sabato 20 settembre 2008

I becchini di Alitalia




RaiNews 24 - 22 marzo 2008

Il "ricatto" del commissariamento per Alitalia "è un giochetto puerile del governo nel quale non entro" . Così il leader della Cisl Raffaele Bonanni in una intervista rilasciata all'agenzia di stampa Ansa.
“La responsabilità è tutta del governo (Prodi, ndr) che ha avallato un piano e un trattativa senza rivelare a nessuno i punti irrinunciabili che aveva posto. Questo non va bene, perché le azioni Alitalia sono un possesso pubblico e non privato".

Il leader Uil Luigi Angeletti invita il presidente di Air France Jean Cyril Spinetta a presentarsi al tavolo di martedì su Alitalia con condizioni meno gravose per il sindacato. Se così non sarà, "vuol dire che non vuole fare l'accordo. Se la trattativa fallisce è colpa di Air France".

L'offerta KLM prevedeva 2100 esuberi (troppi allora , ma il doppio buono ora) , investimenti per tre miliardi nell'arco di 5 anni, una partecipazione italiana in KLM.

Silvio Berlusconi
, dopo le elezioni e Prodi ancora in carica, fece capire che il suo futuro governo poteva non gradire questa vendita a KLM , che di fronte al niet del futuro premier si ritirò.
Fu stanziato un prestito ponte ad Alitalia di 300 milioni (richiesto da Berlusconi) per permettere al nuovo governo di insediarsi e alla Compagnia di operare per il tempo necessario alla cordata di costituirsi.
Nel Luglio la cordata di 16 imprenditori ha affettuato la sua offerta : 1 miliardo di capitale, riduzione dell'organico di circa 7000 unità (poi ridotte, pare, a 4500) , punto di pareggio in due anni. Da parte sua il Governo Berlusconi garantiva cassa integrazione per sette anni al personale in esubero. Il prestito ponte tramutato a fondo perduto. Uno dei soci avrebbe apportato Airone ( azienda straindebitata con Banca Intesa che ha organizzato la cordata).

L'accordo fu firmato da CISL , UIL e UGL (rappresentano dirca il 25 % degli iscritti dei 20000 dipendenti interessati, quindi corposa minoranza) , ma non dalle altre sigle sindacali che rappresentano a vario titolo gli altri due terzi. Quindi respinto dal frone sindacale.

In pratica tutti gli oneri (che KLM AIRFRANCE si accollava) sarebbero statia carico dello stato, Perso il prestito, persa qualsiasi partecipazione alla nuova società. Persi ben più occupati.
Ma i becchini di Alitalia , che rifiutavano l'aut-aut dei francesi erano felici di accettare quello ben più peggiorativo degli italiani dell'ultima, procastinata ora.

A conti fatti il Piano Berlusconi - CAI prevede (a scadenza, vista la cassa integrazione) costi totali per la collettività pari a circa 6 miliardi di euro, contro i 3 miliardi di euro della silurata opzione KLM, oltre quasi il doppio di esuberi.

Non c'è che dire, una bellezza, di cui avrebbero usufruito pienamente i soci CAI (tutti già interessati a regimi di concessione dello Stato) , che poi non hanno visto giustamente di buon occhio quando la questione si è complicata. Nè più nè meno come i francesi, che almeno rischiavano qualcosa di più.
Ora , rotta l'offerta, ovviamente le cose son peggiorate e il costo per la collettività e per i dipendenti assume proporzioni drammatiche.

Una grande e dolorosa trovata pubblicitaria, arenatasi in un gioco di prestigio sconfinato in un melodramma nazionale, visto che pare ormai evidente e seria la deriva del fallimento.
Sei mesi buttati e 20 mila persone per strada, tutto per uno spot elettorale.

Questi sono i funambolici becchini di Alitalia dell'ultimo anno. E hanno appena cominciato...

Nessun commento: