domenica 7 dicembre 2008

Panettoni, Capponi e Berlusconi


Qui, Italia, si cazzeggia: non si parla più di Robin Tax ma di Social Card; non di tagli necessari (province, emolumenti d'oro, tasse ai poveracci), ma di stanziamenti per la cassa integrazione; di 80 miliardi inesistenti per superare la crisi, ma si teme che il prossimo anno non si sottoscrivano i BOT ; di risparmi alla bolletta dell'Enel e della benzina (che decrescono da soli) , ma intanto si chiede a tutti di consumare e di impegnarsi in centrali nucleari; di tagli alla scuola (ipertrofica, è maledettamente vero) , ma non alla scuola confessionale che questa ultima è cristianamente incazzata.
Iniziative creative a non finire.
Insomma qui si si vive con leggerezza ondivaga la vigilia di Natale, pensando a cappone e panettone, a torroni e a Berlusconi , ai regalini ai bambini buoni.

Qui, invece, qualcuno riassume quel che ci aspetta: la bassa corte , o , perchè no, un orto sul balcone.
Solo un pessimista ?


L'ultima bolla, i titoli di stato
di Zen lento

Da due mesi non è cambiato praticamente nulla. L'azionario (tranne il caso italiano) è ai medesimi livelli di due mesi fa, segnando un bottom possibile di periodo, e le materie prime colano costantemente a picco dopo la speculazione selvaggia degli ultimi 4 anni.

In realtà qualcosa avviene e sul fronte economico: le notizie peggiori si susseguono incessantemente, prime tra tutte la disoccupazione crescente e il blocco degli ordini e dei trasporti e la contrazione ovunque dei consumi che fanno crescere lo spettro della deflazione. Come già in Argentina, poi in Giappone nel 2002, ora anche in USA si stampano monete locali.

Ma c'e' un altro fatto importante che segnala l'avvio di una fase nuova . I titoli sovrani degli stati a lungo hanno raggiunto nuovi massimi, qualcuno sostiene che la Fed in Usa li compra. Negli Usa questo si traduce in un rendimento zero nei titoli a 3 mesi, e del 3% per i trentennali. In altre, imprecise, parole ci vogliono 33 anni per raddoppiare nominalmente il capitale investito, un P/E di 3,3. In Europa non è molto diverso.
E' la nuova, ultima, definitiva bolla dell'era moderna.

Questo è indicativo di come l'orizzonte dell'investimento si allunghi, di come di fatto la percezione sia quella di una "economia di guerra" da prestito quasi irredimibile e di come le cose volgano in modo del tutto simile al Giappone dell'inizio anni '90. I governi con risolutezza, o con titubanza caritatevole come in Italia, si preparano a varare misure straordinarie attingendo al debito pubblico che già ha superato il PIL (che decresce ovunque). La situazione è ovviamente peggiore là dove al deficit pubblico si cumula quello privato, come negli USA (dove consolidato dei deficit gemelli è ben sopra il 200 % del PIL).

Si apre così una finestra per i governi per l'emissione di titoli a servizio del debito crescente, a tassi bassi, e c'è da credere che l'anno prossimo le nuove emissioni nel mondo saranno assai elevate e assumeranno la connotazione di debiti forzati, poi l'inflazione potrà riprendere il suo corso e la rincorsa dei prezzi (e dei tassi al rialzo) riprenderà anche grazie alla ormai chiara tendenza a stampare moneta come ormai è palese in USA. Un rafforzamento più accentuato e temporaneo del dollaro, piuttosto governato, forse sarà il segnale del punto di arrivo temporaneo e di svolta.

Una sana inflazione è ora considerata una necessità ineluttabile, anche se le bocche restano cucite e lo spettro (soprattutto europeo) degli anni bui è storia guardata con terrore. Il tasso BCE è al 2,5 %, il medesimo del 2003 e tra i più bassi di sempre.

Negli anni '80 e ancor più negli anni '90 il paradigma del "meno stato e più mercato" intendeva spostare il debito verso i privati (USA, Inghilerra) nella speranza ideologica che i privati sarebbero stati più oculati ed efficienti della burocrazia. Questa ideologia (tutt'ora in auge tra i nipotini di Bush come mostrano le soluzioni raffazzonate di Silvio Berlusconi impegnato a fare shopping) in realtà non ha fatto che accrescere due debiti, spingendo sull'accelerazione monetaristica della propensione al consumo ; da qui deficit crescenti verso l'estero e in primis verso i paesi emergenti , drogata da tassi d'interesse artificiosamente bassi. I tassi di interesse sono costantemente diminuiti dal 1981 in poi , praticamente trent'anni e ora sono nei pressi dei minimi storici e ancora verranno tagliati un po'. Erano troppo alti allora, son troppo bassi da più di dieci anni.

Il paradigma monetraista, nella sua variante ideologica, è morto insieme ai fallimenti più o meno mascherati delle banche, ma ancora non è stato dichiarato cadavere e occorrerà attendere un prima che scompaia definitivamente dalla testa delle classi dirigenti e del parlar comune. Ha prodotto la più vistosa disuguaglianza e concentrazione di redditi dell'era moderna (profitti in poche mani, debiti aggiuntivi in moltissime) e il percorso inverso (la redistribuzione dei redditi) richiederà non pochi sforzi politici in occidente e molte scosse che pochi saranno disposti a trangugiare (aumento della tassazione in forma diretta o indiretta).

L'unico vantaggio, per così dire, è che la situazione è comune ad oltre la metà del globo e quindi i confronti , la rincorsa a metterci le pezze sarà relativamente più agevolata o giustificabile presso il proprio elettorato. Mal comune mezzo gaudio.

Per tutto il prossimo anno , se si hanno risparmi, stare investiti sul monetario a breve e iniziare ad accumulare sul tasso variabile o indicizzato all'inflazione e ai tassi d'interesse di durata più lunga (5/7 anni). Non è un granchè vista con gli occhi del passato e del presente, ma è la cosa più sicura se si attende una ripresa dell'inflazione.
Alla larga, lontanissimi, dal reddito fisso pluriennale (bund, Btp, o quant'altro ) , perchè con l'alzarsi dei tassi (inevitabile) e dell'inflazione perderanno valore.

L'orto e animali di bassa corte rimangono un piacevolissimo e redditizio hobby, per qualcuno una necessità.

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