come ormai è palese in USA. Un rafforzamento più accentuato e temporaneo del dollaro, piuttosto governato, forse sarà il segnale del punto di arrivo temporaneo e di svolta.

Una sana inflazione è ora considerata una necessità ineluttabile, anche se le bocche restano cucite e lo spettro (soprattutto europeo) degli anni bui è storia guardata con terrore. Il tasso BCE è al 2,5 %, il medesimo del 2003 e tra i più bassi di sempre.

Negli anni '80 e ancor più negli anni '90 il paradigma del "meno stato e più mercato" intendeva spostare il debito verso i privati (USA, Inghilerra) nella speranza ideologica che i privati sarebbero stati più oculati ed efficienti della burocrazia. Questa ideologia (tutt'ora in auge tra i nipotini di Bush come mostrano le soluzioni raffazzonate di Silvio Berlusconi impegnato a fare shopping) in realtà non ha fatto che accrescere due debiti, spingendo sull'accelerazione monetaristica della propensione al consumo ; da qui deficit crescenti verso l'estero e in primis verso i paesi emergenti , drogata da tassi d'interesse artificiosamente bassi. I tassi di interesse sono costantemente diminuiti dal 1981 in poi , praticamente trent'anni e ora sono nei pressi dei minimi storici e ancora verranno tagliati un po'. Erano troppo alti allora, son troppo bassi da più di dieci anni.

Il paradigma monetraista, nella sua variante ideologica, è morto insieme ai fallimenti più o meno mascherati delle banche, ma ancora non è stato dichiarato cadavere e occorrerà attendere un prima che scompaia definitivamente dalla testa delle classi dirigenti e del parlar comune. Ha prodotto la più vistosa disuguaglianza e concentrazione di redditi dell'era moderna (profitti in poche mani, debiti aggiuntivi in moltissime) e il percorso inverso (la redistribuzione dei redditi) richiederà non pochi sforzi politici in occidente e molte scosse che pochi saranno disposti a trangugiare (aumento della tassazione in forma diretta o indiretta).

L'unico vantaggio, per così dire, è che la situazione è comune ad oltre la metà del globo e quindi i confronti , la rincorsa a metterci le pezze sarà relativamente più agevolata o giustificabile presso il proprio elettorato. Mal comune mezzo gaudio.

Per tutto il prossimo anno , se si hanno risparmi, stare investiti sul monetario a breve e iniziare ad accumulare sul tasso variabile o indicizzato all'inflazione e ai tassi d'interesse di durata più lunga (5/7 anni). Non è un granchè vista con gli occhi del passato e del presente, ma è la cosa più sicura se si attende una ripresa dell'inflazione.
Alla larga, lontanissimi, dal reddito fisso pluriennale (bund, Btp, o quant'altro ) , perchè con l'alzarsi dei tassi (inevitabile) e dell'inflazione perderanno valore.

L'orto e animali di bassa corte rimangono un piacevolissimo e redditizio hobby, per qualcuno una necessità.

venerdì 5 dicembre 2008

La crisi della gnocca





da il sole24ore 5/12/2008


Dopo l'Isola dei famosi sono entrate nel Palazzo dei famosissimi: Eleonora ed Emma De Vivo sono due gemelle che hanno nel curriculum la partecipazione al reality di Simona Ventura e probabilmente poco altro, a parte un'indiscutibile avvenenza. Sono state ospiti per un'ora a casa del premier l'altra sera, in quel Palazzo Grazioli dove passano i grandi della Terra, dove s'intrattengono i ministri sulle sorti del Paese e magari del mondo. Niente di male, se non fosse che è lo stesso Silvio Berlusconi a ricordarci spesso che lui è il premier, un'istituzione. Insomma, uno statista da trattare più come carica costituzionale che come persona. E non dubitiamo che Eleonora ed Emma abbiano interagito con il dovuto metus.

Il premier, si sa – quando torna solo uomo – è curioso e ama conoscere le nuove eroine della contemporaneità, che è poi solo il presente catodico. Ma i veri eroi di questo tempo di ferro – per dirla con Tremonti – in tv vanno poco e praticano, tra mille difficoltà, la religione del fare: sono gli imprenditori, magari piccoli e piccolissimi che al premier guardano con simpatia. Ma a Palazzo Grazioli se ne vedono sfilare pochi.

Presidente, ne incontri di più di Brambilla (anche quelli che non hanno i capelli lunghi e rossi).


giovedì 4 dicembre 2008

Mariastella Gelmini o Paola Cortellesi ?


Chiunque sia, recita benissimo.












martedì 2 dicembre 2008

Murdoch Sky Vs Berlusconi Mediaset





Viene da sorridere pensare che Murdock sia ormai un militante di sinistra. E viene da ridere alla risposta di Tremonti sui motivi dell'aumento dell'iva sui contratti Sky: evitare una procedura d'infrazione della Ue. Ma come ? Rete4 , con tanto di sentenze Ue, è ancora li' e nessuno muove un dito.

Non che di Sky , che pure ha telegiornali più completi e liberi di quelli del panorama nazionale, nel senso di TV importi granchè, ma questa guerra ha innervosito molto il Conducator : fa malissimo e brucia lo spot anti Berlusconi trasmesso a 4 milioni di clienti di Sky.

E anche il Foglio della moglie gli da addosso per questa sua improvvida trovata. E' tanto innervosito da apparire stanchissimo, incazzato , senza lo smile di prammatica. Ormai si smentisce un quarto d'ora dopo l'altro, salvo ogni tanto esclamare : terremo duro !.
Si percepisce il marasma. Certo l'idea che aumentino le tasse per tutti non è un gran risultato. Ma tutti se ne accorgono perchè nessun miracolo s'è materializzato da quando lui è apparso; anzi il sospetto è che porti sciagure (agli altri) ogni volta che va al governo. Che lo dica anche Sky che le tasse aumentano contro ogni promessa è solo la ciliegina sulla torta.
Eppoi questo fatto che un miliardario si scateni contro un suo pari è inaccettabile !

Anche il New York Times non ci va leggero con questa sua mania di intasare tribunali facendo causa ad ogni giornalista che non gli va a genio.
Non parliamo di CAI Alitalia , l'italianità salvata per 4 miliardi di costi aggiuntivi in groppa ai cittadini grazie ad una sfilza di fanfaronate, proprio mentre da tempo si sapeva dell'arrivo di una crisi pesantissima e gai' si contavano migliaia di casi di cassa integrazione e licenziamenti (si parla di luglio, non di ora che le cose ben peggiorano).
Proposta ? Tutti a casa: la sinistra, i direttori dei quotidiani nazionali, e pure Murdoch.

Tutto questo marasma non sara' certo colpa del malefico genio di Berlusconi, ma se l'uomo non ci fosse in questo frangente sarebbe un gran guadagno per tutti, visto che lastrica la strada di soluzioni assolutamente estemporanee, oltretutto in tempi in cui in ogni angolo del mondo ci si tira su le maniche. Dopo le promesse Robin Tax populiste per Banche e petrolieri (sic!), ora arrivano quelle vere, decisive per far fronte alla congiuntura: SKY, la Pornotax e fra un po' quella sul possesso dei cachi. Epperò ora i poveri avranno la carta di credito ricaricabile di 40 euro al mese, gli indigenti da 300 a 100o euro l'anno (se in famiglia sono 6) , nemmeno come gli assegni dell'amico Bush che sono serviti ad una cippa, nemmeno a risollevarne le sorti di impopolarità e men che meno quelle dell'economia.
E' l'ultimo singulto dell'agonizzante liberismo finanziario: eccovi le brioche !

L'uomo del cucu' ci sta tirando al fondo: massima la sua ideologia sepolta, scarso (chi l'avrebbe detto) il suo pragmatismo, gigantesco il suo nanismo politico, funambolico il suo trasformismo. Altro che statista.

Potenze straniere, per favore invadetici , noi trepidanti accattoni vi attendiamo !


PS: Non è che condivida tutto di Beppe Grillo, ci mancherebbe, però questa lettera aperta pubblicata oggi 4/12 sul suo Blog indirizzata a Rupert Murdoch è più che condivisibile. L'idea di regolamentare la rete che affligge i pensieri di Berlusconi, fa parte di quel fascismo dolce ed eterodiretto che è una campana a morto per la libera opinione e per la democrazia. Quando si dice regolamentare nel contesto berlusconiano ha il sapore del soffocare, chiudere, tassare. Identificare minacciosamente è peggio che identificare, che già ora chiunque può essere identificato tramite IP come mostrano le molte azioni della polizia postale.

