giovedì 30 ottobre 2008

I "facinorosi" di Mariastella Berlusconi

Provate a indovinare, chi sono i facinorosi e chi i manifestanti pacifici?
Fate uno sforzo, dai, non è difficile...




Vabbé, la vita non è così semplice e una manifestazione non è un evento in discoteca per signorine o una partita di calcio, ma voi, ragazzi, imparate a riconoscere i fascisti. Non sono pochi, si sono riciclati in Parlamento e al Governo, ora riscendono anche in piazza.
Si sono allenati ieri nelle borgate con le mazzate contro gli immigrati e ora vanno al sodo.

Per fare che ?
Come al solito per far casino e avere titoli sui media, interviste dove sproloquiare della loro "democrazia", per pestare, per infiltrarsi per creare disordine che poi chiama ordine. Son sempre contro il sistema, loro, anche contro la Gelmini. Ma è storia vecchia, il Duce gli manca un sacco, non ne fanno mistero, rivogliono il loro piccolo Cesare.

Voi comunque stateci attenti, quelli son organizzati e non hanno peli sullo stomaco.
Pulitini al governo , scaciati e amiconi in piazza, pare proprio non cambino mai: manganello, mazza e un occhio per la Polizia un tantino "distratta".

Mi raccomando eh, fotografateli con attenzione e sappiate, anche nella inevitabile confusione del momento, scegliere con intelligenza i vostri compagni di viaggio.


martedì 28 ottobre 2008

Mariastella Gelmini: le palle della ministra






La scuola italiana è un puttanaio, come l'Alitalia. Solo che è più grossa, più inefficiente, più costosa.

Troppi docenti malpagati (in tutta Europa e nel mondo accade il contrario), sempre più carica di welfare malinteso : per vicariare la disoccupazione intellettuale, per offrire la supplenza alle famiglie, per sostenere il valore legale di titoli di studio che nella realtà non hanno domanda, per alimentare l'idea che questa scuola di schiappe offra una vera uguaglianza.

Su queste inefficienze, evidenti da molti lustri, si sono anche costruiti business appositi e paralleli: il prolificare di corsi di formazione che avrebbero dovuto qualificare l'offerta avvicinandola alla domanda; roba finanziata da CEE, regioni a favore di sindacati, docenti doppiolavorsiti, strutture di confindustria o anche business privati. Tutti soldi buttati da tutti. Dopo il diplomificio il corsificio.
Tutte balle , tutti sprechi ulteriori, perchè la domanda era rigida da anni; la ridotta dimensione e la struttura famigliare della impresa nostrana (un po' mafiosetta) , non è in grado di assorbire questo eccesso di titoli legali e non.
Infatti i giovani per lo più son stati assorbiti parzialmente in lavori spesso dequalificati (call center ad es., ma anche precariato scolastico) , per gli altri hanno pensato i parenti , i corsi inutili pagati per la frequenza, l'emigrazione intellettuale nei casi migliori.
Con una struttura media di 15 addetti l'economia italiana non sa che farsene di gente istruita, sa benissimo che quel che le serve è la famiglia d'origine , le sue conoscenze sociali, la capacità di occultare redditti dei membri.

Detto questo, resta da capire perchè mai la maestra in sbiadito antrace del governo , la ministra Gelmini, abbia mai avviato la doverosa necessità di mettere mano nell'istruzione accentuando tagli proprio all'eccellenza del nostro sistema scolatico nel mondo , ovvero la scuola elementare, facendolo percepire come una liquidazione.

E' un mistero perchè sia proprio concentrata lì , di soppiatto e con un diktat ultradecisionista. Grembiulini, maestri in eccesso e plessi incasinati, scuole differenziali per stranieri. Questi erano gli argomenti (anche di buon senso, eccetto l'ultimo) che hanno invaso i media anche per sua colpa prima della presentazione in aula del decreto.

L'unica spiegazione è che la ministra, subito beccata a predicare bene della meritocrazia nordista e ad aver razzolato male nella sua vita privata sudista, abbia scelto malissimo i suoi obbiettivi politici e tecnici partendo da quello che reputava il ventre più tranquillo: lescuole elementari. Sotto l'egìda di un calcolo errato, tutti le si son rivoltati contro, maestri (circa 250mila) , genitori.

Da qui, man mano che si diffondevano le intenzioni dei tagli nella istruzione (in via generale assolutamente necessari, ma propinati pare alla carlona), nel ginepraio della scuola, è partita l'onda anomala che sta logorando il consenso verso il governo. I ragazzi, i bamboccioni e bamboccini, le famiglie minacciate di veder sparire il parcheggio o un ipotetica possibilità di un garantito titolo di studio, i docenti malpagati e spesso nullafacenti (non i maestri, dei quali tutti si rammentano subito dopo mamma e papà) . Tutti inviperiti, a destra e a sinistra, e pure al centro. Cattolici e ultralaici.
Un macello.

Non è una novità, ci provarono in molti, anche la sinistra 8 anni fa (con minor piglio decisionista e senza l'ègida di nessuno) con scarso risultato, e prima della sinistra ci provarono altri.

La ministra con le palle e il suo governo, però han deciso che "no paseran!", escludendo qualsiasi confronto col mondo. E l'onda cresce, come il gran casino su cui l'opposizione cerca di mettere ovviamente il cappello.
Nè più nè meno come accadde, a parti invertite, anni fa contro la riforma Berlinguer. E ancora non è stata messa mano a quella galassia incasinata che è la scuola secondaria, la vera scuola del diplomificio del niente, la regina del vuoto pneumatico, il segmento più disastrato forse della catena dell'istruzione.

I confronti tra le parti in Italia sono ormai cose da gioppino, lunghe riunioni senza senso. E' vero spesso, ma la ministra Mariastella Gelmini proprio non sa indirizzarli e poi semplicemente non li vuole i confronti, come buona parte di un governo del "faso tuto mi !", zeppo di avvocati di famiglia finalmente giudici.

Non è che abbiamo a che fare con una Thatcher, magari ! verrebbe da dire, semplicemente stata infatti paracaduta lì a far da esecutrice. A guardar bene, e a posteriori , non è che ci ha le palle , semplicemente le sbatte sul tavolo con fragore, come molti manager che nell'azienda passano per caso e devono farsi valere nel breve tempo che gli è concesso.

Ha combinato più disastri lei politicamente oggi per la sua maggioranza, che l'intera crisi economica.
E a destra lo sanno. Alcune idee sono condivisibili, ma il parere mediatico sulla competenza politica del Ministro è inappellabile: bocciata !


aggiornamento @ 22

leggo questa fantastica dichiarazione di Berlusconi" riportata da Adnkronos:

"Dopo aver ribadito che diversi sondaggi lo danno "miracolosamente al 72%", ha poi affermato che "invece la vicenda della scuola ha portato a qualche perdita di consenso nei confronti del ministro Gelmini e del governo dovuta ad una vasta azione di disinformazione".
Secondo Berlusconi "si e' mentito e si continua a mentire spudoratamente sul decreto, con tutte le modifiche che invece sono sacrosante, dovute al buon senso".


Tagliate definitivamente le palle a Mariastella, è solo questione di tempo e di occasione propizia per la sua messa in ombra.

martedì 21 ottobre 2008

Poveri ma belli, attendesi Patrimoniale






L'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) certifica la crescita della disuguaglianza in Italia a partire dal 1985/1990 (notare le date), e il suo impoverimento progressivo, nonchè la progressiva polarizzazione del divario ricchi/poveri.

