domenica 29 giugno 2008

Lo scandalo della formazione Ial Cisl, accattoni a Pescara




Insegnare non è difficile, ma è una cosa seria, a patto di sapere che si insegna. Nemmeno gestire una scuola è cosa difficile, nè contabilizzare i costi a fronte delle entrate.

La cosa veramente difficile è avere delle entrate, qualcuno che investe in una scuola o nella formazione. Particolarmente in Italia.

Per fortuna la comunità Europea è stata prodiga, visto che nel paese la formazione è morfologicamente simile al vecchio scarpone e gli accattoni abbondano. Fondi per la formazione ne sono arrivati parecchi e per ottenerli ci si è destreggiati molto, inventandosi anche corsi strampalati come in Campania , pur di accedere alle provvidenze europee.

Lo Ial-Cisl, braccio formativo della CISL, ha una antica tradizione nella formazione, fin dal 1955, ben prima del maestro Manzi . Nel caso di Pescara i dirigenti Ial-CISL hanno trovato finalmente il modo di arrotondare uno stipendio che sicuramente non è lauto. E per arrotondare hanno vaporizzato qualcosa come 20 milioni di euro nelle solite amenità personali e nelle donazioni più fantasiose.
Nulla di nuovo, è successo un po' ovunque e sotto ogni latitudine politica. Qui però si sono ingegnati con grande solerzia e larghezza di vedute.

Il risultato di tutti questi corsi di formazione privati, per offrire un attestato qualsivoglia, pare comunque immutato: non ha frenato la disoccupazione giovanile, nè introdotto innovazioni significative. La formazione rimane un parcheggio e le risorse finanziarie sono state utilizzate sembra più per mantenere in vita qualche apparato, qualche istituto privato e qualche insegnante che sfanga male con lo stipendio.
La scuola pubblica ha già sorpassato la soglia dell'accattonaggio, ma non è che quella privata sia meglio. Anzi, spendaccia e offre ben poco.

martedì 24 giugno 2008

Ministro Alfano, che ne dice delle carceri per anziani ?



Il giapponesi ci assomigliano. A parte l'anatomia (nascono senza ombelico, si dice) e i lineamenti con sfumatura gialla, sono un popolo con l'età media più alta al mondo. Sono in preda da tempo con il declino economico, sono tra i maggiori risparmiatori del mondo, hanno una classe politica piuttosto anzianotta e corrotta , hanno vissuto un miracolo economico travolgente.

Le analogie finiscono più o meno qui. Ma certo nel Sollevante pesa l' invecchiamento della popolazione e un pauperismo inimmaginabile all'inzio degli anni 90.
Che fanno tutti questi ultrasessantenni dagli occhi a mandorla nel mezzo di una lunga recessione che sembra non volerli abbandonare ?
Delinquono , o meglio cercano di scampare come possono. Lì sono severi e non gliela perdonano e quindi i vecchietti che taccheggiano li mettono in gattabuia.

Pare che gli anziani siano il 12 % di tutta la pololazione carceraria e che siano responsabili di un crimine su sette. Un crimine è un crimine e i giapponesi sono inflessibili in merito; lievi o gravi sono pur sempre crimini. I vecchietti in difficoltà con la giustizia quindi li rinchiudono se proprio non si decidono a farsi, nelle ristrettezze del disonere economico, un bel Harakiri. Il Giappone è oltretutto una delle nazioni con il record di suicidi (30.000 all'anno) e anche i vecchietti non scherzano, visto che gli ultrasessantenni suicidi rappresentano un terzo di tutti i suicidi annuali.

Per gli ultrasessantenni ci sono ben tre prigioni costruite per loro, perché possano scontare la loro pena dignitosamente, salvo poi uscire e ritrovarsi come prima. Queste prigioni ovviamente costano meno del welfare smantellato lentamente alla fine degli anni '90, e ovviamente assai meno di una soluzione permanente ai problemi della vecchiaia. I giapponesi sono efficienti e questa idea di carceri dedicate lo dimostra.