Il monopolio di amici e amichetti sui media italiani da parte del sistema Berlusconi ottenuto, e mantenuto grazie anche alle leggi ad hoc da lui varate tramite ascari di varia natura, è una minaccia tanto seria da dover essere presa sul serio. In un mondo aperto, per quanto febbricitante, ogni parola spesa per chiudere internet dentro un angolo è un serio attentato. La vicenda di SKY TV è niente , confronto a quello che ci aspetta se le iniziative di Berlusconi & C snc andassero in porto. Anzi, in fondo si sa, ne più ne meno quello che nel mondo dell'informazione ufficiale accadde con il disastro di Bush in otto anni di falsi spacciati per verità.

lunedì 24 novembre 2008

Robe da Chiodi


Non fai a tempo a commentare sugli imbecilli, che già le schiere premono sul web.

Qui l'unico posto (il video su YouTube infatti è stato cancellato dallo staff del candidato) dove si puo' apprezzare il video di chi smania in Abruzzo di costituire liste e censimenti di elettori votanti, fedeli e presi per il collo con la promessa di un futuro. Come già di voti di scambio non ce ne fosse stato abbastanza in quella regione.

Alleluja !

"Lo scemo del villaggio" e gli imbecilli veri





Gli inquirenti si affrettano a dichiarare che in questo episodio non ci sono intenti razziali. E' una fretta non petita, anche se i 4 provengono da umili origini.
Alessandro Bruschi, 20 anni, barista; Matteo Pagliarani, 19 anni, impiegato in un laboratorio di analisi; Enrico Giovanardi, 19 anni, elettricista e Fabio Volanti, 20 anni, studente, hanno dichiarato di aver dato fuoco ad un Clochard per fare una bravata, dopo che già in passato l'avevano martoriato di scherzi.

Un tempo esisteva, per i lazzi e le bravate del paese, la figura dello scemo del villaggio. una figura tutto sommato tenera e innocua e pure gli scherzi erano per lo più innocui, anche se cattivi, visto che provenivano quasi dai pari.
Ora gli scemi del villaggio sono concettualmente spariti, stanno su isole di famosi a guadagnar quattrini sul villaggio globale, o girano per il talk show a propagare amenità o a proclamare profondi pensieri da luoghi insospettabili tipo "dio, patria, famiglia" con la borietta degli incompetenti che solo han la forza di uno staff di suggeritori e di un megafono catodico nei paraggi.

Poi ci sono dei malati psichici, dei giovinotti di famiglie normali, che si dilettano di piromania antropologica verso gli inermi e senza alcun apparente senso come i quattro giovinastri "normali" di Rimini. Tra orrore e sconforto, nemmeno si riesce a pensare quanta imbecillità covi in questo paese.
Una imbecillita per l'appunto "normale", media, diffusa.
Degli stupidi, con un tasso d'incidenza e di indecenza sempre più alto in tutte le categorie sociali, figli di un astio montato come maionese impazzita da campagne politico mediatiche, lievitate sull'insicurezza sociale crescente che richiede roghi.

L'unica classe che avrà successo, non è inutile ripeterlo, rimane quella degli accattoni; categoria in triste sviluppo demografico, anche se a fertilità nulla. Gli altri restano quel che sono, dei poveri imbecilli a sperare successi e soldi che via via mediamente si dileguano sotto la spinta della crisi.

Ma questo in Italia, contrariamente che all'estero, non si vuole proprio intenderlo, almeno finché i forconi della rabbia non saranno tirati a lucido, dopo che i bonus una tantum si saranno consumati in un battibaleno.

venerdì 7 novembre 2008

Zingari rapitori di bambini




Lo si sosteneva da tempo, come una bufala odiosa e insensata, supportata da molte evidenze e dalla storia. Ora questa storia è documentata anche in Italia: non esiste un solo caso di rapimento di bambini da parte dei Rom, dal 1986.
Solo l'enorme pregiudizio diffuso, la sgangheratezza del giornalismo nostrano e la politica dell'effetto facile poteva sostenere una simile bestialità per alimentare in un passato non lontano un clima di terrore mediatico.
Viviamo nell'Italia protofascista, ora aspettiamo non senza qualche preoccupazione il resto.



(AGO PRESS) “La Zingara rapitrice” è il tema di una conferenza stampa che si terrà lunedì 10 ottobre a Roma presso la sala Marconi della Radio Vaticana. Promossa dalla Fondazione Migrantes, sarà l’occasione per presentare una ricerca commissionata al Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale dell’Università degli Studi di Verona sui presunti tentati rapimenti, addebitati ai rom nell’arco di tempo che va dal 1986 al 2007 in Italia.

I casi sono stati individuati e analizzati partendo dalle notizie fornite dalla stampa nazionale e esaminati attraverso la consultazione dei fascicoli nei diversi tribunali italiani. principale che emerge dalla ricerca è che “Il risultatonon esiste alcun caso in cui viene commesso un rapimento. Nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta e provata oggettivamente.
Anche laddove si apre un processo, il fatto contestato viene sempre qualificato come delitto tentato e non commesso, le cui circostanze aprono ad una complessa valutazione - all’interno della quale possono a volte far capolino le categorie del senso comune - dell’esistenza o meno della volontà dolosa”.

La carineria del lampadato Berlusconi




"Obama è' giovane, bello e abbronzato".
.....



"La mia era una carineria. Se non hanno il sense of humour allora vuol dire che
gli imbecilli sono scesi in campo, che se ne vadano a...".

Signor Presidente di Bananas Berlusconi, all'estero tutti i quotidiani non sanno se sghignazzare o rimanere ferocemente offesi per la patente da imbecille che distribuice a destra e manca. Si arrovellano, tutti ne parlano, si interrogano sul suo fiuto di Capo di Stato.

Uno psichiatra, camuffato tra i tanti guardiaspalle nei paraggi, potrebbe esserle di grande conforto. Basta un bicchier d'acqua e una giusta, abbondante, dose di pastiglie somministrate al momento propizio.
Praticamente spesso.

giovedì 6 novembre 2008

Obama, Veltroni e i marxiani






Coraggio , dopo Obama "l'abbronzato messianico" secondo ineffabile gaffeur Berlusconi, dopo che Veltroni l'ha cacciato nella spazzatura del PD come innominabile, il Moro, alias Karl Marx, torna nelle riflessioni teologiche di un omonimo insospettabile che lo rabilita dalla critica roditrici dei topi.

A dire il vero il vecchio di Treviri era già stato recuperato da anni dal Gotha della finanza, la parte meno imbecille e meno suggestionabile dei nipotini marziani dell'ultraliberismo neocon e teocon che ripetevano a papera: liberalizza, taglia il lavoro, abbassa i tassi.

Riappare, e i suoi libri saranno presto rispolverati per quello che sono: ovvero ottime analisi.
Anzi, l'interesse è già montato.

lunedì 3 novembre 2008

Aspettando Obama, in famiglia




Ieri sono stato da amici.
Loro in pensione, i quattro figli, under 30, operai. Gente che lavora, che ha sempre lavorato, con poche bizze per la testa. Anche i figli ne hanno poche, a parte il Milan e un po' di esuberanza spesa nel fine settimana a cuccare ragazze in discoteca.

Quattro stipendi, tutti i figli in casa. Una famiglia all'antica, di origine contadine. Sanno cosa sia la fatica , non si ritraggono, e sanno anche che fosse la fame da piccoli. Non sono male 4 stipendi, son poco meno di 4500 euro. A testa , compresa una pensione , poco meno di 900.

Però l'azienda dove lavora la figlia, azienda esportatrice di pompe dosatrici, 45 addetti, ha avvisato: niente straordinari e ferie forzate non godute fino a dicembre ; commesse pari a zero, poi si vedrà che succede (ma cassa integrazione nisba, non ne hanno diritto); un altro figlio è proccupato, molta gente della sua azienda(materie plastiche) è stata lasciata a casa (contratti atipici) e niente straordinario. Lei , la mamma, teme per lui. Gli altri due ancora nulla, ma uno lavora nell'indotto auto (carrozzeria speciale 80 addetti) e gira molto meno di un tempo, le commesse si sono contratte di molto. L'ultimo fa l'idraulico in una azienda di 20 persone, ma le richieste di impianti, industriali e non, sono calati pesantemente. Resta la manutenzione.
A due passi da casa loro c'è un'azienda di medie dimensioni (200 addetti), che fabbrica cerchioni d'auto per tutte le case automobilistiche. Lavora da 25 anni senza problemi, ingrandendosi sempre, anche nei periodo di crisi; ora stanno lasciando a casa gli operai, in cassa integrazione a turno. Niente di buono quindi per la più grossa fabbica della zona.

La mamma ha un fratello, un piccolo imprenditore . Ha risparmi, il capannone, due o tre appartamenti. Da un anno non conclude nulla; ha lasciato a casa metà dei dipendentii da due mesi, sette su quattordici. Il ferro costava troppo ( filo d'acciaio) e i clienti principali non volevano sapere di aumenti di prezzo. I principali erano fabbriche di cucine e frigoriferi e i supermercati che gli ordinavano carrelli e cesti espositori. Crollo di 1/3 degli ordini. Fore di più.

