sabato 21 febbraio 2009

Sincerità , chi ha corrotto David Mills ?






Sappiamo chi corruppe il giudice Squillante, tal Previti, avvocato e già Ministro della Difesa.

Ora c'e' un altro corrotto , ma senza corruttore. Una vera sfida logica, come per i delitti della camera chiusa, dalle tinte fosche e claustrofobiche come nel film di R. Aldrich " Che fine ha fatto Baby Jane ?".

E la camera è veramente blindata, perchè il principale e unico indiziato, grazie ad una legge fatta da lui stesso, si è autoescluso per ordine di potere.
Il popolo plaude a questa furbata e ridacchia al pensiero che il principale imputato di corruzione è pure parte lesa ; la Presidenza del Consiglio infatti chiede un risarcimento di 250 k al corrotto.

Con sincerità, Cavalier Silvio Berlusconi, ci dica chi ha corrotto David Mills ?

PS: qualche mente spassosa è già a caccia di una soluzione investigativa

martedì 10 febbraio 2009

Mentana si è strappato il sondino ....








«Non è così che si fa informazione su una grande rete nazionale. Non esiste solo l’audience. Simili scelte tolgono credibilità a chi le compie, e personalmente non ho nessuna intenzione di avallarle. Stassera su Canale 5 il dramma è quello della cacciata di una concorrente dal Grande Fratello. A mezzanotte, se va bene, si parlerà di Eluana, a Matrix. Andremo in onda comunque, per dovere di informare. Domani però - conclude - rassegnerò le dimissioni da direttore editoriale di Mediaset, per un altro dovere, quello di coerenza».


Aggiornamento ore 23.30 (da Ansa): Mauro Crippa, direttore generale informazione di Mediaset, prende atto delle dimissioni di Mentana da direttore editoriale, accettando.Crippa sottolinea anche che Cologno Monzese ha seguito gli sviluppi del caso Englaro con una lunga diretta del Tg4 e con una finestra di Studio Aperto. Crippa annuncia anche che dopo il Grande Fratello ci sara’ spazio per uno speciale del Tg5 sulla vicenda e quindi Matrix non andra’ in onda.

lunedì 9 febbraio 2009

L'osceno cinismo dell' Italia dei neo-con

Dopo sette mesi di sentenze passate in giudicato, dopo accanimenti amministrativi sul filo della tortura psicologica, dopo gli appelli ignorati, dopo il caso Welby , dopo la Costituzione fatta a pezzi a favore di 4 supercittadini e della retroattività ad personam, l'Italia si svela per quello che è diventata:

Un Paese di Tartufi

domenica 8 febbraio 2009

Lettera di Beppino Englaro , 4 marzo 2004




Ecco il testo (dal sito www.desistenzaterapeutica.it) della lettera che Beppino Englaro e sua moglie Saturna Minuti, scrissero alle più alte cariche dello Stato compresi l'allora presidente Ciampi e l'allora premier Berlusconi nel 2004. Nella lettera spiegavano nei particolari la situazione di Eluana e chiedevano quello che per anni hanno continuato a chiedere allo Stato senza avere risposte.
Solo Ciampi rispose.

Berlusconi ha risposto oggi di non aver mai ricevuto nulla



Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
Al Presidente del Senato Marcello Pera
Al Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini
Al Ministro della Salute Girolamo Sirchia
Al Presidente della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Giuseppe Del Barone

Ci rivolgiamo a Lei, signor Presidente della Repubblica e agli altri destinatari di questa lettera aperta per portare a Vostra conoscenza quanto è accaduto, e continua ad accadere, al bene personalissimo "vita" di Eluana.

Noi siamo i suoi genitori: Saturna e Beppino Englaro. E quel che segue è la sintesi d'una storia fatta di dolori, battaglie, illusioni, in nome di una libertà fondamentale che ci pare negata e maltrattata.
Tutto è cominciato la mattina del 18 gennaio 1992, quando nostra figlia Eluana a bordo della sua automobile è entrata in testacoda e si è schiantata contro un muro.

