lunedì 22 dicembre 2008

L'Italia part-time, la nave dei folli






Abbiamo una classe dirigente di sconsiderati, che rasenta la follia. Non solo la follia dell' egolatria del neomonarca, ma diffusa.
Dopo l'esperienza della flessibilità-precariato istituzionalizzata a metà degli anni '90, dopo l'introduzione in prova della detassazione degli straordinari (in un mondo che era in sovrapproduzione) ora ci si inventa il part-time di massa. Non la sola riduzione dell'orario di lavoro, ma proprio il part time che presto si tradurrà in job sharing con la distruzione degli investimenti (meno unità di lavoro, meno spazi di lavoro necessari, meno macchinari). Un mostro che sta tra il sabato fascista (introdotto nel 1935 per dedicare le forze del lavoro alla ginnastica, nel caso odierno alla Tivvu') e l'autosospensione di parte dello stipendio.

Il part-time fu teorizzato negli anni '80 soprattutto per assicurare alla produzione e ai servizi quelle quote di popolozione (soprattutto femminile) una entrata nel mondo economico. Non entrò praticamente mai a regime, se non parzialmente nella pubblica amministrazione e in quote dei servizi . Gli industriali lo osteggiarono sempre perché costava troppo e introduceva (pensiero loro) una scarsa fedeltà all'azienda e ulteriori rigidità. Era una cosa intelligente, ma in Italia buona parte del lavoro è un continuo straordinario in nero o non pagato e il part-time di fatto limitava queste opprtunità di intensificazione produttiva.

Di fronte a questa crisi del 2008 rispunta (su idea tedesca, dove già la settimana lavorativa è più corta della nostra, e la sovrapproduzione maggiore) l'idea di usare in via straordinaria il part-time, ma sulla base estesa di riduzione dell'orario di lavoro. Questo altro non è che un modo meno traumatico di far digerire la disoccupazione crescente e di spalmare le difficoltà ; teoricamente suddividere le difficoltà non è cattiva cosa, ma qui l'aria è quella di un senso unico.

In Italia la proposta trova ampi e garruli consensi , dalla moribonda Rifondazione dei transgender alla destra estrema populista, fino al sindacato ormai cadavere.
Ovviamente è un mezzo per limitare i costi economici delle aziende, della PA, del consenso politico. Non fa nulla per risolvere la crisi, semplicemente la allunga.

E' l'ennesimo tentativo per mantenere quei profitti stratosferici che hanno già causato in tutto il pianeta quel disastro che viviamo abbassando all'osso il costo del lavoro. In Italia una simile sciagurata misura, dopo anni che si predica che occorre lavorare di più, si tradurrà in una avvio dolce verso la disoccupazione di massa; gli investimenti si adegueranno alla nuova cifra scendendo precipitosamente e , come già per la flessibilità all'italiana, ogni nuovo posto di lavoro sarà dimezzato e i salari e gli stipendi pure.

La questione è molto semplice: la crisi rivela uno stato di sovrapproduzione mondiale in concomitanza di una accentuata propensione al consumo a debito; il debito ha trovato il suo tetto e le tasche sono vuote, consumano meno. I portafogli però sono grandemente ineguali, mai tanta disuguaglianza gira per l'occidente come ora e da 50 anni in qua , questo è un discreto esplosivo.
E la crisi di sovrapproduzione ha il suo limite proprio nella diseguale allocazione dei redditi e delle risorse.

Il paradigma monetario non è morto, ancora; i suoi sostenitori continuano ad usarlo svuotando dolcemente le tasche alle spalle altrui, proponendo un mezzo lavoro (e un mezzo stipendio) da qui ai prossimi almeno 10 anni con il medesimo modello di sviluppo. Mezzo lavoro è mezza scontentezza, quindi solo mezza incazzatura. Ma sempre disagio e fastidio restano. Si risparmierebbe così anche sulla cassa integrazione, toccando meno la tassazione.

Di investimenti e riconversioni ovviamente non si parla, perchè tutto questa idea di part time sarebbe una riforma a costo zero e i creativi preferiscono sposotare poste di bilancio piuttosto che mettere in movimento misure anticicliche reali per sostenere la domanda. Ergo si fa a metà, tra diseguali s'intende. Si allunga il brodo, si invita a berlo con le forchette , si finge che nulla accada e che i poveri iloti se ne staranno così lungamente beoti.