La mamma (amministratrice di casa, come un tempo) dice che i loro risparmi si sono molto assottigliati, da due anni a questa parte, ma fa fatica a far capire ai figli (che han sempre lavorato fin dal 14o anno d'eta') che i soldi stanno finendo. Non sono spendaccioni , ma proprio, dice, non capiscono.
Il padre è in pensione, ne ha viste di peggio, e afferma, sorridendo con una piega amara: torneremo a riso e latte. E guarda l'inico figlio presente alla conversazione che sorride affettuosamente, ma lo occhieggia come se l'affermazione fosse quella di un marziano.

Gente quieta, serena, lavoratrice, abituata alle difficoltà. Ma vedono nero, nero nero nero.
L'orto è curato come non mai, il pollaio ha un po' più di ospiti che non un anno fa. Anche la legna sotto il portico è aumentata, perchè il gas costa molto e loro ancora usano una vecchia stufa su cui cucinare e che riscalda tutta la grande cucina in cui per lo più vivono e si incontrano di giorno.
"Anche l'acqua è aumentata", mi dice, "l'ultima bolletta, a parità di consumi, mi è costata il 35 % in più. Sai, solo li' 75 euro in più, di botto! . 5 di qui 20 di di là, la pasta che costa 4.000 lire (quasi due euro), una follia. Sto attenta a tutto, più di prima, ma non c'è nulla da fare".

Il caffé è buono, ci guardiamo negli occhi mentre lo sorseggiamo. Qualche mosca gira ancora per la stanza, l'acqua della polenta sta sulla stufa a bollire. Gli occhi brillano, tra poco tutti rienteranno per la cena e già la TV parla del Milan. Sorridono, ma se guardi bene un velo di tristezza percorre il locale come un fumo che irrita e intristisce gli occhi.
C'è un gran rassegnazione nelle parole, nessuna cattiveria.

"Che dici, Accattone, vincerà Obama in America" ?

"Credo si sì, sono stufi anche là, ma per noi temo cambierà ben poco"

"Già ! ..."

Lei riprende a stirare sospirando. "Domani i ragazzi han bisogno degli abiti da lavoro".

giovedì 30 ottobre 2008

I "facinorosi" di Mariastella Berlusconi

Provate a indovinare, chi sono i facinorosi e chi i manifestanti pacifici?
Fate uno sforzo, dai, non è difficile...




Vabbé, la vita non è così semplice e una manifestazione non è un evento in discoteca per signorine o una partita di calcio, ma voi, ragazzi, imparate a riconoscere i fascisti. Non sono pochi, si sono riciclati in Parlamento e al Governo, ora riscendono anche in piazza.
Si sono allenati ieri nelle borgate con le mazzate contro gli immigrati e ora vanno al sodo.

Per fare che ?
Come al solito per far casino e avere titoli sui media, interviste dove sproloquiare della loro "democrazia", per pestare, per infiltrarsi per creare disordine che poi chiama ordine. Son sempre contro il sistema, loro, anche contro la Gelmini. Ma è storia vecchia, il Duce gli manca un sacco, non ne fanno mistero, rivogliono il loro piccolo Cesare.

Voi comunque stateci attenti, quelli son organizzati e non hanno peli sullo stomaco.
Pulitini al governo , scaciati e amiconi in piazza, pare proprio non cambino mai: manganello, mazza e un occhio per la Polizia un tantino "distratta".

Mi raccomando eh, fotografateli con attenzione e sappiate, anche nella inevitabile confusione del momento, scegliere con intelligenza i vostri compagni di viaggio.


martedì 28 ottobre 2008

Mariastella Gelmini: le palle della ministra






La scuola italiana è un puttanaio, come l'Alitalia. Solo che è più grossa, più inefficiente, più costosa.

Troppi docenti malpagati (in tutta Europa e nel mondo accade il contrario), sempre più carica di welfare malinteso : per vicariare la disoccupazione intellettuale, per offrire la supplenza alle famiglie, per sostenere il valore legale di titoli di studio che nella realtà non hanno domanda, per alimentare l'idea che questa scuola di schiappe offra una vera uguaglianza.

Su queste inefficienze, evidenti da molti lustri, si sono anche costruiti business appositi e paralleli: il prolificare di corsi di formazione che avrebbero dovuto qualificare l'offerta avvicinandola alla domanda; roba finanziata da CEE, regioni a favore di sindacati, docenti doppiolavorsiti, strutture di confindustria o anche business privati. Tutti soldi buttati da tutti. Dopo il diplomificio il corsificio.
Tutte balle , tutti sprechi ulteriori, perchè la domanda era rigida da anni; la ridotta dimensione e la struttura famigliare della impresa nostrana (un po' mafiosetta) , non è in grado di assorbire questo eccesso di titoli legali e non.
Infatti i giovani per lo più son stati assorbiti parzialmente in lavori spesso dequalificati (call center ad es., ma anche precariato scolastico) , per gli altri hanno pensato i parenti , i corsi inutili pagati per la frequenza, l'emigrazione intellettuale nei casi migliori.
Con una struttura media di 15 addetti l'economia italiana non sa che farsene di gente istruita, sa benissimo che quel che le serve è la famiglia d'origine , le sue conoscenze sociali, la capacità di occultare redditti dei membri.

Detto questo, resta da capire perchè mai la maestra in sbiadito antrace del governo , la ministra Gelmini, abbia mai avviato la doverosa necessità di mettere mano nell'istruzione accentuando tagli proprio all'eccellenza del nostro sistema scolatico nel mondo , ovvero la scuola elementare, facendolo percepire come una liquidazione.

E' un mistero perchè sia proprio concentrata lì , di soppiatto e con un diktat ultradecisionista. Grembiulini, maestri in eccesso e plessi incasinati, scuole differenziali per stranieri. Questi erano gli argomenti (anche di buon senso, eccetto l'ultimo) che hanno invaso i media anche per sua colpa prima della presentazione in aula del decreto.

L'unica spiegazione è che la ministra, subito beccata a predicare bene della meritocrazia nordista e ad aver razzolato male nella sua vita privata sudista, abbia scelto malissimo i suoi obbiettivi politici e tecnici partendo da quello che reputava il ventre più tranquillo: lescuole elementari. Sotto l'egìda di un calcolo errato, tutti le si son rivoltati contro, maestri (circa 250mila) , genitori.

Da qui, man mano che si diffondevano le intenzioni dei tagli nella istruzione (in via generale assolutamente necessari, ma propinati pare alla carlona), nel ginepraio della scuola, è partita l'onda anomala che sta logorando il consenso verso il governo. I ragazzi, i bamboccioni e bamboccini, le famiglie minacciate di veder sparire il parcheggio o un ipotetica possibilità di un garantito titolo di studio, i docenti malpagati e spesso nullafacenti (non i maestri, dei quali tutti si rammentano subito dopo mamma e papà) . Tutti inviperiti, a destra e a sinistra, e pure al centro. Cattolici e ultralaici.
Un macello.

Non è una novità, ci provarono in molti, anche la sinistra 8 anni fa (con minor piglio decisionista e senza l'ègida di nessuno) con scarso risultato, e prima della sinistra ci provarono altri.

La ministra con le palle e il suo governo, però han deciso che "no paseran!", escludendo qualsiasi confronto col mondo. E l'onda cresce, come il gran casino su cui l'opposizione cerca di mettere ovviamente il cappello.
Nè più nè meno come accadde, a parti invertite, anni fa contro la riforma Berlinguer. E ancora non è stata messa mano a quella galassia incasinata che è la scuola secondaria, la vera scuola del diplomificio del niente, la regina del vuoto pneumatico, il segmento più disastrato forse della catena dell'istruzione.

I confronti tra le parti in Italia sono ormai cose da gioppino, lunghe riunioni senza senso. E' vero spesso, ma la ministra Mariastella Gelmini proprio non sa indirizzarli e poi semplicemente non li vuole i confronti, come buona parte di un governo del "faso tuto mi !", zeppo di avvocati di famiglia finalmente giudici.

Non è che abbiamo a che fare con una Thatcher, magari ! verrebbe da dire, semplicemente stata infatti paracaduta lì a far da esecutrice. A guardar bene, e a posteriori , non è che ci ha le palle , semplicemente le sbatte sul tavolo con fragore, come molti manager che nell'azienda passano per caso e devono farsi valere nel breve tempo che gli è concesso.