Dal 2000 abbiamo fatto passi da gigante nelle disuguaglianze, sensibilmente peggio di altri paesi. I parametri dell'Ocse per le sue statistiche non sono particolarmente sottili, ma la fotografia è precisa. Siamo ancora al di qua di una situazione esplosiva (quella che prelude a disordini) , anche perchè alcune politiche sociali hanno frenato parzialmente l'impoverimento degli anziani, che tuttavia mancano anche del vigore necessario per spaccar testa a qualcuno.

Fino a 6 mesi fa la visone ottimistica, e per nulla preoccupata, si basava di statistiche del consumo: n. dei telefonini, televisioni, automobili per famiglia e altre amenità che facevano gridare ad un benessere nascosto , il resto era pura sfascisteggiante tendenza al pessimismo dei professionisti della politica.
Non era così e lo si sapeva da tempo, purché non si avessero fette di salame sugli occhi (e non si volesse stenderle su quelle altrui).
Fatto sta che le prima grida di dolore son venute dalla Banca d'Italia (2006), poi dalla Caritas (2008).

A dire il vero bastava l'esperienza propria e di vicini.
Dal 1990 (ma anche prima) è cresciuta la disoccupazione, i salari si sono bloccati, la moglie ( corretto secondo le quote rosa) ha iniziato sempre più a lavorare; poi le tasse son state ridotte proporzionalmente assai più per i ricchi già ricchi che hanno rimpolpato hedge e investimenti finanziari, la struttura industriale è stata fatta a fette, i salari reali si sono abbassati, l'occupazione si è fatta più precaria, il lavoro è diventato il saper fare corsi su corsi ( rammentate lo slogan essere imprenditori di sè stessi ?), i debiti con le carte di credito sono aumentati (sì, pure nellItalietta del risparmio), i vecchi industriali sono migrati all'estero e in casa si sono riconvertiti ad amministrare tariffe e gabelle dello Stato acquistandole a debito, le pensioni si sono allontanate nel tempo (misura incredibile quella di allungare l'età pensionistica e parimenti rendere precario il lavoro giovanile!... o fai uno o fai l'altro).

E naturalmente i vecchi son divenuti più vecchi, e più poveri visto che mantenevano figli fino a 40 anni. La moda degli anni '90 è diventata l'improperio all'immigrato, causa presunta del nostro difficile vivere (dimenticando che lavora al posto nostro e affitta o acquista tutta speculazione edilizia sorta dal 1997 in poi).

Comunque ora è certificato, evidente, lapalissiano. Concordano Banca d'Italia, Caritas e Ocse. Il Papa Vaticano ha già parlato ed evidenziato come mettere una multa sull'accattonaggio fosse una cazzata come cercare di orbare un cieco perché attraversa la strada col rosso.

Uscirne sarà difficilissimo e manca solo qualche spintarella che dovrà quanto prima essere avviata: una bella tassa patrimoniale per mettere in sesto la baracca e sgrassare un po' i capitali concentratisi in eccesso in poche mani. Se a partire dal governo scendi verso l'industria del credito, dell'immobile e della concessione, in Italia appare chiarissimo dove i soldi si sono concentrati.

Qualcuno si incazzerà di brutto al solo ventilare una patrimoniale (oltre all'aumento della progressione di quelle sui redditi ), ma non c'è scampo visto il nostro debito pubblico; non se ne parla visto che il miracolo di San Gennaro è ancora in piedi nonostante i voltafaccia dell'ultimo mese. Non se ne parla perchè questa giostra ha solo operato un trasferimento di ricchezza verso i ricchi e combinato null'altro.

Questo della patrimoniale, nemmeno ventilato, è l'imperativo categorico oltre gli aiuti di stato; questa la vera Robin Tax, prima che i giovani vedano chiaramente le fette di bresaola che gli sono state compresse sugli occhi e , questi sì pieni di vigore, si incazzino di brutto come tanti impiegati terminalisti sul lastrico (quanti saranno i bancari che dovran cambiare mestiere ?).

Son vecchio, accattone, e sedato dall'alcool, ma non vuol dire che sia l'unico cretino in un mondo abitato da exgeni (ora accattoni pure loro).


PS: questa non è una recessione, ma una vera e propria stagflazione (se non peggio). Ma nessuno "lassu'" ha il coraggio di dirlo e solo ora prende misure che poteva iniziare a prendere già poco dopo il 2001 quanado si pensò invece di detassare la vendita della case e le eredità dei propri rampolli.

lunedì 20 ottobre 2008

Cai Alitalia, Colaninno amoroso



Il subprime di casa nostra, 4 miliardi di euro di costi aggiuntivi per amore dell'italianità.
Du du du , da da da...




domenica 19 ottobre 2008

Storie di merda ad alto potenziale




Questa è la storia di un periodo, di un lungo periodo di 20 anni.
E' la vera storia di una generazione nata nata nel supply-side degli anni 70 e tracollata con i mutui subprime, è la la follia di un mondo di carta che già' aveva vissuto il suo 1929 sui grafici del Nasdaq, inabissatosi in tre anni del 90% dal 2000 al 2003.

La vicenda del Nasdaq fu un abbaglio collettivo, ma a suo modo aveva qualche idea economica di respiro, una giustificazione, per così dire, degna del III millenio.
L'espansione di internet, delle biotecnologie, del software su scala mondiale, dei media generava l'attesa iperottimistica che la rivoluzione dolce e pochi brevetti, allora ai loro inizi, potessero svilupparsi in un mercato quasi illimitato risolvendo la fame di allora: quella della comunicazione perfetta e democratica (e profittevole), generando una buona allocazione delle risorse economiche . Si parlo' allora financo di Finanza democratica, disponibile a tutti grazie ad internet.

All' iperottimismo di quei tempi faceva da contraltare una sofferenza di tutto quello che pareva vecchia e moribonda economia di fronte alla rivoluzione tecnologica che apriva il millennio.

Questa convinzione si appiccicò alle quotazioni sollevandole verso il paradiso. Dal poco di semplici idee e scarsi capitali, si prevedeva uno sviluppo gigantesco e a basso prezzo. Si immaginarono profitti conseguenti a cui fece seguito la moda delle dotcom. Ogni start-up raccoglieva in sè possibilità di sviluppo immense. Non c'erano prezzi, se non nei limiti dei portafogli.
Poi il tracollo delle quotazioni dell'intero settore e il ridimensionamento dell'ottimismo.

Ma questa, quella raccontata dal grafico, è una moda di merda, di semplice guano. Una storia che racchiude un modo distorto distorto di concepire l'economia nata negli anni 80.
Il grafico parte parte da lontano e parla di una intera generazione vissuta di finanza, nutrita di ottimismo e di profitti e spensieratezza crescente.
E' storia paradigmatica della principale azienda del pianeta, quella della finanza fertilizzata da tassi bassissmi del monetarismo , che si è insinuata ovunque e si costituisce nella madre di tutte le bolle.

