lunedì 21 aprile 2008

Donna (di Lega) lombarda





La vecchia radio non sintonizza facilmente, sarà lo schermo di vapori che impregnano locale.
E' questo un universo particolare dove l'umanità si suddivide tra i frettolosi amanti della doccia e i pigri metafisici che hanno appreso da tempo che si vive oggi in un tempo liquido.

Appartengo a quest'ultima delirante e minoritaria schiera che ancora dice: vado a fare il bagno. Con l'orgoglio della minoranza accendo anche la radio, spesso senza ascoltarla, ma per aggiungere onde e risciacqui all'acqua stagnante che mi sfiora il mento.

Ma ieri la sintonia era bizzosa e l'unica stazione apprezzabile era Radio Padania Libera. Scelta controvoglia, ma poi ne sono rimasto incantato; si e' aperto un mondo che i fiumi analitici d'inchiostro di questi giorni tratteggiano in modo poco convincente.
Una trasmissione, un format domenicale, di dediche o meglio di richieste di musica e canzoni. Conduce una donna dalla voce leggermente roca, dal timbro e dal piglio simile a quella della Zanicchi, pasionaria come la cantante. Nessun gioco di parole nè battuttine frizzanti come usano i DJ , molta felicità per i risultati elettorali.
Immersi nel bagno non si fanno statistiche; si elucubra, si pensa per analogia stracca, si attende una qualche illuminazione, ma Radio Padania trasmette inequivocabilmente una maggioranza di voci invecchiate, di maggioranza femminile, contente come bambine.

Buona Padania! è l'incipit o il commiato di Anna o di Emma, di Francesca da Tradate, di Rosa da Orzinuovi. Tutte conoscono i risultati, ma non li commentano. Un po' perché sono autoevidenti, ma anche perché tutte , questa maggioranza femminile silenziosa, parlano della festa a cui han partecipato a Brescia, a Vimercate, a Lecco e in centinaia di altri Comuni sparsi tra Lombardia e Veneto. Si conoscono tutte, almeno di voce tramite radio, e la pasionaria DJ ha l'aria di conoscerne molte di persona.
Se Jannacci non avesse perso la vena ne farebbe una ballata corale di personaggi popolari che commentano sulla piazza di Venegono.

Gli uomini, una stretta minoranza nel format, hanno un che di strapaesano: c'è il tirolese che giura presto farà la tessera a Milano pur abitando in Trentino, c'e' il Presidente dei Gazebo che da 15 anni piazza tende in tutto il nord, c'e' il 35enne bresciano che si rammarica di non essere stato riconosciuto dalla nomade DJ alla festa della Lega di Brescia, espugnata dopo 30 anni di comunisti: "..ma come , ero io quello con la bandiera verde tenuta alta per tutto il tempo in piazza, dalle 8 alle 12 (sera) !". Una identità di bandiera rimasta senza riconoscimento pubblico.

Vedo gli interni dell'appartamento di questa gente asseragliata da tempo dietro le case basse e i villini in economia; vedo il bicchiere di vino sulla tovaglia, sento il vociare divertito e la disputa politica, lo scarpiccio dei nipoti, mi immagino i gadget conservati come una reliquia dall'ultimo raduno di Pontida. Una casa ordinata eppur vociane: buona padania a tutti ! , niente buongiorno, niente buonasera. Ciao, sempre.
Così mi sono fatto l'idea che questi valori (o disvalori, dipende dal lettore) leghisti che dalle periferie assediano le città e si riconoscono in un battibaleno tra loro abbiano anche una componente insospettabile di persone di una certa età .

Gente comune, militante senza valigetta, impaurita dalla crisi che avanza strisciante da 20 anni, ex un po' di tutto (anche nel portafoglio) che sente o sogna un approdo sicuro rinfrancata nel voto oltre che da anni di amministrazioni locali leghiste certo non peggiori di tante altre .
E donne, molte donne degli anni 50 e '60 e anche di prima, come mai avrei immaginato, su cui grava il mio grande interrogativo: avranno leader all'altezza o rimarranno solo preda di personaggi a volte sagaci, ma spesso dall'aria furbacchiona e celodurista ?

Shampoo !!! Ora tutto si attutisce e anche Radio Padania Libera chiude; l'aria del Nabuccodonosor filtra appena tra la schiuma che ottunde le orecchie, lasciando fremere un fil di pelle all'eterno Va Pensiero.

Poter ascoltare la radio, questo è un indubitabile vantaggio che il vecchio bagno nega ai cultori frettolosi della doccia.

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