giovedì 3 luglio 2008

Maroni, la posa della prima impronta digitale






A reti unificate, contornato dalle maggiori cariche dello stato e dei suoi collaboratori giubilanti, assisteremo alla posa della prima pietra della riforma per la sicurezza.

Roberto Maroni , Ministro dell'Interno della Repubblica Italiana, accarezzando la testina arruffata di una zingarella pigerà i ditini della piccola su un tampomcino d'inchiostro , presserà poi delicatamente la manina su un foglio per raccogliere le impronte. L'inchiostro verrà rimosso amorevolemente con il fazzoletto verde tratto dal taschino, con brevi movimenti.


Una caramella al tamarindo offerta dal Ministro sarà zoomata in primo piano, mentre la piccola felice la porterà alla boccuccia con i polpastrelli ancora segnati dal nero.

Appalusi, sorrisi , mostra della prima scheda con le prime piccole impronte.
Occhiali colorati che guardano le telecamere , foto di famiglia con mamma, il babbo e fratellini zingarelli. Tutti commossi.

Una calda ,contenuta, allegria.

2 commenti:

Chiara di Notte - Klára ha detto...

Ma scusa, le impronte digitali non vanno prese ai delinquenti, ladri, truffatori, papponi, corrotti?

Flyingboy ha detto...

Buona sera,

Forse il popolo italiano non e accorrente e si sorprenderà di quello che scriverò adesso tanto quanto ero sorpreso io quando mi hanno spiegato che le impronte digitali non vanno prese ai italiani.

Sono croato, e come tutti i extracomunitarii, per ottenere il visto di soggiorno, ho dovuto lasciare le impronte digitali. E una procedura regolare, per mettersi in regola per ottenere un soggiorno valido in Italia.
Chiunque volesse andare in USA, gia al aeroporto, con un sistema moderno digitale (scanner delle impronte) insieme ai suoi dati ricavati dall’ passaporto e la foto della faccia (e della pupilla se mi ricordo bene), garantisce allo stato di avere le intenzioni lecite, o almeno di essere facilmente ritracabille.
E non solo.
In Croatia, e un OBLIGO per TUTTI di lasciare le impronte digitali. E una condizione indiscutibile per ottenere la carta d’identita’.

E percio’, non trovo tanto schocante il semplice fatto delle impronte digitali, quanto il clima stesso che sta travolgendo l’Italia, un clima xenofobo, che come ai vecchi tempi di caccia alle streghe, sta cercando di dirottare l’attenzione del popolo sulle questioni marginali, e colpevolizzando il nemico invisibile per tutto il male attuale.

Certo, la questione e’, perche’ i bambini rom e extracomunitarii e non anche i italiani? Forse la risposta e solo di questione pratica, al livello tecnico - tecnologico, la mancanza della struttura amministrativa per gestire la quantità immensa dei dati raccolti, forse e pura ipocrisia, perche’ solo i stranieri sono quelli delinquenti.

Il fatto sta, chi ha la anima in pace, non ha niente da temere.

Il vero male e la vera ipocrisia verso il popolo Rom e ben altro. Le impronte in tutta la storia (aparte il possibile puro fatto simbolico) e il minimo problema che potrebbe preoccupare il popolo Rom che si trova in Italia in questo momento.