E' questa la storia delle quotazioni di una azienda quotata nel 1990 a poco più di 1 dollaro alla borsa di New York, al Nyse.
L'azienda, la Potash Co., multinazionale dei fertilizzanti, è versione nobile della produzione della merda sintetica, un output assolutamente necessario per il nostro benessere che si trasforma in input necessario a rigenerarci, ne più ne meno come il nostro output rigenera il ciclo naturale.
Il mercati potenziali dei fertilizzanti sono le terre emerse non coltivate o sottoproduttive e la panciadella popolazione del mondo. Territori immensi. A apartire dalla caduta del Muro di Berlino e dell'avvio dello sviluppo il mondo ne ha ancor piu' bisogno, le masse potenziali sono enormi.

La merda è una commodity essenziale al pari del petrolio, più del petrolio, del grano e del riso. Senza fertilizzanti poco grano e riso, poca pancetta di maiale. La Potasch incarna quindi la moltiplicazione dei pani e dei pesci nel mondo della produzione e degli affari: un mercato in crescita, un grande potenziale.

Alla Potash intuiscono e si quotano. L'intuizione è perfetta e dal 1990 al 1998 (8anni) anche gli investitori intuiscono: l'azienda si espande nei mercati emergenti e le quotazioni crescono piu' di 10 volte (da 1,35 dollari a 14). Poi il mercato principale batte in testa ; è la crisi dei paesi emergenti e le quotazioni della Potash oscillano per 5 lunghi anni tra 8 e 14 dollari.

I fertilizzanti crescono di prezzo, ma ovviamente non del 1.000 % come la Potash, perche' razionalizzare l'agricoltura non è cosi' immediato. Diciamo che il mercato si è espanso, ma il consumo globale non è cresciuto tanto quanto i prezzi delle azioni della potach.
Fin qui la storia non è eccezionale, ancora si sta nella normalita' dell'eccesso, di quello che puo' considerarsi un caso di successo economico in mercati particolari e indovinati.

Intanto alla Potash aprono altri stabilimenti nel mondo, per lo più in paesi del vecchio III mondo. Il costo del lavoro è basso, la domanda è locale e la produzione allocata logisticamente in modo più vantaggioso.
Viene il 2003, gli emergenti si riprendono, come tutti i mercati, dalla congiuntura economica , ma la merda ha il pregio di essere una commodity, pari al grano, all'oro, al petrolio. Gli investitori istituzionali si indirizzano massicciamente dal 2003 verso le commodity e verso i mercati dei paesi terzi e quindi conseguentemente anche verso la Potash.

E' da allora che alla Potash sul Nyse avviene l'impossibile.
Dal 2003 le quotazioni partono dai 10 dollari e crescono geometricamente fino a 240 nel 2008 il 2.400% in poco più di quattro anni, 24 volte. Da rimanere senza fiato.

E la domanda di fertilizzanti mondiale ?
Si' e no cresce del 35 % nello stesso periodo.

Cosa fa della Potash un miglior investimento dell'oro o del petrolio, del grano ? La fame di merda "potenziale", cui si aggiunge altra merda finanziaria che fiuta l'affare. Eh sì, perché questo percorso viene alimentato dalle Banche di Affari (quelle ora fallite o nazionalizzate) che riempiono ogni roadmap, decantando le lodi di questo mercato infinito in cui la Potash è produttore privilegiato.
Non solo, la Potash costruisce un cartello mondiale con altri produttori di fertilizzanti (si potrebbe dire le 7 sorelle di merda) per sostenere i prezzi e i fertilizzanti sembrano in una botte di ferro, assieme ai profitti attesi.

Poi nel secondo trimestre del 2008 la merda ricade sulla terra: le quotazioni da 245 dollari di giugno collassano fino 70 dollari in ottobre (e strada ancora ce n'e'), un meno 70 % in 4 mesi !
E la Potash finisce sotto inchiesta per aver costituito un cartello.

20 anni di profitti stellari, di commistione della fame con la finanza. Vent'anni, una generazione cresciuta sul guano e nella merda.
I denutriti ad alto potenziale hanno finanziato , senza saperlo, questo meccanismo demoniaco senza capo ne coda, la realizzazione postuma di quella fantasiosa teoria di Laffer (recuperata dall'800 e sviluppata dalla reganomics nell'80) secondo cui l'offerta crea la sua domanda (consumo) e si autaggiusta allocando meglio le risorse. Meno tasse, ampliare l'offerta, collocarla sui mercati.
Guano ideologico , droga collettiva dell'ultima generazione attiva di quarantenni, esplosa in un pugno di mesi in ricaduta sulla terra. Non senza disastri , come sempre quando si genera un input senza output.

PS: su internet trovate la documentazione, non metto links, mi parrebbe di fare una indebita e cattiva pubblicità.

sabato 18 ottobre 2008

L' Isola finanziaria del Dottor Moreau




La finanza creativa brinda, grazie anche alle meravigliose polizze Index Linked, distribuite a piene mani tra risparmiatori piccoli e grandi. Strumenti di distruzione di massa dei risparmi e grandi affari per emittenti e banchieri.
(es. a fianco).

"Nonostante la crisi finanziaria e gli aiuti concessi dall'amministrazione Bush per evitare il fallimento, sei grandi banche di Wall Street, tra cui Goldman Sachs e Citigroup, ricompenseranno i loro top manager per il loro lavoro svolto nel 2008 con stipendi e bonus dal valore complessivo di oltre 70 miliardi di dollari. Lo rivela oggi il quotidiano britannico The Guardian.

Il governo di Washington ha varato un piano di salvataggio delle banche da 700 miliardi di dollari, ponendo come condizione proprio il taglio degli stipendi d'oro. Le pressioni sulle banche Usa per tagliare i bonus annuali per i top manager sono aumentate ieri dopo che la tedesca Deutsche Bank ha fatto sapere che in molti, tra i suoi alti dirigenti, hanno deciso di seguire l'esempio dato dal loro amministratore delegato Josef Ackermann, che ha rinunciato a svariati milioni di euro di bonus.

Ma anche i banchieri della City se la ridono, nonostante la crisi. Secondo quanto scrive oggi The Independent, questi non hanno infatti perso finora un solo penny, e andranno a intascare complessivamente 16 miliardi di sterline di bonus, piu' o meno la stessa cifra dell'anno precedente.

I bonus nel settore finanziario britannico sono piu' che triplicati negli ultimi cinque anni, passando dai cinque miliardi di sterline pagati nel 2003 ai 16 di quest'anno, suddivisi tra circa un milione di impiegati nel settore. A beneficiarne pero' sono soprattutto i top manager, che intascano bonus a sette cifre. Lo scorso anno Bob Diamond, il presidente di Barclays, il cui stipendio base era di 250mila, ha guadagnato in bonus 18 milioni di sterline."

Ovvero il remake di H.G.Wells


The Guardian

Financial workers at Wall Street's top banks are to receive pay deals worth more than $70bn (£40bn), a substantial proportion of which is expected to be paid in discretionary bonuses, for their work so far this year - despite plunging the global financial system into its worst crisis since the 1929 stock market crash, the Guardian has learned.

Staff at six banks including Goldman Sachs and Citigroup are in line to pick up the payouts despite being the beneficiaries of a $700bn bail-out from the US government that has already prompted criticism. The government's cash has been poured in on the condition that excessive executive pay would be curbed.

