domenica 19 ottobre 2008

Storie di merda ad alto potenziale




Questa è la storia di un periodo, di un lungo periodo di 20 anni.
E' la vera storia di una generazione nata nata nel supply-side degli anni 70 e tracollata con i mutui subprime, è la la follia di un mondo di carta che già' aveva vissuto il suo 1929 sui grafici del Nasdaq, inabissatosi in tre anni del 90% dal 2000 al 2003.

La vicenda del Nasdaq fu un abbaglio collettivo, ma a suo modo aveva qualche idea economica di respiro, una giustificazione, per così dire, degna del III millenio.
L'espansione di internet, delle biotecnologie, del software su scala mondiale, dei media generava l'attesa iperottimistica che la rivoluzione dolce e pochi brevetti, allora ai loro inizi, potessero svilupparsi in un mercato quasi illimitato risolvendo la fame di allora: quella della comunicazione perfetta e democratica (e profittevole), generando una buona allocazione delle risorse economiche . Si parlo' allora financo di Finanza democratica, disponibile a tutti grazie ad internet.

All' iperottimismo di quei tempi faceva da contraltare una sofferenza di tutto quello che pareva vecchia e moribonda economia di fronte alla rivoluzione tecnologica che apriva il millennio.

Questa convinzione si appiccicò alle quotazioni sollevandole verso il paradiso. Dal poco di semplici idee e scarsi capitali, si prevedeva uno sviluppo gigantesco e a basso prezzo. Si immaginarono profitti conseguenti a cui fece seguito la moda delle dotcom. Ogni start-up raccoglieva in sè possibilità di sviluppo immense. Non c'erano prezzi, se non nei limiti dei portafogli.
Poi il tracollo delle quotazioni dell'intero settore e il ridimensionamento dell'ottimismo.

Ma questa, quella raccontata dal grafico, è una moda di merda, di semplice guano. Una storia che racchiude un modo distorto distorto di concepire l'economia nata negli anni 80.
Il grafico parte parte da lontano e parla di una intera generazione vissuta di finanza, nutrita di ottimismo e di profitti e spensieratezza crescente.
E' storia paradigmatica della principale azienda del pianeta, quella della finanza fertilizzata da tassi bassissmi del monetarismo , che si è insinuata ovunque e si costituisce nella madre di tutte le bolle.

E' questa la storia delle quotazioni di una azienda quotata nel 1990 a poco più di 1 dollaro alla borsa di New York, al Nyse.
L'azienda, la Potash Co., multinazionale dei fertilizzanti, è versione nobile della produzione della merda sintetica, un output assolutamente necessario per il nostro benessere che si trasforma in input necessario a rigenerarci, ne più ne meno come il nostro output rigenera il ciclo naturale.
Il mercati potenziali dei fertilizzanti sono le terre emerse non coltivate o sottoproduttive e la panciadella popolazione del mondo. Territori immensi. A apartire dalla caduta del Muro di Berlino e dell'avvio dello sviluppo il mondo ne ha ancor piu' bisogno, le masse potenziali sono enormi.

La merda è una commodity essenziale al pari del petrolio, più del petrolio, del grano e del riso. Senza fertilizzanti poco grano e riso, poca pancetta di maiale. La Potasch incarna quindi la moltiplicazione dei pani e dei pesci nel mondo della produzione e degli affari: un mercato in crescita, un grande potenziale.

Alla Potash intuiscono e si quotano. L'intuizione è perfetta e dal 1990 al 1998 (8anni) anche gli investitori intuiscono: l'azienda si espande nei mercati emergenti e le quotazioni crescono piu' di 10 volte (da 1,35 dollari a 14). Poi il mercato principale batte in testa ; è la crisi dei paesi emergenti e le quotazioni della Potash oscillano per 5 lunghi anni tra 8 e 14 dollari.

I fertilizzanti crescono di prezzo, ma ovviamente non del 1.000 % come la Potash, perche' razionalizzare l'agricoltura non è cosi' immediato. Diciamo che il mercato si è espanso, ma il consumo globale non è cresciuto tanto quanto i prezzi delle azioni della potach.
Fin qui la storia non è eccezionale, ancora si sta nella normalita' dell'eccesso, di quello che puo' considerarsi un caso di successo economico in mercati particolari e indovinati.

Intanto alla Potash aprono altri stabilimenti nel mondo, per lo più in paesi del vecchio III mondo. Il costo del lavoro è basso, la domanda è locale e la produzione allocata logisticamente in modo più vantaggioso.
Viene il 2003, gli emergenti si riprendono, come tutti i mercati, dalla congiuntura economica , ma la merda ha il pregio di essere una commodity, pari al grano, all'oro, al petrolio. Gli investitori istituzionali si indirizzano massicciamente dal 2003 verso le commodity e verso i mercati dei paesi terzi e quindi conseguentemente anche verso la Potash.

E' da allora che alla Potash sul Nyse avviene l'impossibile.
Dal 2003 le quotazioni partono dai 10 dollari e crescono geometricamente fino a 240 nel 2008 il 2.400% in poco più di quattro anni, 24 volte. Da rimanere senza fiato.

E la domanda di fertilizzanti mondiale ?
Si' e no cresce del 35 % nello stesso periodo.

Cosa fa della Potash un miglior investimento dell'oro o del petrolio, del grano ? La fame di merda "potenziale", cui si aggiunge altra merda finanziaria che fiuta l'affare. Eh sì, perché questo percorso viene alimentato dalle Banche di Affari (quelle ora fallite o nazionalizzate) che riempiono ogni roadmap, decantando le lodi di questo mercato infinito in cui la Potash è produttore privilegiato.
Non solo, la Potash costruisce un cartello mondiale con altri produttori di fertilizzanti (si potrebbe dire le 7 sorelle di merda) per sostenere i prezzi e i fertilizzanti sembrano in una botte di ferro, assieme ai profitti attesi.

Poi nel secondo trimestre del 2008 la merda ricade sulla terra: le quotazioni da 245 dollari di giugno collassano fino 70 dollari in ottobre (e strada ancora ce n'e'), un meno 70 % in 4 mesi !
E la Potash finisce sotto inchiesta per aver costituito un cartello.

20 anni di profitti stellari, di commistione della fame con la finanza. Vent'anni, una generazione cresciuta sul guano e nella merda.
I denutriti ad alto potenziale hanno finanziato , senza saperlo, questo meccanismo demoniaco senza capo ne coda, la realizzazione postuma di quella fantasiosa teoria di Laffer (recuperata dall'800 e sviluppata dalla reganomics nell'80) secondo cui l'offerta crea la sua domanda (consumo) e si autaggiusta allocando meglio le risorse. Meno tasse, ampliare l'offerta, collocarla sui mercati.
Guano ideologico , droga collettiva dell'ultima generazione attiva di quarantenni, esplosa in un pugno di mesi in ricaduta sulla terra. Non senza disastri , come sempre quando si genera un input senza output.

PS: su internet trovate la documentazione, non metto links, mi parrebbe di fare una indebita e cattiva pubblicità.

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