L'impatto violentissimo le ha causato un gravissimo trauma encefalico e spinale: Eluana non era più in grado di intendere e di volere e versava in uno stato di coma profondo. Dal momento in cui è giunta in queste condizioni all'Ospedale di Lecco è scattato un inarrestabile meccanismo di tutela del bene "vita" di Eluana, meccanismo che noi genitori abbiamo considerato inumano ed infernale.

I medici dell'Unità Operativa di Rianimazione dell'Ospedale di Lecco, diretta dal professor Riccardo Massei, in assoluta ottemperanza al giuramento di Ippocrate, hanno dato inizio alla rianimazione ad oltranza di Eluana.

Diamo atto ai medici che l'assistenza data a Eluana è corrisposta ai criteri della più evoluta letteratura scientifica internazionale e si è svolta in una struttura perfettamente adeguata, con il massimo sostegno possibile ed immaginabile da parte di tutte le persone ritenute idonee ad essere chiamate in causa per il bene di Eluana, genitori compresi.

Il prof. Massei fu da subito molto umano, semplice e chiaro, tanto che ci disse che il sapere scientifico, per un caso grave come quello di Eluana, era di poco superiore allo zero per quanto concerneva la sua evoluzione futura. La rianimazione non poteva in alcun modo essere sospesa per volontà di nessuno al mondo, finché non fosse avvenuta la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo di Eluana, ovvero finché non fosse intervenuta la sua morte
cerebrale.

Eluana non è morta: è caduta in uno stato vegetativo persistente e, dopo due anni, in uno stato vegetativo permanente nel quale si trova tuttora. Oggi è in un letto d'ospedale, senza alcuna percezione del mondo intorno a sé: non vede, non sente, non parla, non soffre, non ha emozioni, insomma, è in uno stato di morte personale. Ha bisogno d'assistenza in
tutto e per tutto: viene lavata, mossa, girata, nutrita ed idratata da una sonda supportata da una pompa.

I medici sono riusciti a salvarle la vita, ma la vita che le hanno restituito è quella che lei aveva sempre definito assolutamente priva di senso e dignità.
Eluana, sin da bambina, in più occasioni ci aveva manifestato un concetto molto definito della libertà e della dignità, che l'adolescenza e la maggiore età avevano sempre più rafforzato e reso limpido. La libertà di disporre della propria vita secondo la sua coscienza e la sua ragione era un valore irrinunciabile per Eluana, il quale non sarebbe mai potuto venir
meno perché faceva parte, per così dire, del suo DNA.

Il tema del bene personalissimo "vita" era stato affrontato in famiglia molte volte, anche in occasione di svariate situazioni-limite che i mezzi di comunicazione avevano portato alla ribalta pubblica.
Era così emerso un valore di fondo molto forte ed univoco: solo la coscienza e la ragione di Eluana, di Saturna e di Beppino potevano decidere se le rispettive vite fossero da considerare ancora vite e se avessero un senso ed una dignità.

Il caso ha voluto che la nostra famiglia approfondisse anche il tema della rianimazione senza ripresa di coscienza dopo giorni e settimane, come pure quello dell'essere tenuti in vita in stato vegetativo permanente. La sospensione dei sostegni vitali per queste due estreme condizioni, in modo da non essere tenuti in vita forzatamente oltre determinati limiti di
tempo e così poter finalmente essere lasciati morire, era per Eluana, Saturna e Beppino la cosa più ovvia e naturale del mondo.

L'orrore di vedere uno di noi tre privo di coscienza, tenuto in vita a tutti i costi, invaso in tutto e per tutto da mani altrui anche nelle sfere più intime, non sarebbe stato in alcun modo sopportabile e ammissibile: Eluana ha sempre considerato
ciò una barbarie.

Questa era la volontà di Eluana e noi genitori volevamo e vogliamo che venga rispettata. Mettere al corrente i medici della volontà di nostra figlia, purtroppo, non è stato sufficiente, perché proprio loro che avevano fatto di tutto per tenere in vita Eluana, non avevano più il potere di sospendere i trattamenti.
Siamo stati costretti ad iniziare una lunga battaglia legale: ci siamo rivolti ai giudici affinché, nel rispetto della volontà di Eluana, autorizzassero i medici a sospendere i trattamenti di sostegno vitale. Riteniamo semplicemente contro lo spirito della nostra Costituzione venire così palesemente discriminati del diritto inviolabile alla libertà di terapia e cura fino
alle più estreme conseguenze, possibile nella condizione personale capace di intendere e di volere, ed impossibile in quella non più capace di intendere e di volere.

