domenica 1 febbraio 2009

Gli organi di stampa, il traffico di Repubblica






La nuova campagna shock avviata dal Ministro Maroni sul presunto traffico di organ, dedotta parrebbe dai minori immigrati scomparsi, è una bufala evidente.

E' un colpo allo stomaco per sollevare e maturare consenso su due questioni : il controllo delle criminalità, che in tempi di crisi sfumando il confine tra normalità civile e devianza si fa sempre più labile e si arricchisce di nuove forme di illecito, e il contrasto dell'immigrazione (regolare e no) che si vuole scoraggiare . Il secondo aspetto viene ovviamente schiacciato ancor più sul primo ed eletto a primus.

Il traffico d'organi semplicemente non esiste nella realtà. Di questo sono certi La Polizia di Stato e alcuni osservatori, come l'ex sottosegretario all'Onu Pino Arlacchi, e l'Associazione donazione Organi (AIDO) che sottolineano si tratia di una fantasia dura a morire, visto che evidenze non ce ne sono nel Mondo intero.

La questione non meriterebbe alcuna attenzione se l'idea dello scoop e dell'urlo mediatico sull'onda di una notizia che è notizia non è, ma pura invenzione, non trovasse titoli a stampa anche oltre la provocazione del Ministro. E' il caso dell'articolo di Francesco Viviani su "la Repubblica".

Il pezzo del giornalista rivela scorci della prostituzione maschile di minori romeni in Italia, a Milano. L'articolo è per certi versi pregevole perché mostra come verso le prestazioni sessuali dei minori esista una domanda in Italia , ma anche perché sottolinea i motivi del perdurare di questa forma di prostituzione organizzata, i dubbi dei ragazzi, le resistenze, il meccanismo del denaro facile.

E' un buon pezzo, per nulla stupefacente visto che casi analoghi sono denunciati quotidianamente in Romania, ma il titolo del redattore fa torto ai contenuti del giornalista: "Nell'inferno dei bambini fantasma.Volevano un mio rene ma ho detto di no", questo è il titolo ammiccante.

Titolo e sottotitolo equivalgono esattamente alle sole due righe rintracciabili sul problema nell'intero articolo: una osservazione quasi casuale, una specie di rafforzativo del giornalista in riferimento al clima torbido che riguarda la prostituzione minorile, ma per nulla una notizia documentata attorno alla questione del traffico d'organi.
Insomma la questione è gridata come una verità dal capo redattore, mentre resta una bufala all'interno di fatti verissimi. Il redattore suggerisce implicitamente di cercare il traffico d'organi nella prostituzione minorile, la dove il giornalista nemmeno se lo sogna, visto che si interessa d'altro

C'e' da chiedersi come un giornale nazionale perché la Repubblica, per altro all'opposto ideologico di Maroni, possa cadere in questa trappola.
Semplice, il gusto dello scoop al momento giusto, nella disperata ricerca di audience: pochi leggerebbero della prostituzione minorile (italiani che chiedono prestazioni sessuali a minori) , ma molti sono attratti dall'idea fallace che ci sia un traffico d'organi.

In realtà i casi di traffico (tentata vendita) di organi da parte di italiani disperati, riportati anche dalla cronaca passata sono assai numerosi. Per mio figlio vendo un occhio, o un rene !
Basterebbe grattare in questa direzione per vedere anche come alla disperazione spesso cerchi una soluzione mediatica e urlata ai propri problemi, senza per questo voler avvalorare una incosciente ed inesistente traffico d'organi di minori.

In questo blog c'e' una interessante considerazione statistica sugli argomenti che assillano l'informazione; vale la pena di rifletterci attentamente e chiedersi se non stia per riprendere piede una operazione sullain sicurezza sociale parlata, piuttosto che su quelle vere e reali : l'indubbio invecchiamento della popolazione italiana, il degrado della politica dell'economia, il progressivo e lento declino del sistema paese a cui non si riesce a mettere fine soprattutto con il picchiare della crisi.
Complici anche le facilonerie mediatiche di una sinistra senza testa e fors'anche ormai senza cuore, ma disposta ad accettare le fantasie illogiche di non esclusione dei creatori di bufale di Rignano Flaminio.

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