Ha combinato più disastri lei politicamente oggi per la sua maggioranza, che l'intera crisi economica.
E a destra lo sanno. Alcune idee sono condivisibili, ma il parere mediatico sulla competenza politica del Ministro è inappellabile: bocciata !


aggiornamento @ 22

leggo questa fantastica dichiarazione di Berlusconi" riportata da Adnkronos:

"Dopo aver ribadito che diversi sondaggi lo danno "miracolosamente al 72%", ha poi affermato che "invece la vicenda della scuola ha portato a qualche perdita di consenso nei confronti del ministro Gelmini e del governo dovuta ad una vasta azione di disinformazione".
Secondo Berlusconi "si e' mentito e si continua a mentire spudoratamente sul decreto, con tutte le modifiche che invece sono sacrosante, dovute al buon senso".


Tagliate definitivamente le palle a Mariastella, è solo questione di tempo e di occasione propizia per la sua messa in ombra.

martedì 21 ottobre 2008

Poveri ma belli, attendesi Patrimoniale






L'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) certifica la crescita della disuguaglianza in Italia a partire dal 1985/1990 (notare le date), e il suo impoverimento progressivo, nonchè la progressiva polarizzazione del divario ricchi/poveri.

Dal 2000 abbiamo fatto passi da gigante nelle disuguaglianze, sensibilmente peggio di altri paesi. I parametri dell'Ocse per le sue statistiche non sono particolarmente sottili, ma la fotografia è precisa. Siamo ancora al di qua di una situazione esplosiva (quella che prelude a disordini) , anche perchè alcune politiche sociali hanno frenato parzialmente l'impoverimento degli anziani, che tuttavia mancano anche del vigore necessario per spaccar testa a qualcuno.

Fino a 6 mesi fa la visone ottimistica, e per nulla preoccupata, si basava di statistiche del consumo: n. dei telefonini, televisioni, automobili per famiglia e altre amenità che facevano gridare ad un benessere nascosto , il resto era pura sfascisteggiante tendenza al pessimismo dei professionisti della politica.
Non era così e lo si sapeva da tempo, purché non si avessero fette di salame sugli occhi (e non si volesse stenderle su quelle altrui).
Fatto sta che le prima grida di dolore son venute dalla Banca d'Italia (2006), poi dalla Caritas (2008).

A dire il vero bastava l'esperienza propria e di vicini.
Dal 1990 (ma anche prima) è cresciuta la disoccupazione, i salari si sono bloccati, la moglie ( corretto secondo le quote rosa) ha iniziato sempre più a lavorare; poi le tasse son state ridotte proporzionalmente assai più per i ricchi già ricchi che hanno rimpolpato hedge e investimenti finanziari, la struttura industriale è stata fatta a fette, i salari reali si sono abbassati, l'occupazione si è fatta più precaria, il lavoro è diventato il saper fare corsi su corsi ( rammentate lo slogan essere imprenditori di sè stessi ?), i debiti con le carte di credito sono aumentati (sì, pure nellItalietta del risparmio), i vecchi industriali sono migrati all'estero e in casa si sono riconvertiti ad amministrare tariffe e gabelle dello Stato acquistandole a debito, le pensioni si sono allontanate nel tempo (misura incredibile quella di allungare l'età pensionistica e parimenti rendere precario il lavoro giovanile!... o fai uno o fai l'altro).

E naturalmente i vecchi son divenuti più vecchi, e più poveri visto che mantenevano figli fino a 40 anni. La moda degli anni '90 è diventata l'improperio all'immigrato, causa presunta del nostro difficile vivere (dimenticando che lavora al posto nostro e affitta o acquista tutta speculazione edilizia sorta dal 1997 in poi).

Comunque ora è certificato, evidente, lapalissiano. Concordano Banca d'Italia, Caritas e Ocse. Il Papa Vaticano ha già parlato ed evidenziato come mettere una multa sull'accattonaggio fosse una cazzata come cercare di orbare un cieco perché attraversa la strada col rosso.

Uscirne sarà difficilissimo e manca solo qualche spintarella che dovrà quanto prima essere avviata: una bella tassa patrimoniale per mettere in sesto la baracca e sgrassare un po' i capitali concentratisi in eccesso in poche mani. Se a partire dal governo scendi verso l'industria del credito, dell'immobile e della concessione, in Italia appare chiarissimo dove i soldi si sono concentrati.

Qualcuno si incazzerà di brutto al solo ventilare una patrimoniale (oltre all'aumento della progressione di quelle sui redditi ), ma non c'è scampo visto il nostro debito pubblico; non se ne parla visto che il miracolo di San Gennaro è ancora in piedi nonostante i voltafaccia dell'ultimo mese. Non se ne parla perchè questa giostra ha solo operato un trasferimento di ricchezza verso i ricchi e combinato null'altro.

Questo della patrimoniale, nemmeno ventilato, è l'imperativo categorico oltre gli aiuti di stato; questa la vera Robin Tax, prima che i giovani vedano chiaramente le fette di bresaola che gli sono state compresse sugli occhi e , questi sì pieni di vigore, si incazzino di brutto come tanti impiegati terminalisti sul lastrico (quanti saranno i bancari che dovran cambiare mestiere ?).

Son vecchio, accattone, e sedato dall'alcool, ma non vuol dire che sia l'unico cretino in un mondo abitato da exgeni (ora accattoni pure loro).


PS: questa non è una recessione, ma una vera e propria stagflazione (se non peggio). Ma nessuno "lassu'" ha il coraggio di dirlo e solo ora prende misure che poteva iniziare a prendere già poco dopo il 2001 quanado si pensò invece di detassare la vendita della case e le eredità dei propri rampolli.

lunedì 20 ottobre 2008

Cai Alitalia, Colaninno amoroso



Il subprime di casa nostra, 4 miliardi di euro di costi aggiuntivi per amore dell'italianità.
Du du du , da da da...




domenica 19 ottobre 2008

Storie di merda ad alto potenziale




Questa è la storia di un periodo, di un lungo periodo di 20 anni.
E' la vera storia di una generazione nata nata nel supply-side degli anni 70 e tracollata con i mutui subprime, è la la follia di un mondo di carta che già' aveva vissuto il suo 1929 sui grafici del Nasdaq, inabissatosi in tre anni del 90% dal 2000 al 2003.

La vicenda del Nasdaq fu un abbaglio collettivo, ma a suo modo aveva qualche idea economica di respiro, una giustificazione, per così dire, degna del III millenio.
L'espansione di internet, delle biotecnologie, del software su scala mondiale, dei media generava l'attesa iperottimistica che la rivoluzione dolce e pochi brevetti, allora ai loro inizi, potessero svilupparsi in un mercato quasi illimitato risolvendo la fame di allora: quella della comunicazione perfetta e democratica (e profittevole), generando una buona allocazione delle risorse economiche . Si parlo' allora financo di Finanza democratica, disponibile a tutti grazie ad internet.

All' iperottimismo di quei tempi faceva da contraltare una sofferenza di tutto quello che pareva vecchia e moribonda economia di fronte alla rivoluzione tecnologica che apriva il millennio.

Questa convinzione si appiccicò alle quotazioni sollevandole verso il paradiso. Dal poco di semplici idee e scarsi capitali, si prevedeva uno sviluppo gigantesco e a basso prezzo. Si immaginarono profitti conseguenti a cui fece seguito la moda delle dotcom. Ogni start-up raccoglieva in sè possibilità di sviluppo immense. Non c'erano prezzi, se non nei limiti dei portafogli.
Poi il tracollo delle quotazioni dell'intero settore e il ridimensionamento dell'ottimismo.

Ma questa, quella raccontata dal grafico, è una moda di merda, di semplice guano. Una storia che racchiude un modo distorto distorto di concepire l'economia nata negli anni 80.
Il grafico parte parte da lontano e parla di una intera generazione vissuta di finanza, nutrita di ottimismo e di profitti e spensieratezza crescente.
E' storia paradigmatica della principale azienda del pianeta, quella della finanza fertilizzata da tassi bassissmi del monetarismo , che si è insinuata ovunque e si costituisce nella madre di tutte le bolle.

E' questa la storia delle quotazioni di una azienda quotata nel 1990 a poco più di 1 dollaro alla borsa di New York, al Nyse.
L'azienda, la Potash Co., multinazionale dei fertilizzanti, è versione nobile della produzione della merda sintetica, un output assolutamente necessario per il nostro benessere che si trasforma in input necessario a rigenerarci, ne più ne meno come il nostro output rigenera il ciclo naturale.
Il mercati potenziali dei fertilizzanti sono le terre emerse non coltivate o sottoproduttive e la panciadella popolazione del mondo. Territori immensi. A apartire dalla caduta del Muro di Berlino e dell'avvio dello sviluppo il mondo ne ha ancor piu' bisogno, le masse potenziali sono enormi.

La merda è una commodity essenziale al pari del petrolio, più del petrolio, del grano e del riso. Senza fertilizzanti poco grano e riso, poca pancetta di maiale. La Potasch incarna quindi la moltiplicazione dei pani e dei pesci nel mondo della produzione e degli affari: un mercato in crescita, un grande potenziale.

