lunedì 20 luglio 2009

Micio Micio, Bau Bau !







Mi rendo conto che è avvilente tornare sull'argomento, l'insistenza stanca e anche la morbosità ha un limite, ma ancor più stanca questo materasso italiano contro cui tutto rimbalza come se nulla fosse.

Patrizia DAddario faceva (o fa) la escort, ovvero la peripatetica di lusso; Silvio Berlusconi era un suo cliente, non un utente finale.
Ognuno la dà via come crede e spende i suoi soldi come gli aggrada. Patrizia D'addario è stata accusata di aver ordito un inganno nei confronti di un Presidente del Consiglio, di mentire e di essere una ricattatrice. Ora l'Espresso pubblica in audio e in trascrizione i colloqui tra la bella barese e il suo gattone istituzionale Silvio e tra lei e il lenone pugliese. Registrazioni effettuate tramite cellulare dalla medesima D'Addario.

Hai ben voglia di non fare il puritano, di fare spallucce per un paio di incontri a pagamento (non onorati a dire il vero) di rifiutarti di occhieggiare dal buco della serratura sui costumi sessuali altrui.
Ma tutto avviene a novembre , il giorno di Obama, al culmine di una crisi economica deflagrante che sgretolava fortune e soprattutto pompava disoccupazione ovunque nel mondo, e questo qui, questo micione miliardario in cerca d'affetti e di un pao di trombate si metteva nell'alcova , sul lettone di Putin, e in televisione negava l'evidenza di una crisi senza precedenti dell'ultimo secolo.

Questo bel tomo, questo ragazzetto in preda agli ormoni (sic!) del momento, questo micione trombatore, il papi di tutte le Russie e dell'intero globo terracqueo, è il Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi, miliardario con seguito di fans adoranti, difensori della famiglia e della imprenditorialità italiana.
Se c'è una crisi (ed era ed è crisi, profonda, lunga, pesante) lui assolda ragazze per i suoi festini, gli telefona per vantarsi dei suoi bei discorsi doppo la notte di dolcezze , con l'aria dell'amante incompreso e affettuoso. Le insegue irritualmente per le feste di compleanno. Uomo galante, presidente scadente.

Amante di che ? di se stesso ovviamente, alla faccia dei poveri cristi con la spada di damocle dei licenziamenti e della vita grama sul groppone.

Indignarsi ? e perchè mai! ... questa è l'Italia, questi sono gli italiani , bellezza ! Questè la ricchezza d'Italia: milioni dei cellulari in mano alle puttane e ai lenoni del regime.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ghedini ha rilasciato una dichiarazione.
Patetico tentativo di scagionare il Capo pallonaro:

http://www.repubblica.it/ultimora/politica/GHEDINI-REGISTRAZIONI-INVEROSIMILI-E-SENZA-PREGIO/news-dettaglio/3695765

Accattone ha detto...

In realtà l'astuto ascaro dice:

a- il Tribunale ha in mano le intercettazioni originali,
b quindi quelle dell'Espresso devono essere false e irrilevanti
c- ma se fossero vere non dovrebbero stare su un settimanale.

Insomma un paradosso forense per cercare di far sparire aristotelicamente il fatto.
Patetica, sì, recitazione di un "Comma 22" per gabolare il popolino.

Il più assurdo di tutti resta comunque Capezzone, nemmeno Intini ai tempi di Craxi era cosi' indisponente nella difesa del Capo del Governo in stivali e con conti ovunque.

Anonimo ha detto...

"Alla luce della lettura di quelle pubblicate sul sito di Repubblica, e l'autorità giudiziaria competente si auspica verifichi come i giornalisti ne siano entrati in possesso - prosegue Ghedini - non si può che ritenere trattarsi di materiale senza alcun pregio, del tutto inverosimile e frutto di invenzione.

Comunque la pubblicazione integra è di per sé un illecito che dovrà essere perseguito, e nei confronti di chiunque ritenesse di riprendere tale materiale saranno esperite tutte le azioni legali del caso".

Accattone ha detto...

oh mio dio, sono fritto!

Considerando la questione da altro punto di vista, per un Accattone potrebbe anche essere una soluzione vantaggiosa essere mantenuto al gabbio...

Il ragionamento del leguleio non fa una piega: il fatto esiste, è un falso, e se non c'è ed è un falso trattasi di diffamazione.

Carota retorica e solida minaccia di bastone negli orfizi.