Pay plans for bankers have been disclosed in recent corporate statements. Pressure on the US firms to review preparations for annual bonuses increased yesterday when Germany's Deutsche Bank said many of its leading traders would join Josef Ackermann, its chief executive, in waiving millions of euros in annual payouts.

The sums that continue to be spent by Wall Street firms on payroll, payoffs and, most controversially, bonuses appear to bear no relation to the losses incurred by investors in the banks. Shares in Citigroup and Goldman Sachs have declined by more than 45% since the start of the year. Merrill Lynch and Morgan Stanley have fallen by more than 60%. JP MorganChase fell 6.4% and Lehman Brothers has collapsed.

At one point last week the Morgan Stanley $10.7bn pay pot for the year to date was greater than the entire stock market value of the business. In effect, staff, on receiving their remuneration, could club together and buy the bank.

In the first nine months of the year Citigroup, which employs thousands of staff in the UK, accrued $25.9bn for salaries and bonuses, an increase on the previous year of 4%. Earlier this week the bank accepted a $25bn investment by the US government as part of its bail-out plan.

At Goldman Sachs the figure was $11.4bn, Morgan Stanley $10.73bn, JP Morgan $6.53bn and Merrill Lynch $11.7bn. At Merrill, which was on the point of going bust last month before being taken over by Bank of America, the total accrued in the last quarter grew 76% to $3.49bn. At Morgan Stanley, the amount put aside for staff compensation also grew in the last quarter to the end of August by 3% to $3.7bn.

Days before it collapsed into bankruptcy protection a month ago Lehman Brothers revealed $6.12bn of staff pay plans in its corporate filings. These payouts, the bank insisted, were justified despite net revenue collapsing from $14.9bn to a net outgoing of $64m.

None of the banks the Guardian contacted wished to comment on the record about their pay plans. But behind the scenes, one source said: "For a normal person the salaries are very high and the bonuses seem even higher. But in this world you get a top bonus for top performance, a medium bonus for mediocre performance and a much smaller bonus if you don't do so well."

Many critics of investment banks have questioned why firms continue to siphon off billions of dollars of bank earnings into bonus pools rather than using the funds to shore up the capital position of the crisis-stricken institutions. One source said: "That's a fair question - and it may well be that by the end of the year the banks start review the situation."

Much of the anger about investment banking bonuses has focused on boardroom executives such as former Lehman boss Dick Fuld, who was paid $485m in salary, bonuses and options between 2000 and 2007.

Last year Merrill Lynch's chairman Stan O'Neal retired after announcing losses of $8bn, taking a final pay deal worth $161m. Citigroup boss Chuck Prince left last year with a $38m in bonuses, shares and options after multibillion-dollar write-downs. In Britain, Bob Diamond, Barclays president, is one of the few investment bankers whose pay is public. Last year he received a salary of £250,000, but his total pay, including bonuses, reached £36m.

mercoledì 15 ottobre 2008

La rassicurante stagflazione nell'ampolla




Tutte le emergenze sbandierate l'anno scorso e quest'anno ( pedofilia, Immigrazione, Rom , omicidi, stupri, Alitalia poi) sulla stampa italiana erano semplice fuffa, se non truffa. Si distoglieva l'attenzione in modo del tutto ideologico da quel che accadeva e che è precipitato con un avvitamento negli ultimi 30 giorni.

Ci si chiede come mai di fronte a questa debacle del credito mondiale e delle borse in di tutto il globo, in Italia ancora cresce ancora il consenso verso la destra di Berlusconi e al suo governo.
Ci sono contingenze del momento, alcune buone e poche iniziative, e dotte spiegazioni politologiche, ma la questione è credo semplice. Nel bel paese razziato da pochi noti è fermo da 25 anni: la popolazione disperata spera nell'ometto come i fedeli di fronte al miracolo del sangue di San Gennaro. E' l'aspettativa di un miracolo coagulata purtroppo attorno a uno degli artefici dei malgoverni, che pure ha usufruito come mai di potere personale, diffuso e stabile.

Guai ad un popolo che spera in un salvatore unico, nei suoi miracoli, nel capello che cresce e nel tumore che scompare, nel suo sangue che gia' è una reliquia. Non avendo altro il nuovo santo sbandiera l'Italianità come speranza contro gli acquisti dei Fondi Sovrani di aziende italiane. Parla delle sue aziende, delle sue partecipazioni a rischio, avendo l'Italia ormai ben poche aziende di peso. Le prede dei fondi sovrani, se mai esistono prede italiane ambite, sono ben altre; un paio di banche, una fabbrica d'automobili, un paio di aziende energetiche, una assicurazione, qualche frattaglia che fa scarpe. Non abbiamo altro da tempo, queste aziende capitalizzano in pratica l'intero listino attraverso partecipazioni incrociate, in cui il nuovo Santo e i suoi uomini appaiono sempre, direttamente o di traverso. Poi c'e' il monopolio dei media, che ora in borsa vale poco più di 4 lire.

Intanto la povertà aumenta, aumenta invisibile da 25 anni, da quando il sacco fu avviato. Non esiste un solo individuo nato nel primo e nel secondo baby boom che non possa testimoniare di come le condizioni di vita della sua esistenza dagli anni '90 in poi non siano progressivamente peggiorate e inaridite.
E se il ricordo manca, le classifiche con altri paesi europei son li' a rammentarcelo.

Cè una strana ironia nelle affermazioni patetiche del Capo del governo Italiano che per commiatare l'amico Bush, lo elegge personalmente come il miglior Presidente di quella nazione. La storia dirà ,sentenzia forse pensando a sè stesso, al suo corpo tumulato nella faraonica tomba di famiglia.
C'e' una strana ironia in coloro che, nel suo partito, infarcito di ex avvocati suoi e di amici del ventennio, l'anno passato e nel presente,hanno tentato di riabilitare in chiave di strapaese un latitante come Bettino Craxi, anch'esso ampiamente colpevole di aver avviato, piuttosto che concluso, un processo nefasto di allegre finanze circondato da nani e ballerine.

Quando questa ideologia dell'antipolitica e della deregulation mondiale, del debito permanente difeso con le armi, cadranno d'incanto nella realtà italiana , temo che allora appariranno i forconi e il consenso muterà in cattiveria senza freni.

Si parla di una possibile entrata in recessione in questi giorni , ma in realtà già ci siamo da parecchi anni; quello che non sappiamo , e che si sussurra a mezza voce come scongiuro, di nascosto, è se ci toccherà di entrare nella camera tetra delle Depressione Mondiale. Il '29 ,quello dell'inizio della Grande Depressione è infatti sempre piu' evocato e temuto.
Un buco nero che macinerebbe vite, speranze, sostanze.

Per evitarla non c'è molto da fare, come ha dimostrato il governo inglese seguito al passo in modo piu' o meno titubante dall'Unione Europea e dal Tesoro americano: nazionalizzare, anche controvoglia. E speriamo che sia sufficiente una simile misura per arginare le difficoltà, per poterci consolare di una piu' modesta (sic!) e certa stagflazione. Difficilmente per evitare squilibri e tensioni.

Prodi e la sua coalizione di guitti appiccicati era niente, la sua severità contradditoria era nulla rispetto al disastro e alle perdite che stanno sotto gli occhi di questo meccanismo perverso del debito. Il suo pessimismo non bucava il video, ma era saggio quanto la coalizione mentecatta era divisa. Ora abbiamo invece una coalizione compatta , ma inguaribilmente più menteccata.