Alla Potash intuiscono e si quotano. L'intuizione è perfetta e dal 1990 al 1998 (8anni) anche gli investitori intuiscono: l'azienda si espande nei mercati emergenti e le quotazioni crescono piu' di 10 volte (da 1,35 dollari a 14). Poi il mercato principale batte in testa ; è la crisi dei paesi emergenti e le quotazioni della Potash oscillano per 5 lunghi anni tra 8 e 14 dollari.

I fertilizzanti crescono di prezzo, ma ovviamente non del 1.000 % come la Potash, perche' razionalizzare l'agricoltura non è cosi' immediato. Diciamo che il mercato si è espanso, ma il consumo globale non è cresciuto tanto quanto i prezzi delle azioni della potach.
Fin qui la storia non è eccezionale, ancora si sta nella normalita' dell'eccesso, di quello che puo' considerarsi un caso di successo economico in mercati particolari e indovinati.

Intanto alla Potash aprono altri stabilimenti nel mondo, per lo più in paesi del vecchio III mondo. Il costo del lavoro è basso, la domanda è locale e la produzione allocata logisticamente in modo più vantaggioso.
Viene il 2003, gli emergenti si riprendono, come tutti i mercati, dalla congiuntura economica , ma la merda ha il pregio di essere una commodity, pari al grano, all'oro, al petrolio. Gli investitori istituzionali si indirizzano massicciamente dal 2003 verso le commodity e verso i mercati dei paesi terzi e quindi conseguentemente anche verso la Potash.

E' da allora che alla Potash sul Nyse avviene l'impossibile.
Dal 2003 le quotazioni partono dai 10 dollari e crescono geometricamente fino a 240 nel 2008 il 2.400% in poco più di quattro anni, 24 volte. Da rimanere senza fiato.

E la domanda di fertilizzanti mondiale ?
Si' e no cresce del 35 % nello stesso periodo.

Cosa fa della Potash un miglior investimento dell'oro o del petrolio, del grano ? La fame di merda "potenziale", cui si aggiunge altra merda finanziaria che fiuta l'affare. Eh sì, perché questo percorso viene alimentato dalle Banche di Affari (quelle ora fallite o nazionalizzate) che riempiono ogni roadmap, decantando le lodi di questo mercato infinito in cui la Potash è produttore privilegiato.
Non solo, la Potash costruisce un cartello mondiale con altri produttori di fertilizzanti (si potrebbe dire le 7 sorelle di merda) per sostenere i prezzi e i fertilizzanti sembrano in una botte di ferro, assieme ai profitti attesi.

Poi nel secondo trimestre del 2008 la merda ricade sulla terra: le quotazioni da 245 dollari di giugno collassano fino 70 dollari in ottobre (e strada ancora ce n'e'), un meno 70 % in 4 mesi !
E la Potash finisce sotto inchiesta per aver costituito un cartello.

20 anni di profitti stellari, di commistione della fame con la finanza. Vent'anni, una generazione cresciuta sul guano e nella merda.
I denutriti ad alto potenziale hanno finanziato , senza saperlo, questo meccanismo demoniaco senza capo ne coda, la realizzazione postuma di quella fantasiosa teoria di Laffer (recuperata dall'800 e sviluppata dalla reganomics nell'80) secondo cui l'offerta crea la sua domanda (consumo) e si autaggiusta allocando meglio le risorse. Meno tasse, ampliare l'offerta, collocarla sui mercati.
Guano ideologico , droga collettiva dell'ultima generazione attiva di quarantenni, esplosa in un pugno di mesi in ricaduta sulla terra. Non senza disastri , come sempre quando si genera un input senza output.

PS: su internet trovate la documentazione, non metto links, mi parrebbe di fare una indebita e cattiva pubblicità.

sabato 18 ottobre 2008

L' Isola finanziaria del Dottor Moreau




La finanza creativa brinda, grazie anche alle meravigliose polizze Index Linked, distribuite a piene mani tra risparmiatori piccoli e grandi. Strumenti di distruzione di massa dei risparmi e grandi affari per emittenti e banchieri.
(es. a fianco).

"Nonostante la crisi finanziaria e gli aiuti concessi dall'amministrazione Bush per evitare il fallimento, sei grandi banche di Wall Street, tra cui Goldman Sachs e Citigroup, ricompenseranno i loro top manager per il loro lavoro svolto nel 2008 con stipendi e bonus dal valore complessivo di oltre 70 miliardi di dollari. Lo rivela oggi il quotidiano britannico The Guardian.

Il governo di Washington ha varato un piano di salvataggio delle banche da 700 miliardi di dollari, ponendo come condizione proprio il taglio degli stipendi d'oro. Le pressioni sulle banche Usa per tagliare i bonus annuali per i top manager sono aumentate ieri dopo che la tedesca Deutsche Bank ha fatto sapere che in molti, tra i suoi alti dirigenti, hanno deciso di seguire l'esempio dato dal loro amministratore delegato Josef Ackermann, che ha rinunciato a svariati milioni di euro di bonus.

Ma anche i banchieri della City se la ridono, nonostante la crisi. Secondo quanto scrive oggi The Independent, questi non hanno infatti perso finora un solo penny, e andranno a intascare complessivamente 16 miliardi di sterline di bonus, piu' o meno la stessa cifra dell'anno precedente.

I bonus nel settore finanziario britannico sono piu' che triplicati negli ultimi cinque anni, passando dai cinque miliardi di sterline pagati nel 2003 ai 16 di quest'anno, suddivisi tra circa un milione di impiegati nel settore. A beneficiarne pero' sono soprattutto i top manager, che intascano bonus a sette cifre. Lo scorso anno Bob Diamond, il presidente di Barclays, il cui stipendio base era di 250mila, ha guadagnato in bonus 18 milioni di sterline."

Ovvero il remake di H.G.Wells


The Guardian

Financial workers at Wall Street's top banks are to receive pay deals worth more than $70bn (£40bn), a substantial proportion of which is expected to be paid in discretionary bonuses, for their work so far this year - despite plunging the global financial system into its worst crisis since the 1929 stock market crash, the Guardian has learned.

Staff at six banks including Goldman Sachs and Citigroup are in line to pick up the payouts despite being the beneficiaries of a $700bn bail-out from the US government that has already prompted criticism. The government's cash has been poured in on the condition that excessive executive pay would be curbed.

Pay plans for bankers have been disclosed in recent corporate statements. Pressure on the US firms to review preparations for annual bonuses increased yesterday when Germany's Deutsche Bank said many of its leading traders would join Josef Ackermann, its chief executive, in waiving millions of euros in annual payouts.

The sums that continue to be spent by Wall Street firms on payroll, payoffs and, most controversially, bonuses appear to bear no relation to the losses incurred by investors in the banks. Shares in Citigroup and Goldman Sachs have declined by more than 45% since the start of the year. Merrill Lynch and Morgan Stanley have fallen by more than 60%. JP MorganChase fell 6.4% and Lehman Brothers has collapsed.

At one point last week the Morgan Stanley $10.7bn pay pot for the year to date was greater than the entire stock market value of the business. In effect, staff, on receiving their remuneration, could club together and buy the bank.

In the first nine months of the year Citigroup, which employs thousands of staff in the UK, accrued $25.9bn for salaries and bonuses, an increase on the previous year of 4%. Earlier this week the bank accepted a $25bn investment by the US government as part of its bail-out plan.

At Goldman Sachs the figure was $11.4bn, Morgan Stanley $10.73bn, JP Morgan $6.53bn and Merrill Lynch $11.7bn. At Merrill, which was on the point of going bust last month before being taken over by Bank of America, the total accrued in the last quarter grew 76% to $3.49bn. At Morgan Stanley, the amount put aside for staff compensation also grew in the last quarter to the end of August by 3% to $3.7bn.

Days before it collapsed into bankruptcy protection a month ago Lehman Brothers revealed $6.12bn of staff pay plans in its corporate filings. These payouts, the bank insisted, were justified despite net revenue collapsing from $14.9bn to a net outgoing of $64m.

None of the banks the Guardian contacted wished to comment on the record about their pay plans. But behind the scenes, one source said: "For a normal person the salaries are very high and the bonuses seem even higher. But in this world you get a top bonus for top performance, a medium bonus for mediocre performance and a much smaller bonus if you don't do so well."

Many critics of investment banks have questioned why firms continue to siphon off billions of dollars of bank earnings into bonus pools rather than using the funds to shore up the capital position of the crisis-stricken institutions. One source said: "That's a fair question - and it may well be that by the end of the year the banks start review the situation."

Much of the anger about investment banking bonuses has focused on boardroom executives such as former Lehman boss Dick Fuld, who was paid $485m in salary, bonuses and options between 2000 and 2007.