A oltre 10 anni dallo scioglimento della prognosi nel senso dell'irreversibilità delle condizioni di Eluana, la seconda sentenza della Corte d'Appello di Milano, pronunciata nel dicembre 2003, ha ritenuto inammissibile e da rigettare la richiesta di sospensione delle misure di sostegno vitale, con la quale il papà Beppino (che ne è il tutore) dà semplicemente voce
a quanto Eluana avrebbe deciso nel caso le fosse capitato di trovarsi in una simile situazione.

Già in seguito alla prima sentenza della Corte d'Appello di Milano, che risale al dicembre 1999, il Ministro della Salute Umberto Veronesi si era reso conto che le istituzioni avevano dei precisi doveri per arrivare al chiarimento dei problemi irrisolti e si era mosso con l'atto concreto di istituire una Commissione di studio che ha prodotto un importante documento
pubblicato nel maggio 2001 (Gruppo di Studio Oleari). Noi genitori di Eluana ci aspettiamo che le istituzioni si muovano di nuovo in tal senso, anche dopo la seconda sentenza della Corte d'Appello di Milano, che non ha neanche ritenuto doveroso approfondire il concetto di dignità della vita che aveva Eluana. Concetto, in questo dramma, per nulla secondario.

Competenza, chiarezza e trasparenza, documentate e documentabili da parte di tutti, non sono mai venute meno dal lontano 18 gennaio 1992 durante tutto l'iter clinico, umano e giuridico che riguarda Eluana.

Pertanto tutti dovranno assumersi le loro responsabilità fino in fondo, senza nessuna possibilità di eluderle. Ci auguriamo che Lei, Signor Presidente, e gli altri destinatari di questa lettera, vogliano trovare gli atti opportuni per dare uno sbocco alla vicenda di nostra figlia Eluana, che da 4.430 giorni è costretta dalle istituzioni e dai medici a una non-vita.
Chiediamo in particolare al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi di essere ricevuti, per poter esporre meglio la nostra situazione.

I nostri rispettosi saluti.
Lecco, 4 marzo 2004
Saturna Minuti Beppino Englaro

sabato 7 febbraio 2009

Agonia di un Paese

Ragazzi organizzatevi che qui il fascismo moderno e i suoi ascari stanno facendo a pezzi quel poco che resta.

E' un paese di vecchi l'Italia, che certo non può fare a meno di immigrati.
E' un Paese che si impoverisce economicamente (ma non tutti), che tutte le migliori risorse e le produzioni più stabili stanno all'estero.
E' un Paese di persone rancorose , incrociate in famiglia ai limiti della sopportazione genetica.
E' un Paese di ipocriti, tutti cattolici dalla cintola in su, disposti a ricevere con una benedizione il presunto viatico per l'al di là.
E' un paese dove la democrazia sta diventando carta straccia e il Parlamento è messo sotto scacco e violentato quotidianamente, anche quando non ce n'è alcun apparente bisogno, dove la Costituzione è sodomizzata ogni mese con disprezzo.
E' un pase di cortigiani, di oligarchie ristrette che occupano ogni spazio economico, dell'informazione, del potere, dello spettacolo, della religione.
Questo non è un Paese spaesato, ma un paese invasato.

Per questo Paese in agonia, a voi ragazzi, non restano che due possibilità: ribellarsi o morire.
Ma anche morire in pace è diventato un problema.
Non stanno cercando di salvare una vita, ma di eleggere un cavallo ai vertici del potere.
Che Dio li fulmini !

Quando le cose son messe cosi' è difficile essere ottimisti: se la pietà muore, l'odio, le piazze, le forche avranno il sopravvento; per strada, non solo sugli organi di informazione.

Ragazzi decidete, o scappate o agite. Non c'e' altra scelta. Noi vecchi accattoni non possiamo fare più molto.