Anche la mitica classe media, in Italia assai ridotta a vantaggio dell'oligarchia del denaro, dell'immobile, e della concessione pubblica, ha visto i suoi risparmi liquefarsi e i posti di lavoro scricchiolare a rischio. Presto se ne accorgerà per quanto ci si affanni a ad ululare che si tratta solo dei tempi bui, che tutto è accaduto per colpa degli USA (e del suo piu' grande presidente di tutti i tempi).

Tutto il resto è propaganda di una ideologia morente che tira gli ultimi calci al vento , in occidente e in Italia, distribuendo brioche, nella speranza che i flussi di cassa , come il sangue di San gennaro, riappaiono dondolando in una ampolla ormai rotta.

Non sarà la morte del capitalismo, nè delle borse, nè dell'umanità, ma è caduto il secondo muro di Berlino, quello invisibile della dissipazione consensuale, avviata nell'epoca Reganiana , altro santino che in America i neocon hanno cercato di santificare insieme a Nixon giusto l'anno passato.

Purtroppo la cosa non avverrà senza scossoni e di mezzo cadranno i soliti accattoni a cui altri clochard si vanno aggiungendo.


Fotografia: "Mali" di Sebastiao Salgado

martedì 14 ottobre 2008

Di Notte i salmoni escono ... e vanno in città






Dicono che questa sia una società liquida, poi ti svegli è tutto trasformato in una sospensione di nebbie gassose. Anche la borsa, Moloch degli ultimi ventanni, arditamente si trasforma in un "incendio che va a picco", locuzione immaginifica.
Appaiono di questi tempi conversioni verso improbabili finanze etiche , su cui discettano gli stessi che che hanno costuito quelle non etiche; si affina l'occhio smarrito per il povero che pure sempre e' stato li' silente e sfigato; Scoppia, come un botto mediatico inusitato, la immancabile capacità storica di chi Urbi et Orbi avverte che "solo Dio è solido", per usare l'occasione di fare proselitismo divino.

Assisteremo a numerose conversioni ad U in futuro, ricche di vocaboli colti e rimescolamenti concettuali raffinati. Per la maggior parte false e interessate. Scopriremo il millantatore per via delle parole accompagnate dai gesti aristocratici, per la sua totale assenza precedente, per i comportamenti contradditori che richiamano sempre ai vecchi stereotipi. Vedremo pose ed abiti contenuti e studiati per mutare l'immagine , ora logora, e conseguirne una piu' consona ,patinata per i tempi.

Assisteremo però anche a mutamenti genuini, che si formano in pochi gesti o si fondano di poche parole, costruiti su immagini sincere che richiamano simpatia, condivisioni, disponibilità, . Ritorni di qualcosa che è andato perduto o stava per esserlo, disinteressati verso la precarietà.
Avanzeranno tra le pieghe della vita durante una passeggiata, si apriranno strada scostando le tendine di in una conversazione formale in un bar, esploderanno in un gesto muto e gentile alla Marcel Marceau.
Si leggeranno , perchè no, su un blog e assai di meno su un giornale lanciato nel teatrino di uno scoop.


Copio e incollo questo contributo rubato al blog Chiara di Notte, a sua insaputa. Non fidatevi mai del contesto per facili deduzioni o sommari giudizi.
Seguite il salmone , non scambiatelo per un sermone.




Perchè i salmoni risalgono il fiume ?
di Chiara di Notte

“Osserva la natura… ne trarrai insegnamenti che niente e nessuno ti potranno mai dare, Tündér, ne’ i grandi maestri di vita, ne’ alcun libro importante, perche’ siamo ospiti qui, e lo siamo solo per il tempo che ci sara' consentito di restare. Dobbiamo rispettare le regole… e' comunque il destino degli zingari di togliere il campo e partire e, bene o male, prima o poi ce ne andremo tutti.”

Eri vecchia, Nagyanya, quando te ne sei andata. Credo di non aver ricordo di te se non con i capelli argentati, la pelle avvizzita, gli occhi stanchi. Ma in paese c’e’ ancora chi ti ricorda giovane; una tua vecchia amica sopravvissuta alle vicissitudini ed anche un antico spasimante che riescono ancora a riconoscermi e che, quando m’incontrano, giurano che sono il tuo ritratto di quando avevi la mia eta’. Forse e' per questo motivo che, quando sono a casa, mi ostino ad assomigliarti il piu’ possibile; il mio abbigliamento, il modo in cui mi pettino ed un po' tutto s’ispirano a te.

Forse sara’ perche’ ti ho voluto un bene immenso, forse sara’ perche’ cio’ che ho fatto nella vita l’ho fatto anche per te, forse sara’ perche' mi mancano le tue mani che mi accarezzano i capelli, forse sara' perche' sei sempre nei miei pensieri, ma le parole che mi dicevi risuonano dentro come una musica eterna, e per me assumono il significato della saggezza.

Magari saggezza non era, magari eri solo una vecchia zingara ignorante che parlava dissennatamente, magari tutte le mie convinzioni sono errate, magari dovrei rivederle, modificarle, magari dovrei affidarmi a qualcuno… uno bravo, un maestro di vita che mi faccia leggere tanti libri, e che si curi di me smontando pezzo per pezzo tutte quante la mie convinzioni, che ne frantumi i cocci e li macini finemente fino a ridurli in poltiglia impalpabile, e poi la getti nel fiume, lasciandomi con niente in cui credere, niente da ricordare; un foglio bianco su cui scrivere una nuova storia, piena di nuovi sogni, e di nuovi dubbi.

Forse dovrei. Ma non posso. Non voglio.

Quando partii ero piena di dubbi e di sogni; ho percorso sentieri tortuosi, ardui, a volte pericolosi per giungere ad avere delle certezze, per giungere ad avere dei ricordi, per giungere a cio’ che sono, ora. Questa e’ la mia vita, non puo' essere altro che questa, e non mi va di ricominciare. Non ho la forza ne’ la pazienza per affrontare di nuovo il cammino.

“Il fiume scorre in una sola direzione”, dicevi Nagyanya, “dalla sorgente porta sempre al mare.”

E’ come la vita, e mentre tu arrivavi al mare, io scaturivo dalla sorgente. E adesso? Adesso in quale punto del fiume mi trovo? Dicevi che non era possibile saperlo “perche’ non tutti i fiumi hanno la stessa lunghezza.”

Avevo anche io i miei sogni ma adesso, a poco a poco, spariscono; vengono divorati dai ricordi. Non e’ giusto Nagyanya. Non e’ giusto. Tutti dovremmo avere qualche sogno che ci aiuti a sopravvivere, perche’ quando i sogni scompariranno, e ci resteranno solo i ricordi, allora significhera’ che anche il viaggio sara’ alla fine.

Ancora riesco a sognare, pero’… riesco ancora a farlo ma sento che non sara’ per molto. Presto anche io avro’ i capelli che da corvini diventeranno d’argento. Gia’ ho dovuto strapparmi un lungo capello che non era piu’ nero, Nagyanya; che significa?

Dimmelo tu.