Last year Merrill Lynch's chairman Stan O'Neal retired after announcing losses of $8bn, taking a final pay deal worth $161m. Citigroup boss Chuck Prince left last year with a $38m in bonuses, shares and options after multibillion-dollar write-downs. In Britain, Bob Diamond, Barclays president, is one of the few investment bankers whose pay is public. Last year he received a salary of £250,000, but his total pay, including bonuses, reached £36m.

mercoledì 15 ottobre 2008

La rassicurante stagflazione nell'ampolla




Tutte le emergenze sbandierate l'anno scorso e quest'anno ( pedofilia, Immigrazione, Rom , omicidi, stupri, Alitalia poi) sulla stampa italiana erano semplice fuffa, se non truffa. Si distoglieva l'attenzione in modo del tutto ideologico da quel che accadeva e che è precipitato con un avvitamento negli ultimi 30 giorni.

Ci si chiede come mai di fronte a questa debacle del credito mondiale e delle borse in di tutto il globo, in Italia ancora cresce ancora il consenso verso la destra di Berlusconi e al suo governo.
Ci sono contingenze del momento, alcune buone e poche iniziative, e dotte spiegazioni politologiche, ma la questione è credo semplice. Nel bel paese razziato da pochi noti è fermo da 25 anni: la popolazione disperata spera nell'ometto come i fedeli di fronte al miracolo del sangue di San Gennaro. E' l'aspettativa di un miracolo coagulata purtroppo attorno a uno degli artefici dei malgoverni, che pure ha usufruito come mai di potere personale, diffuso e stabile.

Guai ad un popolo che spera in un salvatore unico, nei suoi miracoli, nel capello che cresce e nel tumore che scompare, nel suo sangue che gia' è una reliquia. Non avendo altro il nuovo santo sbandiera l'Italianità come speranza contro gli acquisti dei Fondi Sovrani di aziende italiane. Parla delle sue aziende, delle sue partecipazioni a rischio, avendo l'Italia ormai ben poche aziende di peso. Le prede dei fondi sovrani, se mai esistono prede italiane ambite, sono ben altre; un paio di banche, una fabbrica d'automobili, un paio di aziende energetiche, una assicurazione, qualche frattaglia che fa scarpe. Non abbiamo altro da tempo, queste aziende capitalizzano in pratica l'intero listino attraverso partecipazioni incrociate, in cui il nuovo Santo e i suoi uomini appaiono sempre, direttamente o di traverso. Poi c'e' il monopolio dei media, che ora in borsa vale poco più di 4 lire.

Intanto la povertà aumenta, aumenta invisibile da 25 anni, da quando il sacco fu avviato. Non esiste un solo individuo nato nel primo e nel secondo baby boom che non possa testimoniare di come le condizioni di vita della sua esistenza dagli anni '90 in poi non siano progressivamente peggiorate e inaridite.
E se il ricordo manca, le classifiche con altri paesi europei son li' a rammentarcelo.

Cè una strana ironia nelle affermazioni patetiche del Capo del governo Italiano che per commiatare l'amico Bush, lo elegge personalmente come il miglior Presidente di quella nazione. La storia dirà ,sentenzia forse pensando a sè stesso, al suo corpo tumulato nella faraonica tomba di famiglia.
C'e' una strana ironia in coloro che, nel suo partito, infarcito di ex avvocati suoi e di amici del ventennio, l'anno passato e nel presente,hanno tentato di riabilitare in chiave di strapaese un latitante come Bettino Craxi, anch'esso ampiamente colpevole di aver avviato, piuttosto che concluso, un processo nefasto di allegre finanze circondato da nani e ballerine.

Quando questa ideologia dell'antipolitica e della deregulation mondiale, del debito permanente difeso con le armi, cadranno d'incanto nella realtà italiana , temo che allora appariranno i forconi e il consenso muterà in cattiveria senza freni.

Si parla di una possibile entrata in recessione in questi giorni , ma in realtà già ci siamo da parecchi anni; quello che non sappiamo , e che si sussurra a mezza voce come scongiuro, di nascosto, è se ci toccherà di entrare nella camera tetra delle Depressione Mondiale. Il '29 ,quello dell'inizio della Grande Depressione è infatti sempre piu' evocato e temuto.
Un buco nero che macinerebbe vite, speranze, sostanze.

Per evitarla non c'è molto da fare, come ha dimostrato il governo inglese seguito al passo in modo piu' o meno titubante dall'Unione Europea e dal Tesoro americano: nazionalizzare, anche controvoglia. E speriamo che sia sufficiente una simile misura per arginare le difficoltà, per poterci consolare di una piu' modesta (sic!) e certa stagflazione. Difficilmente per evitare squilibri e tensioni.

Prodi e la sua coalizione di guitti appiccicati era niente, la sua severità contradditoria era nulla rispetto al disastro e alle perdite che stanno sotto gli occhi di questo meccanismo perverso del debito. Il suo pessimismo non bucava il video, ma era saggio quanto la coalizione mentecatta era divisa. Ora abbiamo invece una coalizione compatta , ma inguaribilmente più menteccata.

Anche la mitica classe media, in Italia assai ridotta a vantaggio dell'oligarchia del denaro, dell'immobile, e della concessione pubblica, ha visto i suoi risparmi liquefarsi e i posti di lavoro scricchiolare a rischio. Presto se ne accorgerà per quanto ci si affanni a ad ululare che si tratta solo dei tempi bui, che tutto è accaduto per colpa degli USA (e del suo piu' grande presidente di tutti i tempi).

Tutto il resto è propaganda di una ideologia morente che tira gli ultimi calci al vento , in occidente e in Italia, distribuendo brioche, nella speranza che i flussi di cassa , come il sangue di San gennaro, riappaiono dondolando in una ampolla ormai rotta.

Non sarà la morte del capitalismo, nè delle borse, nè dell'umanità, ma è caduto il secondo muro di Berlino, quello invisibile della dissipazione consensuale, avviata nell'epoca Reganiana , altro santino che in America i neocon hanno cercato di santificare insieme a Nixon giusto l'anno passato.

Purtroppo la cosa non avverrà senza scossoni e di mezzo cadranno i soliti accattoni a cui altri clochard si vanno aggiungendo.


Fotografia: "Mali" di Sebastiao Salgado

martedì 14 ottobre 2008

Di Notte i salmoni escono ... e vanno in città






Dicono che questa sia una società liquida, poi ti svegli è tutto trasformato in una sospensione di nebbie gassose. Anche la borsa, Moloch degli ultimi ventanni, arditamente si trasforma in un "incendio che va a picco", locuzione immaginifica.
Appaiono di questi tempi conversioni verso improbabili finanze etiche , su cui discettano gli stessi che che hanno costuito quelle non etiche; si affina l'occhio smarrito per il povero che pure sempre e' stato li' silente e sfigato; Scoppia, come un botto mediatico inusitato, la immancabile capacità storica di chi Urbi et Orbi avverte che "solo Dio è solido", per usare l'occasione di fare proselitismo divino.

Assisteremo a numerose conversioni ad U in futuro, ricche di vocaboli colti e rimescolamenti concettuali raffinati. Per la maggior parte false e interessate. Scopriremo il millantatore per via delle parole accompagnate dai gesti aristocratici, per la sua totale assenza precedente, per i comportamenti contradditori che richiamano sempre ai vecchi stereotipi. Vedremo pose ed abiti contenuti e studiati per mutare l'immagine , ora logora, e conseguirne una piu' consona ,patinata per i tempi.

Assisteremo però anche a mutamenti genuini, che si formano in pochi gesti o si fondano di poche parole, costruiti su immagini sincere che richiamano simpatia, condivisioni, disponibilità, . Ritorni di qualcosa che è andato perduto o stava per esserlo, disinteressati verso la precarietà.
Avanzeranno tra le pieghe della vita durante una passeggiata, si apriranno strada scostando le tendine di in una conversazione formale in un bar, esploderanno in un gesto muto e gentile alla Marcel Marceau.
Si leggeranno , perchè no, su un blog e assai di meno su un giornale lanciato nel teatrino di uno scoop.


Copio e incollo questo contributo rubato al blog Chiara di Notte, a sua insaputa. Non fidatevi mai del contesto per facili deduzioni o sommari giudizi.
Seguite il salmone , non scambiatelo per un sermone.




Perchè i salmoni risalgono il fiume ?
di Chiara di Notte

“Osserva la natura… ne trarrai insegnamenti che niente e nessuno ti potranno mai dare, Tündér, ne’ i grandi maestri di vita, ne’ alcun libro importante, perche’ siamo ospiti qui, e lo siamo solo per il tempo che ci sara' consentito di restare. Dobbiamo rispettare le regole… e' comunque il destino degli zingari di togliere il campo e partire e, bene o male, prima o poi ce ne andremo tutti.”