Questo è la prima pagina del Corriere della Sera on line, di oggi alle ore 18,30. In un battito di ciglia l'abisso degli orrori su cui danza l'Italia.


domenica 1 febbraio 2009

Gli organi di stampa, il traffico di Repubblica






La nuova campagna shock avviata dal Ministro Maroni sul presunto traffico di organ, dedotta parrebbe dai minori immigrati scomparsi, è una bufala evidente.

E' un colpo allo stomaco per sollevare e maturare consenso su due questioni : il controllo delle criminalità, che in tempi di crisi sfumando il confine tra normalità civile e devianza si fa sempre più labile e si arricchisce di nuove forme di illecito, e il contrasto dell'immigrazione (regolare e no) che si vuole scoraggiare . Il secondo aspetto viene ovviamente schiacciato ancor più sul primo ed eletto a primus.

Il traffico d'organi semplicemente non esiste nella realtà. Di questo sono certi La Polizia di Stato e alcuni osservatori, come l'ex sottosegretario all'Onu Pino Arlacchi, e l'Associazione donazione Organi (AIDO) che sottolineano si tratia di una fantasia dura a morire, visto che evidenze non ce ne sono nel Mondo intero.

La questione non meriterebbe alcuna attenzione se l'idea dello scoop e dell'urlo mediatico sull'onda di una notizia che è notizia non è, ma pura invenzione, non trovasse titoli a stampa anche oltre la provocazione del Ministro. E' il caso dell'articolo di Francesco Viviani su "la Repubblica".

Il pezzo del giornalista rivela scorci della prostituzione maschile di minori romeni in Italia, a Milano. L'articolo è per certi versi pregevole perché mostra come verso le prestazioni sessuali dei minori esista una domanda in Italia , ma anche perché sottolinea i motivi del perdurare di questa forma di prostituzione organizzata, i dubbi dei ragazzi, le resistenze, il meccanismo del denaro facile.

E' un buon pezzo, per nulla stupefacente visto che casi analoghi sono denunciati quotidianamente in Romania, ma il titolo del redattore fa torto ai contenuti del giornalista: "Nell'inferno dei bambini fantasma.Volevano un mio rene ma ho detto di no", questo è il titolo ammiccante.

Titolo e sottotitolo equivalgono esattamente alle sole due righe rintracciabili sul problema nell'intero articolo: una osservazione quasi casuale, una specie di rafforzativo del giornalista in riferimento al clima torbido che riguarda la prostituzione minorile, ma per nulla una notizia documentata attorno alla questione del traffico d'organi.
Insomma la questione è gridata come una verità dal capo redattore, mentre resta una bufala all'interno di fatti verissimi. Il redattore suggerisce implicitamente di cercare il traffico d'organi nella prostituzione minorile, la dove il giornalista nemmeno se lo sogna, visto che si interessa d'altro

C'e' da chiedersi come un giornale nazionale perché la Repubblica, per altro all'opposto ideologico di Maroni, possa cadere in questa trappola.
Semplice, il gusto dello scoop al momento giusto, nella disperata ricerca di audience: pochi leggerebbero della prostituzione minorile (italiani che chiedono prestazioni sessuali a minori) , ma molti sono attratti dall'idea fallace che ci sia un traffico d'organi.

In realtà i casi di traffico (tentata vendita) di organi da parte di italiani disperati, riportati anche dalla cronaca passata sono assai numerosi. Per mio figlio vendo un occhio, o un rene !
Basterebbe grattare in questa direzione per vedere anche come alla disperazione spesso cerchi una soluzione mediatica e urlata ai propri problemi, senza per questo voler avvalorare una incosciente ed inesistente traffico d'organi di minori.

In questo blog c'e' una interessante considerazione statistica sugli argomenti che assillano l'informazione; vale la pena di rifletterci attentamente e chiedersi se non stia per riprendere piede una operazione sullain sicurezza sociale parlata, piuttosto che su quelle vere e reali : l'indubbio invecchiamento della popolazione italiana, il degrado della politica dell'economia, il progressivo e lento declino del sistema paese a cui non si riesce a mettere fine soprattutto con il picchiare della crisi.
Complici anche le facilonerie mediatiche di una sinistra senza testa e fors'anche ormai senza cuore, ma disposta ad accettare le fantasie illogiche di non esclusione dei creatori di bufale di Rignano Flaminio.