Forse anche io, presto, avro’ la pelle avvizzita e gli occhi stanchi, e forse anche io, raccontero’ fiabe ai bambini... e di come l’acqua scorra in un unico senso. Ma l’acqua e’ eterna, Nagyanya, noi no. Lo hai detto tu: siamo solo ospiti, temporaneamente qui… presto ce ne andremo. L’acqua restera’ ma noi non ci saremo piu’.

Forse un giorno, fra moltissimi anni chissa’, qualcuno passeggiando per Tokaj incontrera’ una ragazza bruna con gli occhi chiari e dira’ “Sei il suo ritratto!”

Questo e’ il sogno che ancora mi resta, Nagyanya. Non sogno piu’ castelli principeschi immersi nel verde delle nostre colline, non sogno piu’ principi azzurri che vengano a destarmi, non sogno piu’ brutti anatroccoli che si trasformano in cigni, non sogno piu’ lupi cattivi, orchi, fate, streghe.

Tu per prima mi hai chiamata Tündér… Tundi… la fatina. Come posso dimenticarlo? E’ un ricordo questo, non un sogno. Come sono ricordi le cose che ho vissuto. La vita intera fino ad un attimo prima del presente e’ un ricordo. Non si puo’ sfuggire ai ricordi, essi ci inseguono e non esiste sogno nel quale rifugiarsi.

Cosa potrei dire alle mie sorelle che vivono nella citta invisibile? Che devono sognare e che devono dimenticare? E’ possibile farlo Nagyanya?

Dimmelo tu.

Come potra’ Dorina perdere il ricordo di chi le ha spezzato il braccio perche’ rifiutava di prostituirsi?
Come potra’ Mariska perdonare suo fratello che l’ha violentata?
Come potra’ Viola scordare di essere stata scacciata da casa per aver voluto tenere il suo bambino?

Come potra’ Karolin dimenticare l’indigenza in cui l'ha abbandonata il padre di sua figlia?

Cosa vado a raccontare a Dorina, a Mariska, a Viola, a Karolin? Che devono ascoltare le parole imbonitrici di chi nuovamente si propone con la fatidica frase “Io non sono come gli altri”?

Cosa posso dir loro? Che si deve scordare? Che si deve sognare? E soprattutto, come si puo' dimenticare e perdonare cio’ che hanno fatto a te, Nagyanya?

Ero fuggita anche per questo. Volevo giungere al mare ma non volevo seguire il flusso lento della corrente. Volevo arrivare dove eri arrivata tu, e volevo farlo in fretta. Volevo soffrire in fretta. Volevo capire in fretta…

Adesso forse ho capito. Mi sono conquistata le certezze sul campo di battaglia… forse. Nella lunga ed estenuante guerra contro i dubbi sono riuscita a vincere… credo. Ma c’e’ sempre qualcuno che ancora dice che dovrei ritrovare i miei sogni, scordare… perdonare. Ricominciare da capo.

Ma la vita non e’ qualcosa che si richiude su se stessa e che non lascia scampo, non e’ qualcosa d’immutabile, non e’ una prigione. Abbiamo un’unica cosa che ci appartiene veramente: il potere di decidere. Chi e’ che stabilisce che i sogni sono piu’ importanti dei ricordi? Chi e’ che determina che i dubbi sono piu’ necessari delle certezze? Chi indica le priorita’?

Dimmelo tu.

Nagyanya, dei sogni e dei dubbi non m’importa. Ne posso fare tranquillamente a meno. Non ho combattuto perche’ adesso ci sia chi, con un soffio, fa crollare il mio castello. Sono i miei ricordi e le mie certezze che fanno da cemento e che lo tengono su, e piu’ il cemento e’ forte, piu’ posso dedicarmi a quello che ha dato un senso alla mia vita.

Ricordi cio’ che dicevi? “I salmoni si affannano a risalire il fiume per tornare nel luogo dove sono nati, ed una volta giunti si riproducono e muoiono… non avrebbero bisogno di sprecare tante energie, pero' lo fanno. Forse sono dei ribelli che non accettano di rispettare le regole, oppure sono curiosi e vogliono trovare le loro origini."

Eccomi qui Nagyanya. Credo di essere giunta al mare e adesso sto risalendo la corrente. Come i salmoni, faticosamente, cerco di ritrovare le mie origini. So che quando giungero’ a destino potro’ andarmene in pace. Come ben sai sono sempre stata ribelle, ed anche curiosa, e credo di aver trovato la risposta alla tua domanda: i salmoni risalgono il fiume perche' loro, piu' di noi, hanno il potere di decidere dove morire.

lunedì 13 ottobre 2008

Toh, nel mondo si materializza l'accattone !




WASHINGTON (12 ottobre) -
La crisi finanziaria in atto, la peggiore dal 1930, rischia di mettere in ginocchio i Paesi emergenti, già alle prese con il caro energia e l'impennata dei prezzi degli alimentari. Dall'inizio dell'anno il numero dei poveri è aumentato di 100 milioni e il rischio «è che la cifra salga ulteriormente». A lanciare l'allarme è il presidente della Banca mondiale, Robert Zoellick, spiegando come questa catastrofe è stata creata dall'uomo e sta noi ora trovare le risposte».


e poi:

Zoellick sottolinea come «la crisi in corso si è manifestata prima negli Usa e poi in Europa, con una reazione da parte della gente di confusione, poi di frustrazione, poi di rabbia e poi di paura. Queste reazioni naturali si diffonderanno nel mondo, visto che l'impatto della crisi di amplia. Queste reazioni vanno prese seriamente». Gli eventi degli ultimi mesi «hanno evidenziato la necessità di modernizzare il multilateralismo e i mercati per una nuova economia globale. È questo, e non di meno, quello che ci si aspetta da noi. La crisi attuale deve assorbire tutte le nostre energie e la nostra attenzione».

Se ne sono accorti anche alla Banca Mondiale. Si sapeva ovviamente da molto tempo di questa asimmetria esagerata , ma ora che lo spettro della crisi finanziaria mondiale ha accarezzato con la sua fredda mano i paesi occidentali si scopre che la situazione è decisamente pericolosa oltre che iniqua.

Gli accattoni aumentano ci colpo e pure le tendopoli nel cuore dell'Impero.

L'impronta della sicurezza Italian Style




(AGI) - Varese, 12 ott.

L'avrebbero picchiata a sangue dicendole ripetutamente pesanti frasi razziste come, ad esempio, "brutta marocchina di m...". Un episodio del quale si e' avuta notizia in queste ore e che sarebbe avvenuto nel primo pomeriggio di venerdi', attorno alle 14.30, nella zona del mercato, in centro Varese.


Vittima dell'aggressione ad opera di alcune coetanee una ragazzina di 15 anni, residente nell'Hinterland varesino, trovata sanguinante da un volontario dei City Angels che ha subito chiamato il 118. Sulla scorta della descrizione fornita dall'adolescente, i carabinieri hanno gia' denunciato a piede libero una delle ragazzine che avrebbero dato vita al pestaggio. Si tratta di una compagna di scuola. Anna, questo il nome di battesimo dell'extracomunitaria, ha riportato la frattura del setto nasale. Pare che alla base dell'episodio di violenza vi siano degli alterchi maturati il giorno precedente all'uscita dalla Scuola professionale di via Montegeneroso, a Varese, dove la vittima frequenta un corso per parrucchiera. Subito dopo essere salita sul bus, sarebbe stata insultata da un ragazzo che reclamava il diritto a quel posto. Poi si sarebbe intromessa un'amica del giovane e le due ragazze si sarebbero insultate, strattonate, graffiate. Al momento di scendere Anna si sarebbe sentita promettere ulteriori rappresaglie.
Venerdi' pomeriggio, stando al suo racconto, mentre si trovava nel piazzale dove si svolge il mercato cittadino, sarebbe stata avvicinata da una trentina di persone che l'avevano seguita sin dall'uscita da scuola. Quindi il violento pestaggio che sarebbe avvenuto in mezzo all'indifferenza generale dei passanti.

venerdì 10 ottobre 2008

Presidente Berlusconi, stia zitto !