Eri vecchia, Nagyanya, quando te ne sei andata. Credo di non aver ricordo di te se non con i capelli argentati, la pelle avvizzita, gli occhi stanchi. Ma in paese c’e’ ancora chi ti ricorda giovane; una tua vecchia amica sopravvissuta alle vicissitudini ed anche un antico spasimante che riescono ancora a riconoscermi e che, quando m’incontrano, giurano che sono il tuo ritratto di quando avevi la mia eta’. Forse e' per questo motivo che, quando sono a casa, mi ostino ad assomigliarti il piu’ possibile; il mio abbigliamento, il modo in cui mi pettino ed un po' tutto s’ispirano a te.

Forse sara’ perche’ ti ho voluto un bene immenso, forse sara’ perche’ cio’ che ho fatto nella vita l’ho fatto anche per te, forse sara’ perche' mi mancano le tue mani che mi accarezzano i capelli, forse sara' perche' sei sempre nei miei pensieri, ma le parole che mi dicevi risuonano dentro come una musica eterna, e per me assumono il significato della saggezza.

Magari saggezza non era, magari eri solo una vecchia zingara ignorante che parlava dissennatamente, magari tutte le mie convinzioni sono errate, magari dovrei rivederle, modificarle, magari dovrei affidarmi a qualcuno… uno bravo, un maestro di vita che mi faccia leggere tanti libri, e che si curi di me smontando pezzo per pezzo tutte quante la mie convinzioni, che ne frantumi i cocci e li macini finemente fino a ridurli in poltiglia impalpabile, e poi la getti nel fiume, lasciandomi con niente in cui credere, niente da ricordare; un foglio bianco su cui scrivere una nuova storia, piena di nuovi sogni, e di nuovi dubbi.

Forse dovrei. Ma non posso. Non voglio.

Quando partii ero piena di dubbi e di sogni; ho percorso sentieri tortuosi, ardui, a volte pericolosi per giungere ad avere delle certezze, per giungere ad avere dei ricordi, per giungere a cio’ che sono, ora. Questa e’ la mia vita, non puo' essere altro che questa, e non mi va di ricominciare. Non ho la forza ne’ la pazienza per affrontare di nuovo il cammino.

“Il fiume scorre in una sola direzione”, dicevi Nagyanya, “dalla sorgente porta sempre al mare.”

E’ come la vita, e mentre tu arrivavi al mare, io scaturivo dalla sorgente. E adesso? Adesso in quale punto del fiume mi trovo? Dicevi che non era possibile saperlo “perche’ non tutti i fiumi hanno la stessa lunghezza.”

Avevo anche io i miei sogni ma adesso, a poco a poco, spariscono; vengono divorati dai ricordi. Non e’ giusto Nagyanya. Non e’ giusto. Tutti dovremmo avere qualche sogno che ci aiuti a sopravvivere, perche’ quando i sogni scompariranno, e ci resteranno solo i ricordi, allora significhera’ che anche il viaggio sara’ alla fine.

Ancora riesco a sognare, pero’… riesco ancora a farlo ma sento che non sara’ per molto. Presto anche io avro’ i capelli che da corvini diventeranno d’argento. Gia’ ho dovuto strapparmi un lungo capello che non era piu’ nero, Nagyanya; che significa?

Dimmelo tu.

Forse anche io, presto, avro’ la pelle avvizzita e gli occhi stanchi, e forse anche io, raccontero’ fiabe ai bambini... e di come l’acqua scorra in un unico senso. Ma l’acqua e’ eterna, Nagyanya, noi no. Lo hai detto tu: siamo solo ospiti, temporaneamente qui… presto ce ne andremo. L’acqua restera’ ma noi non ci saremo piu’.

Forse un giorno, fra moltissimi anni chissa’, qualcuno passeggiando per Tokaj incontrera’ una ragazza bruna con gli occhi chiari e dira’ “Sei il suo ritratto!”

Questo e’ il sogno che ancora mi resta, Nagyanya. Non sogno piu’ castelli principeschi immersi nel verde delle nostre colline, non sogno piu’ principi azzurri che vengano a destarmi, non sogno piu’ brutti anatroccoli che si trasformano in cigni, non sogno piu’ lupi cattivi, orchi, fate, streghe.

Tu per prima mi hai chiamata Tündér… Tundi… la fatina. Come posso dimenticarlo? E’ un ricordo questo, non un sogno. Come sono ricordi le cose che ho vissuto. La vita intera fino ad un attimo prima del presente e’ un ricordo. Non si puo’ sfuggire ai ricordi, essi ci inseguono e non esiste sogno nel quale rifugiarsi.

Cosa potrei dire alle mie sorelle che vivono nella citta invisibile? Che devono sognare e che devono dimenticare? E’ possibile farlo Nagyanya?

Dimmelo tu.

Come potra’ Dorina perdere il ricordo di chi le ha spezzato il braccio perche’ rifiutava di prostituirsi?
Come potra’ Mariska perdonare suo fratello che l’ha violentata?
Come potra’ Viola scordare di essere stata scacciata da casa per aver voluto tenere il suo bambino?

Come potra’ Karolin dimenticare l’indigenza in cui l'ha abbandonata il padre di sua figlia?

Cosa vado a raccontare a Dorina, a Mariska, a Viola, a Karolin? Che devono ascoltare le parole imbonitrici di chi nuovamente si propone con la fatidica frase “Io non sono come gli altri”?

Cosa posso dir loro? Che si deve scordare? Che si deve sognare? E soprattutto, come si puo' dimenticare e perdonare cio’ che hanno fatto a te, Nagyanya?

Ero fuggita anche per questo. Volevo giungere al mare ma non volevo seguire il flusso lento della corrente. Volevo arrivare dove eri arrivata tu, e volevo farlo in fretta. Volevo soffrire in fretta. Volevo capire in fretta…

Adesso forse ho capito. Mi sono conquistata le certezze sul campo di battaglia… forse. Nella lunga ed estenuante guerra contro i dubbi sono riuscita a vincere… credo. Ma c’e’ sempre qualcuno che ancora dice che dovrei ritrovare i miei sogni, scordare… perdonare. Ricominciare da capo.

Ma la vita non e’ qualcosa che si richiude su se stessa e che non lascia scampo, non e’ qualcosa d’immutabile, non e’ una prigione. Abbiamo un’unica cosa che ci appartiene veramente: il potere di decidere. Chi e’ che stabilisce che i sogni sono piu’ importanti dei ricordi? Chi e’ che determina che i dubbi sono piu’ necessari delle certezze? Chi indica le priorita’?

Dimmelo tu.

Nagyanya, dei sogni e dei dubbi non m’importa. Ne posso fare tranquillamente a meno. Non ho combattuto perche’ adesso ci sia chi, con un soffio, fa crollare il mio castello. Sono i miei ricordi e le mie certezze che fanno da cemento e che lo tengono su, e piu’ il cemento e’ forte, piu’ posso dedicarmi a quello che ha dato un senso alla mia vita.

Ricordi cio’ che dicevi? “I salmoni si affannano a risalire il fiume per tornare nel luogo dove sono nati, ed una volta giunti si riproducono e muoiono… non avrebbero bisogno di sprecare tante energie, pero' lo fanno. Forse sono dei ribelli che non accettano di rispettare le regole, oppure sono curiosi e vogliono trovare le loro origini."

Eccomi qui Nagyanya. Credo di essere giunta al mare e adesso sto risalendo la corrente. Come i salmoni, faticosamente, cerco di ritrovare le mie origini. So che quando giungero’ a destino potro’ andarmene in pace. Come ben sai sono sempre stata ribelle, ed anche curiosa, e credo di aver trovato la risposta alla tua domanda: i salmoni risalgono il fiume perche' loro, piu' di noi, hanno il potere di decidere dove morire.

lunedì 13 ottobre 2008

Toh, nel mondo si materializza l'accattone !




WASHINGTON (12 ottobre) -
La crisi finanziaria in atto, la peggiore dal 1930, rischia di mettere in ginocchio i Paesi emergenti, già alle prese con il caro energia e l'impennata dei prezzi degli alimentari. Dall'inizio dell'anno il numero dei poveri è aumentato di 100 milioni e il rischio «è che la cifra salga ulteriormente». A lanciare l'allarme è il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, spiegando come questa catastrofe è stata creata dall'uomo e sta noi ora trovare le risposte».


e poi:

Zoellick sottolinea come «la crisi in corso si è manifestata prima negli Usa e poi in Europa, con una reazione da parte della gente di confusione, poi di frustrazione, poi di rabbia e poi di paura. Queste reazioni naturali si diffonderanno nel mondo, visto che l'impatto della crisi di amplia. Queste reazioni vanno prese seriamente». Gli eventi degli ultimi mesi «hanno evidenziato la necessità di modernizzare il multilateralismo e i mercati per una nuova economia globale. È questo, e non di meno, quello che ci si aspetta da noi. La crisi attuale deve assorbire tutte le nostre energie e la nostra attenzione».

