mercoledì 25 marzo 2009

Oltre il giardino, quaderni di doglianza




La situazione italiana ha tratti gotici: il presidente del consiglio e i suoi yesman pompa ottimismo e si traveste come Zelig da Capotreno; il popolo rumoreggia appena; i Papi e i teodem vietano i preservativi alla gente zozzona.
L'architettura gotica sta tutta qui in quegli archi che tagliano gli spazi verso l'alto, ma il gotico moderno incupisce piuttosto che raccogliere in modo severo la luce che al contrario ci annega nell'horror vacui che ci circonda.

Su Repubblica continuano i quaderni di doglianza. La nuova puntata chiede agli internauti come fronteggiano privatamente la crisi e le soluzioni pubbliche con cui affrontare la crisi. E' presto per trarne conclusioni, ma all'ingrosso qualche osservazione può ben essere fatta.

C'è una discreta relazione tra il reddito medio famigliare e le attese per la crisi. Al di sotto della stima puntuale di 2 mila euro di reddito pro capite si pensa che per affrontare la crisi siano necessarie misure straordinarie, al di sopra di questa cifra si tende a rispondere che la crisi deve passare da sola. Le soluzioni suggerite sono più sul fronte delle uscite statali, che non sulle entrate. I più giovani , stranamente, sono i più rassegnati. Tanti i tagli famigliari di tutti, secondo le capacità di reddito redditi.

C'è in pratica la tendenza, nella parte relativamente più benestante, a considerare questa crisi come un temporale, una specie di tormenta che avrà un corso simile a quello di un uragano o di qualsiasi avversità climatica. Poi tornerà il sereno.

Ovviamente chi ha maggiori redditi si sente anch'esso preoccupato per il futuro, ma per nulla nell'epicentro delle difficoltà; mantiene quindi i nervi più saldi.
Quello che stupisce è questa considerazione dell'economia come un evento naturale, al pari di una malattia facilmente curabile o di un nubifragio che si riassorbe spontanemante. La mano invisibile di Smith (la sua banalizzazione) è già una cura spontanea.

Ma è davvero così ? No, non lo è , ma è una percezione deformata dall'ideologia del passato . Questa crisi economica non è nata da vortici meterologici maligni e imprevedibili, ma ha cause ben individuate , cresciute nel tempo e precipitate con violenza in pochi mesi. Sono cause umane, non divine o fisiche.
Ritenere che passino così come son venute , senza alcun intervento, mostra quanta approssimazione ci sia e come ancora la questione sia sottovalutata.

In Italia lo è moltissimo, come all'estero, come ben dimostra la quantità gigantesca di denaro progressivamenye gettato nell'arena (con ritardo) e fabbricato nel tentativo di fronteggiare la crisi delle banche (in italia non si inietta nulla, semplicemente perchè nulla c'è).
Non passa giorno che il cosidetto quantitative Easing venga rafforzato da nuove misure per circoscrivere l'incendio, ma è dubbio che ci si riesca presto. In Giappone non ci riuscirono e la depressione è tutt'ora in corso , da 20 anni.

Tutti gli stati mondiali fabbricano moneta e si indebitano sempre più pesantemente, ponendo così le basi di una sicura inflazione futura. Meglio una inflazione che una deflazione prolungata, ma il profilo di uscita si allunga nel tempo. Del resto c'e' una guerra economica planetaria, soffocata a malapena dal fatto che tutte le nazioni sono coinvolte nella difficoltà. E' una guerra che pare giocarsi per ora sulle valute, sulle svalutazioni comparative delle valute maggiori. E' quasi un sospiro nell'economia nervosa dei computer, ma anche in grado di travolgere le economie reali scaricando di qua o di là le tensioni. E' una guerra "civile" e sopita , ma che puo' tramutarsi in poco tempo in qualcos'altro.

Era , è, un mondo di accattoni. Finchè non verrà ripristinato un equilibrio nei redditi difficilmente la crisi potrà essere superata. Pompare soldi nel sistema finanziario è necessario , limitarsi a questo è del tutto insufficiente e ogni ottimismo di facciata che ostenta sicurezza è fuori luogo.