Si attende che , piuttosto che una carta dei consumi, anche in Italia (in bilico tra Giappone e Argentina) si investa finalmente in prigioni per anziani. Le difficoltà e i furtarelli tra gli anziani aumentano non poco anche in Italia , i direttori di supermercato da tempo sono alle prese con il fenomeno; in fondo, perchè no , qualche giorno di galera è più rilassante delle ristrettezze quotidiane per far quadrare un bilancio impossibile con furtarelli e imbroglietti vari. La sicurezza è sicurezza, non dimentichiamolo.
La costruzione di carceri dedicate ai Delinquenti Grigi avrebbe l'indubbio vantaggio di far crescere sicuramente il PIL, mentre l'assistenza agli improduttivi se non lo deprime certo l' annacqua.
Ah, scordavo, nelle prigioni giapponesi la rieducazione col lavoro è richiesta e i vecchietti infilano perline o ripiegano cartoni, per 6 ore al giorno. Hanno anche la Tv nelle loro celle di 3,6 mq, ma non pare che ne vadano pazzi (della Tv, le celli piacciono parecchio).

Negli Usa seguono con attenzione questa innovazione giapponese. Sottoppore il caso al Ministro Alfano mi parrebbe un bel contributo e, per quanto mi riguarda, potrebbe essere anche una bella soluzione personale diventare ospite anziano di un ostello come quello di Onomichi. Anche per poco tempo. Le panchine al gelo o al caldo torrido cominciano a pesarmi, anche perché nel mio mendicare è sempre più difficile reggere l'inflazione del prezzo del pane e coniugare il pranzo con la cena. A un bicchiere non rinuncerei mai, a meno di essere protetto. In cambio rinuncerei quasi volentieri al mio alcoolico sorriso.

Anche "La stampa" , con qualche perplessità e con marginale ritardo, cita il caso. Non vedo perché mai la giustizia italiana e l'Inps debbano ignorarlo.

giovedì 19 giugno 2008

Alba e Franco



tratto da "Alba e Franco" ne "Il bosco degli Urogalli" di Mario Rigoni Stern, Einaudi Ed. 1962, pp 99/102




"Eccoli laggiù che attraversano i pascoli vicino alla casa. Franco è staccato di cento metri , ma anche il lepre è sfinito. Ora vengono. Vengono. Risalgono il fianco del monte e vengono dove stamattina.". Franco abbaiò due volte, due sole volte come per avvisarlo. Allora si rivolse ad Alba:
-Su bella, su pelandrona; su brava. Senti là. Aiutalo, corri.
Alba si alzò sulle gambe tremanti, scosse la testa e, zoppicando, fece il giro ad dar aiuto a Franco. Poco dopo sentì la sua voce fresca.
"Si avvicinano. Si avvicinano".
"Ecco, ora sono al roccolo; ora nel vallone. Adesso sono alla pozza. Ecco Franco, ancora Franco. Bravo, forza. Sono alla cava; sta' attento. Non muoverti e non tremare stupido. Se lo sbagli ?"
Sentì nel bosco pesticciare sulle foglie di faggio. Si girò lentamente. Il lepre era lì, seduto, che lo guardava. Grosso, grosso; con la testa tutta una schiuma bianca che gli copriva i baffi, le labbra, fin quasi agli occhi. Bianca e verde. E e gli pareva di vedere l'ansimare e i battiti impazziti del cuore.
Alzò il fucile e sparò. Lui neanche si mosse. Allora sparò ancora. Il lepre strirò le gambe e si adagiò.
Franco, per primo, giunse sul lepre. Lo prese in bocca, lo sentì inerte e allora lasciò andare sull'erba della radura e pareva morto anche lui come il lepre.
Venne Alba; l'addentò furiosa e parve volesse dilaniarlo. Allora piero si mosse. Posò il fucile ed estrasse il coltello. Strappò in malo modo il lepre ad Alba e disse:
-Non a te. Non lo meriti.
Sprì il lepre: levò il cuore e il fegato. Si inginocchiò a lato di Franco, tagliò il cuore e il fegato ancora caldi e a piccolo bocconi glieli metteva in bocca. Dopo gli accarezzava la testa, gli puliva gli occhi con il fazzoletto, gli asciugava le zampe sanguinanti senza dirgli nulla e sentiva dentro una cosa, una cosa ecco che si fa fatica a dire e che a volte non si prova nemmeno per i cristiani.
......