Se ne sono accorti anche alla Banca Mondiale. Si sapeva ovviamente da molto tempo di questa asimmetria esagerata , ma ora che lo spettro della crisi finanziaria mondiale ha accarezzato con la sua fredda mano i paesi occidentali si scopre che la situazione è decisamente pericolosa oltre che iniqua.

Gli accattoni aumentano ci colpo e pure le tendopoli nel cuore dell'Impero.

L'impronta della sicurezza Italian Style




(AGI) - Varese, 12 ott.

L'avrebbero picchiata a sangue dicendole ripetutamente pesanti frasi razziste come, ad esempio, "brutta marocchina di m...". Un episodio del quale si e' avuta notizia in queste ore e che sarebbe avvenuto nel primo pomeriggio di venerdi', attorno alle 14.30, nella zona del mercato, in centro Varese.


Vittima dell'aggressione ad opera di alcune coetanee una ragazzina di 15 anni, residente nell'Hinterland varesino, trovata sanguinante da un volontario dei City Angels che ha subito chiamato il 118. Sulla scorta della descrizione fornita dall'adolescente, i carabinieri hanno gia' denunciato a piede libero una delle ragazzine che avrebbero dato vita al pestaggio. Si tratta di una compagna di scuola. Anna, questo il nome di battesimo dell'extracomunitaria, ha riportato la frattura del setto nasale. Pare che alla base dell'episodio di violenza vi siano degli alterchi maturati il giorno precedente all'uscita dalla Scuola professionale di via Montegeneroso, a Varese, dove la vittima frequenta un corso per parrucchiera. Subito dopo essere salita sul bus, sarebbe stata insultata da un ragazzo che reclamava il diritto a quel posto. Poi si sarebbe intromessa un'amica del giovane e le due ragazze si sarebbero insultate, strattonate, graffiate. Al momento di scendere Anna si sarebbe sentita promettere ulteriori rappresaglie.
Venerdi' pomeriggio, stando al suo racconto, mentre si trovava nel piazzale dove si svolge il mercato cittadino, sarebbe stata avvicinata da una trentina di persone che l'avevano seguita sin dall'uscita da scuola. Quindi il violento pestaggio che sarebbe avvenuto in mezzo all'indifferenza generale dei passanti.

venerdì 10 ottobre 2008

Presidente Berlusconi, stia zitto !





Oggi il Presidente del Consiglio Italiano, Cav. Silvio Berlusconi ha ripetuto la sua perorazione di ieri per fugare il panico nella borsa italiana : "comprate ENEL e ENI !"

Risultato, in rigoroso ordine di apparizione:

ENEL -8,51 %
ENI -7,21 %

Niente più scongiuri, non bastano. Ci vuole un esorcista. E anche molto bravo.


PS: si soprassiede sulle altre amenità logorroiche odierne dello statista in materia di mercati.

giovedì 9 ottobre 2008

Quelle corna del cavalier Berlusconi





E' assodato, ormai l'uomo porta una sfiga pazzesca (alla popolazione). Ogni volta che viene eletto parte una recessione.
Nel 1994 (parte l'anno dopo) nel 2001 (partita poco prima) nel 2008 (è sotto gli occhi).


Ieri nella conferenza stampa per esporre le misure del governo, invitando a tener duro, e a non vendere le azioni disse :

"...abbiamo aziende che funzionano molto bene, che producono utili, come Enel ed Eni e Mediaset e c'è una Borsa che è staccata dalla realtà, a causa del panico che si è scatenato, le azioni vengono valutate meno del loro valore reale."
Ormai l'universo sa che il panico è tra banche, fondi ed Hedge Fund, i risparmiatori c'entrano ben poco. Morale, oggi alla borsa italiana, in rigoroso ordine di citazione:

ENEL -6,11 %
ENI -1,9 %
Mediaset (di famiglia) -0,96 %

Toccatevi e fate pure gli scongiuri, siamo in presenza di una potente iattura.

Wannnaaaa !

mercoledì 8 ottobre 2008

Lehman Brothers , i fratelli irresistibili e Groucho Marx







Per lo più agghiacciante, a tratti patetico, con una vena di comico (involontario).
Mi rammenta Marx (nel senso di Groucho) quando parlava delle sue avventure con i broker nel 1929.

Il sole 24 ore riporta la dichiaraziona integrale di Fuld, Ceo di Lehman Brothers (mediamente 75 milioni di dollari di retribuzione negli ultimi 8 anni), davanti alla Camera dei Deputati USA.


Ecco pochi stralci:

"Nessuno si era reso conto della portata o della grandezza di questi problemi né, tanto meno, di come il peggioramento delle attività legate ai mutui potesse letteralmente infettare altri tipi di attività arrivando a minacciare un intero sistema. Nell'aprile del 2006, il presidente Bernanke predisse per il mercato immobiliare un "possibile graduale indebolimento anziché un crollo netto". A marzo 2007 dichiarò invece: "L'impatto dei problemi legati al mercato dei subprime sull'economia generale e sui mercati finanziari sarà probabilmente contenuto". In maniera del tutto analoga, a luglio 2007, il segretario Paulson affermò che la crisi del mercato dei mutui "non avrebbe avuto ripercussioni sull'economia in generale", facendo eco alle opinioni espresse dal Fondo Monetario Internazionale. Inoltre, durante l'assemblea annuale degli azionisti di Lehman Brothers, io stesso affermai ciò che ritenevo essere assolutamente vero in quel momento, ovvero che il peggio della crisi per i mercati finanziari era ormai superato. Alla luce dei fatti, posso dire che sia io che molte altre persone avevamo torto."
"Per tutto il 2008, la SEC e la Fed hanno supervisionato regolarmente (a volte giornalmente) i nostri bilanci. Rappresentanti della SEC e della Fed erano sempre nei nostri uffici a monitorare le nostre attività quotidiane. Hanno visto ciò che noi abbiamo visto in tempo reale mentre esaminavano la nostra liquidità, i finanziamenti, il capitale, la gestione del rischio e i processi mark-to-market. Lehman Brothers aveva dei team dedicati che collaboravano con la SEC e la FED per analizzare le nostre finanze e i nostri processi di gestione dei rischio, rispondendo a tutte le domande e fornendo tutte le informazioni richieste, in conversazioni aperte con funzionari governativi esperti e dedicati.
Trimestre dopo trimestre, mese dopo mese, i funzionari hanno visto come abbiamo ridotto le nostre holding immobiliari, come abbiamo aumentato il pool di liquidità, come abbiamo diminuito l'indebitamento e rafforzato i livelli di capitale. Hanno analizzato i nostri rapporti di gestione del rischio che comprendevano le nostre coperture per ciascun segmento. Hanno visto il nostro processo mark-to-market e come effettuavamo le nostre valutazioni, incluse quelle su mutui e sulle operazioni immobiliari commerciali. Hanno verificato regolarmente i prezzi, sono venuti a conoscenza di tutto quanto stava accadendo."
Ancora piu' agghiaccianti i passi riguardanti la regolamentazione delle vendite allo scoperto. Si addossa a questa pratica un po' l'intera colpa (un capro espiatorio vero e proprio) dell'accaduto e alla incertezza della FED nel limitarla risolutamente . Notare, le vendite allo scoperto ovviamente le praticavano anche alla Lehman.

Poi:
Ora abbiamo l'opportunità di creare un nuovo sistema normativo e di "best practice" per un mercato efficiente e organizzato. Questi nuovi approcci devono fungere da incoraggiamento anziché impedire gli investimenti globali nei mercati finanziari. Norme eterogenee e in continuo mutamento creano un sistema di mercati finanziari che non danno fiducia agli investitori o ai soggetti coinvolti. Serve un insieme unico di norme trasparenti per tutti i soggetti partecipanti al fine di ottenere un mercato equo e organizzato. È necessario osservare le regole e applicarle in modo uniforme, non in maniera selettiva, pena il rischio che i principali mercati finanziari non risultino attrattivi per gli investitori. Una perdita degli investimenti nei mercati avrebbe infatti conseguenze enormi per questo Paese e per i cittadini americani.

Morale, tutti questi staff di miliardari e supertecnici non capiva nulla di quel che accadeva, per lo meno a partire dal 2006 e fino al 2008 inoltrato, cervello intasato da ideologia e deregulation.

E alcuni erano pure esperti sulla grande depressione del 1929 e tutti conoscevano la vicenda giapponese della crisi immobiliare degli anni '90. E ancora, loro, strologano di costruire un mercato efficiente. Ma lo è mai stato, mai visto un grafico di borsa ?

Veri professionisti.