venerdì 5 settembre 2008

La Coop sei tu , bidibodibù !



"Tra le tue conoscenze c'è nessuno del Partito "... alla lega delle Coop mi mettono grosse difficoltà, vogliono l'impossibile. Non so, forse chiuderò la baracca. La materia prima mi costa un 50% quest'anno e alla coop mi offrono massimo un 3/4% di aumento. Ma anche tutti gli altri costi di produzione sono aumentati, non ci sto dentro".
"Conosci nessuno ?"

Questa è la domanda di un piccolo imprenditore, benestante, di una aziendina che produce componenti a filo d'acciao per cesti e carrelli.
Che puoi rispondere ad uno così, ti rallegri che alla Coop siano un po' sparagnini.

Poi viene il dubbio.
Non faccio acquisti alla grande distribuzione della Coop, ho sempre avuto la sensazione che i prezzi fossero piuttosto alti rispetto alla media e la qualità inferiore. Ho pensato, da almeno 20 anni a questa parte, che la Coop abbia tradito ampiamente lo scopo e il modello cooperativo, che sia una azienda commerciale come un'altra, che i dipendenti della coop siano trattati al medesimo modo di altri (forse con in meno il licenziamento facile), che i vantaggi fiscali non siano giustificati.
Tutto questo ben prima del celebre libro del patron della Esselunga (concorrente interessato) che illustrava la presunta concorrenza sleale della Coop nel libro "Falce e Carrello".

Ma sui prezzi potevo sbagliarmi.
Così alla prima occasione mi sono infilato in un punto di vendita Coop.
Bello, grande, sfavillante. Luci giuste, esposizione accurata, scelte dei prodotti attente esposizione , valorizzante. Cordialità e attenzione dei dipendenti. Tutto bello, tutto sfavillante, nulla a che vedere con quella certa polvere che ricordavo 20 anni fa. Molto meglio, anche nei prodotti, quasi un negozio scintillante
Ma sui prezzi nulla da fare, a nasometrica a stima, tra il 3 e il 15 % in piu' rispetto al mio abituale
Auchan.
Ho girato molto, e prestato molta attenzione ai prodotti più comuni. Niente da fare, sono più cari.
L'esposizione invoglia molto con le sue lucette giuste , ma ti costa in media un 10 % in più nella spesa settimanale (a memoria).
Sono uscito a mani vuote, leggermente seccato. Mi sono ricordato di una vecchia e pessima pubblicità di Woody Allen (ricordate, quella dei marziani) e il fastidio è aumentato. Che non si possono tirare bidoni solo per via del buon nome.

La risposta ufficiale della Coop è che la qualità si paga , ed è giusto remunerare i produttori italiani e non. Bah ! Il mio imprenditore dimostrerebbe il contrario, visto che (dice) i suoi concorrenti alternativi sono cinesi.

Hanno ragione quelli della Lega delle Cooperative , lee-Coop e le cooperative sono una grande realtà economica, è stupido ignorarle come componenti importanti della economia nazionale. Detto questo rimane la domanda: se una e-coop è uguale alle altre attività commerciali della grande distribuzione, se la differenza è dato solo da un "azionariato" piu' diffuso, se i suoi buyer acquistano comunque come tutti i buyer del mondo , se i suoi prezzi sono superiori a quelli medi, perchè mai la e-coop deve usufruire di facilitazioni fiscali ?

La Coop sei tu, ma i vantaggi di appartenervi come consumatore sono ben pochi. E temo
anche, credo, appartenervi come socio qualunque. Essere socio Coop in fondo è solo una forma di
fidelizzazione nascosta e parrebbe dall'esterno anche per nulla vantaggiosa per l'aderente.

Un tempo, nell'Italia poveretta del dopoguerra, se non risicavi la fine del mese dicevi al bottegaio
"segni, per favore !". Quello era il credito al consumo. Oggi le Banche ne hanno fatto un business tramite le carte di credito. Di questi tempi sempre più popolazione ne ha bisogno , ma nemmeno alla Coop puoi dire "segni per favore". Non accettano, come nessuno, in barba agli slogan accattivanti e a quell'aureola di rosso stinto che resta appiccicata al marchio.

Tanto vale non credere alla balla della cooperativa di consumo e-coop : ti costa di piu' e rimani un pezzente.Non vedo vantaggi se non quelli pubblicitari che poi si riassumono nel chi piu' spende meglio spende : per mezzo kilo di spaghetti Barilla !!??
E non parliamo dell'insalata, che con i suoi 18 euro al Kilo non arriva certamente direttamente dal produttore, o al prosciutto (di Parma, storica enclave rossa, che batte fino al 20 % in piu')

Insomma pubblicità legittima, ma anche una discreta balla.

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