Vollero conservare la loro razza e una primavera Alba venne coperta da Franco. Partorì tre cuccioli e un mese dopo il parto morì di sua morte naturale. La seppellirono nell'orto, sotto il ciliegio, dove a sera il vecchio è uso fumar la pipa e di ascoltare il pigolio dei pettirossi.
Un anno dopo se ne andò anche Franco. Era d'autunno tardi, poco prima della neve che già s'annusava nell'aria. Lo portarono a cacciare vicino alla malga. Franco trovò la pastura del lepre, abbaiò stanco, corse qua e là barcollando e si inoltrò nel fitto.
Non ritornò più.


Mario Rigoni Stern
Asiago, 1 Novembre 1921 - 16 giugno 2008

mercoledì 11 giugno 2008

Ricordando Hemingway

Un vecchio clochard ricorda film antichi sui vecchietti. Nel caso con due protagonisti eccellenti come Robert Duvall e Richard Harris già su di età e invecchiati ulteriormente per esigenze di copione. Una storia di una amicizia senile tra un ex barbiere, tranquillo e metodico, e un ex capitano di lungo corso, di contagiosa sregolatezza.
Duvall ama le donne, Harris la vita, entrambi l'amicizia.
Una storia di nostalgie spruzzate di tenerezza, in una regia misurata e di discreta fattura.

Nel film appare una sequenza di orgoglio contro i pannoloni, sulla minzione sfoggiata all'aperto come uno sfregio all'insidia prostatica; da qui è nato un raccontino incosapevolmente incosistente, sotto il segno dei piaceri bassi e lievi.
Roba da accattoni in vena di plagio, che merita una breve menzione.




Minzioni

Ancora un tiro alla sigaretta, buttò fuori il fumo e gettò il mozzicone nel fiume guardando le luci della riva opposta.
"Non sarà troppo audace ?", bofonchiò il Trani mentre gli si avvicinava.
"Puo darsi, ma preferisco sempre orinare all'aria aperta, in mezzo a quel che resta della natura piuttosto che in quegli impianti di cemento e ceramica. Sono disgustosi e puzzolenti, claustrofobici. Qui, e per qualche frazione di secondo, lo zampillo mi unisce all'humus , all'erba e alla terra. Caro Trani è dalla terra che sono nato e ora almeno in parte ci ritorno. Questa è una cerimonia quasi religiosa, un rito indispensabile con cui officiamo il ritorno a Gaia, promettendo che un giorno torneremo nel suo grembo tutti interi.".
E poiché il Trani taceva, ma Guglielmo percepiva la perplessità silente, gli chiese "Sei piombato qui per osservare i lampioni?".
Trani restava imperterrito nel silenzio , allora Guglielmo aggiunse : "Mi piaci anche per questo, sei un nottambulo curioso, con domicilio variabile."
"Lascia in pace la Notte, sono venuto anch'io qui per orinare !".
"Mio caro Trani, vedo in questo una straordinaria manifestazione di amicizia e affetto verso il il tuo compare che è sulla via della vecchiaia.".

Ritti entrambi sull'orlo della scarpata, sotto il platano, diedero inizio a quell'operazione che Guglielmo, con pathos piacere incessante e declamando sempre nuove immagini, definiva un ufficio divino.
Sull'opposta notturna riva, la luce gialla dei lampioni gettava tremuli bagliori e lanciava divertite occhiate verso la coppia di amici, persi una volta tanto ad espellere allegramente liquidi, piuttosto che ingollarli.