La media trilussiana sostiene che in Italia esista un risparmio a famiglia di circa 350 mila euro (8.500 miliardi aggregati dice Bankitalia). Quindi si può resistere, stiamo meglio come nessuno al mondo, verrebbe da dire.
Può essere che l'aggregato sia quello, ma è serissimamente in dubbioche la maggioranza delle famiglie arrivi anche solo a 10.000, visto che il 5 % della popolazione italiana non ha risorse per mettere pane e companatico a tavola.
E la minoranza ? La minoranza che possiede oltre i 350 K di sudati risparmi ?

I forconi intanto rispuntano, e non saranno certo usati per travasare il mare e bere il dolce brodino dei polli televisivi.

domenica 7 dicembre 2008

Panettoni, Capponi e Berlusconi


Qui, Italia, si cazzeggia: non si parla più di Robin Tax ma di Social Card; non di tagli necessari (province, emolumenti d'oro, tasse ai poveracci), ma di stanziamenti per la cassa integrazione; di 80 miliardi inesistenti per superare la crisi, ma si teme che il prossimo anno non si sottoscrivano i BOT ; di risparmi alla bolletta dell'Enel e della benzina (che decrescono da soli) , ma intanto si chiede a tutti di consumare e di impegnarsi in centrali nucleari; di tagli alla scuola (ipertrofica, è maledettamente vero) , ma non alla scuola confessionale che questa ultima è cristianamente incazzata.
Iniziative creative a non finire.
Insomma qui si si vive con leggerezza ondivaga la vigilia di Natale, pensando a cappone e panettone, a torroni e a Berlusconi , ai regalini ai bambini buoni.

Qui, invece, qualcuno riassume quel che ci aspetta: la bassa corte , o , perchè no, un orto sul balcone.
Solo un pessimista ?


L'ultima bolla, i titoli di stato
di Zen lento

Da due mesi non è cambiato praticamente nulla. L'azionario (tranne il caso italiano) è ai medesimi livelli di due mesi fa, segnando un bottom possibile di periodo, e le materie prime colano costantemente a picco dopo la speculazione selvaggia degli ultimi 4 anni.

In realtà qualcosa avviene e sul fronte economico: le notizie peggiori si susseguono incessantemente, prime tra tutte la disoccupazione crescente e il blocco degli ordini e dei trasporti e la contrazione ovunque dei consumi che fanno crescere lo spettro della deflazione. Come già in Argentina, poi in Giappone nel 2002, ora anche in USA si stampano monete locali.

Ma c'e' un altro fatto importante che segnala l'avvio di una fase nuova . I titoli sovrani degli stati a lungo hanno raggiunto nuovi massimi, qualcuno sostiene che la Fed in Usa li compra. Negli Usa questo si traduce in un rendimento zero nei titoli a 3 mesi, e del 3% per i trentennali. In altre, imprecise, parole ci vogliono 33 anni per raddoppiare nominalmente il capitale investito, un P/E di 3,3. In Europa non è molto diverso.
E' la nuova, ultima, definitiva bolla dell'era moderna.

Questo è indicativo di come l'orizzonte dell'investimento si allunghi, di come di fatto la percezione sia quella di una "economia di guerra" da prestito quasi irredimibile e di come le cose volgano in modo del tutto simile al Giappone dell'inizio anni '90. I governi con risolutezza, o con titubanza caritatevole come in Italia, si preparano a varare misure straordinarie attingendo al debito pubblico che già ha superato il PIL (che decresce ovunque). La situazione è ovviamente peggiore là dove al deficit pubblico si cumula quello privato, come negli USA (dove consolidato dei deficit gemelli è ben sopra il 200 % del PIL).

Si apre così una finestra per i governi per l'emissione di titoli a servizio del debito crescente, a tassi bassi, e c'è da credere che l'anno prossimo le nuove emissioni nel mondo saranno assai elevate e assumeranno la connotazione di debiti forzati, poi l'inflazione potrà riprendere il suo corso e la rincorsa dei prezzi (e dei tassi al rialzo) riprenderà anche grazie alla ormai chiara tendenza a stampare moneta come ormai è palese in USA. Un rafforzamento più accentuato e temporaneo del dollaro, piuttosto governato, forse sarà il segnale del punto di arrivo temporaneo e di svolta.

Una sana inflazione è ora considerata una necessità ineluttabile, anche se le bocche restano cucite e lo spettro (soprattutto europeo) degli anni bui è storia guardata con terrore. Il tasso BCE è al 2,5 %, il medesimo del 2003 e tra i più bassi di sempre.