Passerà, certo, ma non per i sorrisi, gli scongiuri e gli smile di chi il passato non vuole dimenticarlo e non guarda oltre il giardino.

venerdì 6 marzo 2009

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica che...




Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 11,15 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.

Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:

su proposta del Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo:

- un disegno di legge per la ratifica e l’esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi. Obiettivo della Convenzione, realizzata nell’ambito dei Paesi dell’arco alpino e già ratificata, è quello di varare una strategia di salvaguardia a lungo termine dell’ecosistema naturale delle Alpi, del loro sviluppo e della tutela degli interessi economici della popolazione residente; i Protocolli attuativi definiscono pertanto le strategie da adottare negli specifici settori delle foreste montane, della pianificazione territoriale, della composizione di controversie, della difesa del suolo, dell’energia, della protezione della natura e tutela del paesaggio, dell’agricoltura di montagna, del turismo e delle attività di tempo libero, dei trasporti;

su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta, per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, e per l’attuazione del programma di Governo, Gianfranco Rotondi:

- quattro schemi di regolamento che razionalizzano e riordinano le competenze di alcuni Enti (Lega navale italiana, Unione italiana tiro a segno, Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, Casse militari) nell’ambito di un disegno complessivo che mira a renderne più razionale la struttura e più efficace l’azione, nonché a ridurre significativamente gli oneri complessivi di funzionamento, secondo quanto previsto dal decreto-legge n.112 del 2008; gli schemi saranno trasmessi al parere del Consiglio di Stato e della Commissione parlamentare per la semplificazione normativa;

su proposta del Ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola:

- un regolamento per la definizione dei criteri generali, della metodologia di calcolo,dei requisiti di base relativi alla prestazione energetica negli edifici ed impianti termici per la climatizzazione invernale e la preparazione dell’acqua calda per usi igienici sanitari; le disposizioni danno attuazione alle norme di recepimento della direttiva comunitaria in materia di efficienza energetica, consentendone l’applicazione immediata.

Su proposta del Ministro dell’interno, Roberto Maroni, sono stati poi approvati gli statuti della Comunità evangelica di confessione elvetica, dell’Istituto Buddista italiana Soka Gakkai, dell’Associazione di culto “Esercito della salvezza” e della Prima Chiesa di Cristo Scientista di Aosta; alle ultime due è stata contestualmente riconosciuta la personalità giuridica.

Al fine di consentire il proseguimento degli interventi di protezione civile in relazione a problemi di traffico e mobilità connessi coi lavori di ammodernamento dell’autostrada A3, il Consiglio ha prorogato lo stato d’emergenza nel tratto fra Bagnara Calabra e Reggio Calabria.

Il Consiglio ha approvato, su proposta del Presidente, la nomina della signora Renata POLVERINI a componente del CNEL, in rappresentanza dell’Unione generale del lavoro- UGL.

Il Consiglio ha infine esaminato, su proposta del Ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, alcune leggi regionali, a norma dell’art.127 della Costituzione.

La seduta ha avuto termine alle ore 12,00.

(fonte Ansa)


PS: di contro oggi i cittadini apprendono che:

- "la crisi economica non è tragica" (ma tragicomica, sic !);
- "la borsa è tirata giu' da un pugno di titoli" (il miglior titolo del listino segna almeno un - 60 % dai massimi, il calo della bosra italiana è il peggiore di tutta l'Europa);
- la risorse stanziate sono di circa 150 miliardi (boom !)
- il ponte di Messina si farà presto, soldi stanziati ;
- la cassa integrazione è aumentata del 500 % in un anno...ma
- niente aiuti per la disoccupazione , che sarebbe un incentivo a licenziare (arisic!)

Le comunità paesaggistiche delle Alpi, l'Unione Tiro a Segno, i Buddisti italiani e La prima Chiesa Scientista d'Aosta ringraziano sentitamente. Gli altri convengono semplicemente che merda non olet.


mercoledì 4 marzo 2009

La morte nera del 1929, piccoli accattoni crescono





Ora è chiaro, l'oggi è peggio del 1929.
Che la crisi stesse avanzando si sapeva almeno dal 2007, i segnali erano chiari e inequivocabili nella primavera del 2008, ora tutto è evidente, anche la portata di quel che accade. Semplicemente il peggio non si è ancora consumato.