Poi tutto finì . Trani, raccattando il cartoccio delle povere cose, concluse l'indimenticabile avvenimento esclamando: "Tutto perfetto, strettamente professionale, rigorosamente a costo zero !".

martedì 3 giugno 2008

Diritto Canonico



Cesena

«Siamo rimasti spiazzati, non era mai successo prima. Così abbiamo consultato un esperto di diritto canonico e tra i canoni c'è la possibilità di indire una funzione riparatrice se l'offesa è particolarmente grave», dicono dalla diocesi cesenate.

lunedì 2 giugno 2008

Alitalia e l'Esorcista




Il Giornale di domenica scrive che IntesaSanpaolo presenterà entro la fine di giugno i propri progetti per rilanciare la compagnia aerea.
Luca Cordero di Montezemolo ha smentito di essere stato contattato dal superconsulente del governo, Bruno Ermolli, in merito alla questione Alitalia. Anche Roberto Colaninno ha ribadito di non essere interessato a rilevare il controllo della compagnia aerea italiana.
I vertici della compagnia aerea russa Aeroflot hanno precisato che non sarebbe conveniente rilevare il controllo di Alitalia.
2/6/2008


Fallito l'accordo tra Roma e Parigi, il presidente di Air France Jean-Cyril Spinetta scherza sul salvataggio della compagnia di bandiera italiana. "Per Alitalia ci vuole l'esorcista" ha detto Spinetta, rispolverando la frase che Maurizio Prato, ex amministratore delegato della compagnia, ebbe a pronunciare nel momento caldo della trattativa.
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2/6/2008


Trento, 2 giu. (Apcom) - Non sarà l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, l'ex Sviluppo Italia, a rilevare Alitalia. Lo ha detto l'amministratore delegato Domenico Arcuri durante un dibattito dedicato a 'Mercato, Welfare, Solidarietà' nell'ambito del Festival dell'Economia.
"Alitalia - ha sottolineato - non verrà acquistata da me, così come Fiat non fu rilevata da chi mi ha preceduto".


ROMA - "Non ho più parole per descrivere questa telenovela dell'Alitalia, credo che nessuno se la comprerà più, l'unica ipotesi era Air France". Così la vicepresidente del Senato, Emma Bonino, a Radio radicale. "Trovo straordinario - ha detto l'esponente radicale - che il presidente del Consiglio in piena campagna elettorale abbia preso un amico suo, Ermolli, per fare la cordata e passati due mesi la cordata non si manifesta: non ci sono più parole. L'ultima soluzione che andava presa al volo era Air France, offerta fatta quando il petrolio costava 86 dollari al barile, ora ne costa 130 quindi tutte le compagnie mondiali sono in difficoltà e quindi non credo che avremo altre proposte. Non so se uscirà mai una cordata italiana, per altro con la partecipazione di Benetton magari come partita di giro per il decreto che ha risolto il problema autostrade". (Agr)
2/6/2008

... Tuttavia, si legge su Milano Finanza, rispetto a dicembre dell'anno scorso, quando aveva presentato l'offerta per Alitalia insieme all'Ap Holding di Carlo Toto, le condizioni sono profondamente cambiate. Adesso e' molto piu' difficile risanare la compagnia visto il prezzo del petrolio, i conti ulteriormente deteriorati e, per far contenta Air France, l'abbandono di Malpensa. Passera ha intenzione comunque di ricominciare esattamente da dove era stato fermato, ossia da AirOne, il cui coinvolgimento e' ritenuto fondamentale soprattutto per il portafoglio di ordinativi di nuovi aerei a disposizione.
2/6/2008

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Giusto che le banche si impegnino in Alitalia? «E' l'unica società aerea in Europa che non guadagna. Avere questo pregio in Italia non è il massimo...». (Marchionne)
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2/06/2008