Negli anni '80 e ancor più negli anni '90 il paradigma del "meno stato e più mercato" intendeva spostare il debito verso i privati (USA, Inghilerra) nella speranza ideologica che i privati sarebbero stati più oculati ed efficienti della burocrazia. Questa ideologia (tutt'ora in auge tra i nipotini di Bush come mostrano le soluzioni raffazzonate di Silvio Berlusconi impegnato a fare shopping) in realtà non ha fatto che accrescere due debiti, spingendo sull'accelerazione monetaristica della propensione al consumo ; da qui deficit crescenti verso l'estero e in primis verso i paesi emergenti , drogata da tassi d'interesse artificiosamente bassi. I tassi di interesse sono costantemente diminuiti dal 1981 in poi , praticamente trent'anni e ora sono nei pressi dei minimi storici e ancora verranno tagliati un po'. Erano troppo alti allora, son troppo bassi da più di dieci anni.

Il paradigma monetraista, nella sua variante ideologica, è morto insieme ai fallimenti più o meno mascherati delle banche, ma ancora non è stato dichiarato cadavere e occorrerà attendere un prima che scompaia definitivamente dalla testa delle classi dirigenti e del parlar comune. Ha prodotto la più vistosa disuguaglianza e concentrazione di redditi dell'era moderna (profitti in poche mani, debiti aggiuntivi in moltissime) e il percorso inverso (la redistribuzione dei redditi) richiederà non pochi sforzi politici in occidente e molte scosse che pochi saranno disposti a trangugiare (aumento della tassazione in forma diretta o indiretta).

L'unico vantaggio, per così dire, è che la situazione è comune ad oltre la metà del globo e quindi i confronti , la rincorsa a metterci le pezze sarà relativamente più agevolata o giustificabile presso il proprio elettorato. Mal comune mezzo gaudio.

Per tutto il prossimo anno , se si hanno risparmi, stare investiti sul monetario a breve e iniziare ad accumulare sul tasso variabile o indicizzato all'inflazione e ai tassi d'interesse di durata più lunga (5/7 anni). Non è un granchè vista con gli occhi del passato e del presente, ma è la cosa più sicura se si attende una ripresa dell'inflazione.
Alla larga, lontanissimi, dal reddito fisso pluriennale (bund, Btp, o quant'altro ) , perchè con l'alzarsi dei tassi (inevitabile) e dell'inflazione perderanno valore.

L'orto e animali di bassa corte rimangono un piacevolissimo e redditizio hobby, per qualcuno una necessità.

venerdì 5 dicembre 2008

La crisi della gnocca





da il sole24ore 5/12/2008


Dopo l'Isola dei famosi sono entrate nel Palazzo dei famosissimi: Eleonora ed Emma De Vivo sono due gemelle che hanno nel curriculum la partecipazione al reality di Simona Ventura e probabilmente poco altro, a parte un'indiscutibile avvenenza. Sono state ospiti per un'ora a casa del premier l'altra sera, in quel Palazzo Grazioli dove passano i grandi della Terra, dove s'intrattengono i ministri sulle sorti del Paese e magari del mondo. Niente di male, se non fosse che è lo stesso Silvio Berlusconi a ricordarci spesso che lui è il premier, un'istituzione. Insomma, uno statista da trattare più come carica costituzionale che come persona. E non dubitiamo che Eleonora ed Emma abbiano interagito con il dovuto metus.

Il premier, si sa – quando torna solo uomo – è curioso e ama conoscere le nuove eroine della contemporaneità, che è poi solo il presente catodico. Ma i veri eroi di questo tempo di ferro – per dirla con Tremonti – in tv vanno poco e praticano, tra mille difficoltà, la religione del fare: sono gli imprenditori, magari piccoli e piccolissimi che al premier guardano con simpatia. Ma a Palazzo Grazioli se ne vedono sfilare pochi.

Presidente, ne incontri di più di Brambilla (anche quelli che non hanno i capelli lunghi e rossi).


giovedì 4 dicembre 2008

Mariastella Gelmini o Paola Cortellesi ?


Chiunque sia, recita benissimo.












martedì 2 dicembre 2008

Murdoch Sky Vs Berlusconi Mediaset





Viene da sorridere pensare che Murdock sia ormai un militante di sinistra. E viene da ridere alla risposta di Tremonti sui motivi dell'aumento dell'iva sui contratti Sky: evitare una procedura d'infrazione della Ue. Ma come ? Rete4 , con tanto di sentenze Ue, è ancora li' e nessuno muove un dito.

