mercoledì 23 aprile 2008

Daje, va’, damo soddisfazione al popolo

Accattone è un film di Pier Paolo Pasolini. Il suo primo tuffo nel cinema , quasi didattico ed elementare nella struttura filmica.
Il personaggio principale è un sottoproletario delle borgate romane, un perdigiorno senza arte nè parte che tenta di scampare con il lenocinio, da cui anche vorrebbe riscattarsi. Ma è un emarginato che coltiva un senso di morte inevitabile, non ha possibilità di altri traguardi.

Il termine accattone ha assunto in Italia il significato di "pappone" , anche se in realtà il sinonimo esatto è mendicante non necessariamente senza tetto. Nel linguaggio comune ha sempre una valenza spregiativa.
Il film, con molti riferimenti religiosi, fu considerato blasfemo e censurato nelle sale italiane. Le borgate romane e le baraccopoli furono oggetto di altri film della stagione della commedia all'Italiana e di studi sociologici negli anni '60, perchè attorno alla capitale si fermava una parte esausta della immigrazione italiana del miracolo economico che aveva come traguardi principali Napoli, Torino, Milano.

Le baraccopoli si sono riformate attorno a Roma capitale, l'umanità varia non è cambiata, il meccanismo e gli espedienti nemmeno, ma la nazionalità è per lo più straniera , quindi ora è assai più evidente e fastidiosa per l'occhio.

Qui le critiche cinematografiche degli anni '60 e una successiva ,del 1994, di Walter Veltroni.

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