Oggi il Presidente del Consiglio Italiano, Cav. Silvio Berlusconi ha ripetuto la sua perorazione di ieri per fugare il panico nella borsa italiana : "comprate ENEL e ENI !"

Risultato, in rigoroso ordine di apparizione:

ENEL -8,51 %
ENI -7,21 %

Niente più scongiuri, non bastano. Ci vuole un esorcista. E anche molto bravo.


PS: si soprassiede sulle altre amenità logorroiche odierne dello statista in materia di mercati.

giovedì 9 ottobre 2008

Quelle corna del cavalier Berlusconi





E' assodato, ormai l'uomo porta una sfiga pazzesca (alla popolazione). Ogni volta che viene eletto parte una recessione.
Nel 1994 (parte l'anno dopo) nel 2001 (partita poco prima) nel 2008 (è sotto gli occhi).


Ieri nella conferenza stampa per esporre le misure del governo, invitando a tener duro, e a non vendere le azioni disse :

"...abbiamo aziende che funzionano molto bene, che producono utili, come Enel ed Eni e Mediaset e c'è una Borsa che è staccata dalla realtà, a causa del panico che si è scatenato, le azioni vengono valutate meno del loro valore reale."
Ormai l'universo sa che il panico è tra banche, fondi ed Hedge Fund, i risparmiatori c'entrano ben poco. Morale, oggi alla borsa italiana, in rigoroso ordine di citazione:

ENEL -6,11 %
ENI -1,9 %
Mediaset (di famiglia) -0,96 %

Toccatevi e fate pure gli scongiuri, siamo in presenza di una potente iattura.

Wannnaaaa !

mercoledì 8 ottobre 2008

Lehman Brothers , i fratelli irresistibili e Groucho Marx







Per lo più agghiacciante, a tratti patetico, con una vena di comico (involontario).
Mi rammenta Marx (nel senso di Groucho) quando parlava delle sue avventure con i broker nel 1929.

Il sole 24 ore riporta la dichiaraziona integrale di Fuld, Ceo di Lehman Brothers (mediamente 75 milioni di dollari di retribuzione negli ultimi 8 anni), davanti alla Camera dei Deputati USA.


Ecco pochi stralci:

"Nessuno si era reso conto della portata o della grandezza di questi problemi né, tanto meno, di come il peggioramento delle attività legate ai mutui potesse letteralmente infettare altri tipi di attività arrivando a minacciare un intero sistema. Nell'aprile del 2006, il presidente Bernanke predisse per il mercato immobiliare un "possibile graduale indebolimento anziché un crollo netto". A marzo 2007 dichiarò invece: "L'impatto dei problemi legati al mercato dei subprime sull'economia generale e sui mercati finanziari sarà probabilmente contenuto". In maniera del tutto analoga, a luglio 2007, il segretario Paulson affermò che la crisi del mercato dei mutui "non avrebbe avuto ripercussioni sull'economia in generale", facendo eco alle opinioni espresse dal Fondo Monetario Internazionale. Inoltre, durante l'assemblea annuale degli azionisti di Lehman Brothers, io stesso affermai ciò che ritenevo essere assolutamente vero in quel momento, ovvero che il peggio della crisi per i mercati finanziari era ormai superato. Alla luce dei fatti, posso dire che sia io che molte altre persone avevamo torto."
"Per tutto il 2008, la SEC e la Fed hanno supervisionato regolarmente (a volte giornalmente) i nostri bilanci. Rappresentanti della SEC e della Fed erano sempre nei nostri uffici a monitorare le nostre attività quotidiane. Hanno visto ciò che noi abbiamo visto in tempo reale mentre esaminavano la nostra liquidità, i finanziamenti, il capitale, la gestione del rischio e i processi mark-to-market. Lehman Brothers aveva dei team dedicati che collaboravano con la SEC e la FED per analizzare le nostre finanze e i nostri processi di gestione dei rischio, rispondendo a tutte le domande e fornendo tutte le informazioni richieste, in conversazioni aperte con funzionari governativi esperti e dedicati.
Trimestre dopo trimestre, mese dopo mese, i funzionari hanno visto come abbiamo ridotto le nostre holding immobiliari, come abbiamo aumentato il pool di liquidità, come abbiamo diminuito l'indebitamento e rafforzato i livelli di capitale. Hanno analizzato i nostri rapporti di gestione del rischio che comprendevano le nostre coperture per ciascun segmento. Hanno visto il nostro processo mark-to-market e come effettuavamo le nostre valutazioni, incluse quelle su mutui e sulle operazioni immobiliari commerciali. Hanno verificato regolarmente i prezzi, sono venuti a conoscenza di tutto quanto stava accadendo."
Ancora piu' agghiaccianti i passi riguardanti la regolamentazione delle vendite allo scoperto. Si addossa a questa pratica un po' l'intera colpa (un capro espiatorio vero e proprio) dell'accaduto e alla incertezza della FED nel limitarla risolutamente . Notare, le vendite allo scoperto ovviamente le praticavano anche alla Lehman.

Poi:
Ora abbiamo l'opportunità di creare un nuovo sistema normativo e di "best practice" per un mercato efficiente e organizzato. Questi nuovi approcci devono fungere da incoraggiamento anziché impedire gli investimenti globali nei mercati finanziari. Norme eterogenee e in continuo mutamento creano un sistema di mercati finanziari che non danno fiducia agli investitori o ai soggetti coinvolti. Serve un insieme unico di norme trasparenti per tutti i soggetti partecipanti al fine di ottenere un mercato equo e organizzato. È necessario osservare le regole e applicarle in modo uniforme, non in maniera selettiva, pena il rischio che i principali mercati finanziari non risultino attrattivi per gli investitori. Una perdita degli investimenti nei mercati avrebbe infatti conseguenze enormi per questo Paese e per i cittadini americani.

Morale, tutti questi staff di miliardari e supertecnici non capiva nulla di quel che accadeva, per lo meno a partire dal 2006 e fino al 2008 inoltrato, cervello intasato da ideologia e deregulation.

E alcuni erano pure esperti sulla grande depressione del 1929 e tutti conoscevano la vicenda giapponese della crisi immobiliare degli anni '90. E ancora, loro, strologano di costruire un mercato efficiente. Ma lo è mai stato, mai visto un grafico di borsa ?

Veri professionisti.

Il prezzo della zuppa Campbell






Fa una certa impressione leggere oggi queste righe sconsolate e attonite di un vecchio trader che ne ha viste e assorbite di tutti i colori.
E' un conservatore, politicamente schierato da sempre con l'America repubblicana, un liberista integerrimo, smaliziato da anni di attivita' speculativa su tutte le borse mondiali, che in fondo al tunnel vede sconsolatamente la virtù azionaria della zuppa Campbell , tragico sberleffo alla potenza di Wallstreet.