Non che di Sky , che pure ha telegiornali più completi e liberi di quelli del panorama nazionale, nel senso di TV importi granchè, ma questa guerra ha innervosito molto il Conducator : fa malissimo e brucia lo spot anti Berlusconi trasmesso a 4 milioni di clienti di Sky.

E anche il Foglio della moglie gli da addosso per questa sua improvvida trovata. E' tanto innervosito da apparire stanchissimo, incazzato , senza lo smile di prammatica. Ormai si smentisce un quarto d'ora dopo l'altro, salvo ogni tanto esclamare : terremo duro !.
Si percepisce il marasma. Certo l'idea che aumentino le tasse per tutti non è un gran risultato. Ma tutti se ne accorgono perchè nessun miracolo s'è materializzato da quando lui è apparso; anzi il sospetto è che porti sciagure (agli altri) ogni volta che va al governo. Che lo dica anche Sky che le tasse aumentano contro ogni promessa è solo la ciliegina sulla torta.
Eppoi questo fatto che un miliardario si scateni contro un suo pari è inaccettabile !

Anche il New York Times non ci va leggero con questa sua mania di intasare tribunali facendo causa ad ogni giornalista che non gli va a genio.
Non parliamo di CAI Alitalia , l'italianità salvata per 4 miliardi di costi aggiuntivi in groppa ai cittadini grazie ad una sfilza di fanfaronate, proprio mentre da tempo si sapeva dell'arrivo di una crisi pesantissima e gai' si contavano migliaia di casi di cassa integrazione e licenziamenti (si parla di luglio, non di ora che le cose ben peggiorano).
Proposta ? Tutti a casa: la sinistra, i direttori dei quotidiani nazionali, e pure Murdoch.

Tutto questo marasma non sara' certo colpa del malefico genio di Berlusconi, ma se l'uomo non ci fosse in questo frangente sarebbe un gran guadagno per tutti, visto che lastrica la strada di soluzioni assolutamente estemporanee, oltretutto in tempi in cui in ogni angolo del mondo ci si tira su le maniche. Dopo le promesse Robin Tax populiste per Banche e petrolieri (sic!), ora arrivano quelle vere, decisive per far fronte alla congiuntura: SKY, la Pornotax e fra un po' quella sul possesso dei cachi. Epperò ora i poveri avranno la carta di credito ricaricabile di 40 euro al mese, gli indigenti da 300 a 100o euro l'anno (se in famiglia sono 6) , nemmeno come gli assegni dell'amico Bush che sono serviti ad una cippa, nemmeno a risollevarne le sorti di impopolarità e men che meno quelle dell'economia.
E' l'ultimo singulto dell'agonizzante liberismo finanziario: eccovi le brioche !

L'uomo del cucu' ci sta tirando al fondo: massima la sua ideologia sepolta, scarso (chi l'avrebbe detto) il suo pragmatismo, gigantesco il suo nanismo politico, funambolico il suo trasformismo. Altro che statista.

Potenze straniere, per favore invadetici , noi trepidanti accattoni vi attendiamo !


PS: Non è che condivida tutto di Beppe Grillo, ci mancherebbe, però questa lettera aperta pubblicata oggi 4/12 sul suo Blog indirizzata a Rupert Murdoch è più che condivisibile. L'idea di regolamentare la rete che affligge i pensieri di Berlusconi, fa parte di quel fascismo dolce ed eterodiretto che è una campana a morto per la libera opinione e per la democrazia. Quando si dice regolamentare nel contesto berlusconiano ha il sapore del soffocare, chiudere, tassare. Identificare minacciosamente è peggio che identificare, che già ora chiunque può essere identificato tramite IP come mostrano le molte azioni della polizia postale.

Il monopolio di amici e amichetti sui media italiani da parte del sistema Berlusconi ottenuto, e mantenuto grazie anche alle leggi ad hoc da lui varate tramite ascari di varia natura, è una minaccia tanto seria da dover essere presa sul serio. In un mondo aperto, per quanto febbricitante, ogni parola spesa per chiudere internet dentro un angolo è un serio attentato. La vicenda di SKY TV è niente , confronto a quello che ci aspetta se le iniziative di Berlusconi & C snc andassero in porto. Anzi, in fondo si sa, ne più ne meno quello che nel mondo dell'informazione ufficiale accadde con il disastro di Bush in otto anni di falsi spacciati per verità.