L'unica spiegazione ottimista
di G.Zibordi

Nelle ultime due settimane la borsa americana ha perso quasi il -20% e la borsa brasiliana, per dire quella dell'economia emergente considerata più solida, quasi il -40% (da maggio il Brasile, EWZ, è sceso da 100 a 38, un -62%, di cui metà negli ultimi giorni)

Nelle ultime due settimane dei cinquecento titoli che compongono l'S&P 500 solo uno è salito, uno è salito e 499 titoli sono scesi, ho controllato ora uno per uno. L'unico titolo che è salito è Campbell Soup, che produce zuppe e ingredienti per minestre, per chi deve risparmiare e non può neanche andare a McDonald e farsi la cena con una minestra

Hanno perso anche le società dei dentifrici e saponette, birra, coca-cola, sigarette, farmaceutici e sanitari, tutto quello che di solito recupera in un crollo generale perchè in genere si pensa che sia una spesa indifferente alla crisi economica.

Questo però mentre crisi economica vera non è ancora cominciata, ad esempio si sono persi in USA solo 1.1 milioni posti di lavoro finora, non 3 o 4 milioni, la produzione industriale più o meno fino a questo mese ha tenuto e la spesa per consumi è solo leggermente negativa. Anche di banche ne sono fallite solo tre o quattro di importanti e 30 di quelle locali (su 7 mila), ma nessuno ha perso i risparmi come negli anni '30 e la maggioranza delle banche sono state in qualche modo salvate, si può anzi dire che al momento ne hanno sistemato i due terzi di quelle importanti con fusioni e ricapitalizzazioni varie.

Ci sono meno titoli positivi che nel crac del 1987, anzi da dieci giorni ce n'è un solo su 500 dell'indice S&P, Campbell Soup, quello delle minestre e zuppe. Fuori dalla borsa nessuno tratta più obbligazioni societarie o altri titoli di debito, le società che devono emettere un bond o ci rinunciano o pagano dei 6% sopra i titoli di stato quando sono AAA

Non scrivo più niente da quando il mercato è crollato venerdì scorso dopo l'approvazione del piano Paulson perchè sono come ipnotizzato, non riesco a credere alle implicazioni di quello che vedo perchè se devi prendere il crash della borsa e i movimenti dei cambi come indicatori questo sembra l'inizio e non la fine. Questo comportamento degli ultimi giorni sembra quello di un mercato che deve perdere non solo il -50% medio perso finora ma un -80% e accompagnarsi ad una depressione

L'unica altra cosa che mi viene in mente è questa. Alla base della piramide economica ci sono le banche e il credito e le banche hanno ancora bisogno sembra di altri 300 o 500 miliardi (oltre ai circa 500 che hanno assorbito finora) per riprendere a funzionare.

Le banche con 1.000 miliardi di capitale circa oggi nel mondo sostengono 30 o 40 mila miliardi di credito globale e poi sulla base e intorno a quello ci sono altri 30 o 40 mila miliardi di mercato obbligazionario. Se le banche si sono mangiate il capitale poi si bloccano e tutto quello che c'è sopra rimane paralizzato, cioè l'economia mondiale. Qui però sta ai politici capirlo e a parte il tentativo di Bernanke-Paulson fanno fatica, il che è anche logico perchè pochi si sono accorti della montagna enorme di debito creata piano piano in 20 anni e delle complicazioni dell'ingegneria finanziaria

Ai vertici delle istituzioni perè capiscono tutti che non si può lasciar fallire (come negli anni '30) o marcire (come in Giappone negli anni '90) le banche e infatti in qualche modo stanno salvando tutte le banche che vanno sotto e sono forse anche a buon punto ormai

Però sono troppo lenti, i governi così stanno lasciando distruggere circa 10 mila miliardi di ricchezza sui mercati finanziari mondiali (da inizio anno), più il costo di una recessione mondiale (tre mila miliardi, forse di più) perchè esitano a salvare le banche in blocco in modo deciso e chiaro

Dall'altra parte infatti non ci sono "gli investitori", ma soprattutto alcune migliaia di manager di mega hedge funds, brokers, fondi vari e "fondi sovrani" abituati a milioni di compenso e con orizzonti temporali di mesi che cercano di liquidare tutti prima degli altri al volo per cui quando appare il piano salva-banche per un attimo smettono di vendere, ma se il piano si pianta per otto giorni e viene un poco annacquato e criticato riprendono a vendere. Appena i -20% diventano -30% poi devono vendere ancora più in fretta perchè hanno spesso la leva finanziaria sotto e comunque a dicembre hanno chiuso o perso il posto se sono sotto di tanto o più del concorrente per cui vanno tutti in corto circuito, sono tutti "traders" anche se hanno miliardi

Questa è l'unica spiegazione "ottimista", l'altra invece è che questo Crac finanziario è solo l'inizio e questa crisi finanziaria è solo l'inizio della vera crisi economica, per cui le zuppe e ministre saranno l'unico investimento.

tratto dal sito-Forum cobraf in Wallstreetitalia.com

lunedì 6 ottobre 2008

La banca intorno a te, nuovo conio





Da una settimana alcune parole hanno mutato radicalmente di significato, il senso positivo e di rispetto di cui si erano ammantate è cambiato di segno e ora assumono significato dispregiativo,
amplificato ora anche da un senso di repulsione ancor prima che di biasimo e preoccupazione.

Elenchiamole, senza neppure precisare o aggettivare, ognuno troverà il bandolo da sé:

America
Azioni
Banca
Bancario
Banca d'affari
Capitalismo (finanziario)
Consumatore
Derivati (finanziari, ma non le griffe false)
Deregulation
Finanza
Fiducia
Fondo comune
Globalizzazione
Liberismo (economico)
Professionista (finanziario)
Ricchezza (monetaria)
Repubblicano (USA)
Solidità (patrimoniale)
Vip


Quel che è successo è semplice: la ricchezza di carta è finita, il fulcro e la causa prima dello sconquasso viene sopratutto dalla deregulation in America (presto copiata anche in Europa e in Asia).


Proprio l'origine, il centro dell'impero, ha disinvestito precipitosamente i suoi soldi in tutto il
mondo negli ultimi due mesi, per portare a casa quel che resta dell'argenteria.
In pratica gli USA si son ripresi i loro soldi vsparsi per il globo.
Così si spiega l'apprezzamento del dollaro nell'arco di due mesi: hanno venduto le monete di tutto il mondo per rimpinguare i loro forzieri. Ora che la moneta americana sembra più forte emetteranno nuovi titoli di stato che faranno sottoscrivere nuovamente ad altri per tappare le falle di casa.

Sul campo devastazioni ovunque. Ricucire sarà assai difficile, dimenticare quasi impossibile.

Abituiamoci anche ai nuovi sostantivi che recupereranno un senso meno drastico, e diverranno il contraltare di quelli precedenti ormai caduti nel discredito:

Accattone
Africa
Etica
Lavoro
Prestito sociale
Modestia
Marx
Nazionalizzazione
Nazione (solo la propria)
Orto (da coltivare)
Religione (antica fede)
Risparmio ( non consumo)
Straniero
Sviluppo
Welfare