La Repubblica
raccoglie da due giorni i Diari Minimi degli accattoni moderni. E' la fotografia di quel che accade ora ai ceti medi, solo una testimonianza .
L'inizio è quello dei quaderni di doglianza di chi titubante, rassegnato o arrabbiato scriverà in questi giorni, dopo che le interruzioni del lavoro pian piano divengono licenziamenti, o le azioni di mobbing arriveranno a frutto.
Scrivono giovani dalla lunga esperienza di attività precaria (non di vita precaria, perchè a loro han pensato i genitori); digitano gli over 40/50 che si accorgono di essere vecchi decrepiti, per loro non c'è più nulla che vedersi emarginati. Relazionano i quadri intermedi che si accorgono che il loro arrabattarsi tra sottopposti e superiori per oltre 12 ore di lavoro al giorno è stato inutile.

Si fanno luce le storie silenziose degli ultra quarantenni e cinquantenni che si sentono in un cul de sac: ricchi di esperienze, tagliati fuori per troppo sapere o per via dell'ineluttabile legge che vuole i giovani impavidi a menare la battaglia della crisi; i giovani bravi, profondi, manageriali, quelli che arringavano le truppe aziendali a guardare avanti per conseguire, come Napoleone (sic!), la vittoria a Waterloo.

Questi scritti aumenteranno, irrimediabilmente. Quel che non verrà scritto su un giornale sarà vissuto sconsolatamente in famiglia, condiviso tra dignitosi lamenti in famiglia, inframmezzato dalle battute consolatorie tra amici intimi.

Tutti ...tutti ... tutti, guardano in faccia il loro destino nei tempi della crisi, la più grande e diffusa del presente secolo.

E l'Italia, tra mugugni, seduzioni televisive, poteri decrepiti è tutta qua: pochi giovani precari , 30/40enni che si arrabattano attorno ad una carriera che non supera i 10/15 anni, un dilagare di over 50 che riempie la parte superiore della piramide dell'età della popolazione italiana.

Non è l'economia che in crisi, è un modo di concepire la turbo economia basata sulla seduzione, che perfino Platone bollava come inganno discettando sulle virtu' dei retori, la seduzione dell'immagine che eccita l'amante nel promettere e prefigurare quel che puo' accadere, ma che non mantiene poi quel che promette se non un coito stracco, la seduzione dell'ottimismo retorico che immagina la vita presente come immutabile , eternamente sopravvissuta a se stessa.

Invece è crisi, crisi nera: la disoccupazione cresce, le soluzioni scarseggiano, le certezze si dissolvono, i piccoli patrimoni (anche qualche grande) si squagliano nei debiti, il lavoro non è più ne una professione, né una carriera, né una realizzazione personale.
Il lavoro sta diventando una pesante schiavitù, senza l'agognato paradiso della ricchezza.

Hanno detto, scritto, propagandato che l'economia è una giungla, che è un fatto darwiniano. Sopravvive chi si adatta, ma a che si devono adattare i vecchi se non ad un destino ineluttabile, e ora a 40 anni si è già vecchi !

Questa è una crisi che, ormai è evidente, è già peggio di quella del 1929, semplicemente ancora non si raschia il barile e si scaccia il pensiero perchè un lutto non puo', non deve, durare troppo a lungo. Ma il lutto c'è, e nulla sarà mai più come prima.
Per uscire dalla crisi del 1929 ci vollero 20 anni e una seconda guerra mondiale, ci volle una inflazione distruttiva, nuove tecnologie innovative e molto coraggio. Per uscire da questa non si sa, ma non ci vorrà molto meno di una generazione.

L'Italia sta peggio, non meglio di altre nazioni.
Siamo più vecchi, facciamo meno figli, abbiamo una economia al lumicino, siamo governati da una elité oligarchica e corrotta, abbiamo una struttura industriale fragile e dipendente nelle risorse quasi tutta dall'estero. Solo l'Europa ci fa un po' da scudo.

Ci ha attutito nella caduta il paracadute dei consumi e della frugalità di 4 milioni di immigrati. Hanno lavorato per noi, hanno comprato case, pagato gli affitti, accudito i più vecchi dei vecchi, rimpolpato anche i nostri patrimoni. E noi , imbecilli, facciamo di tutto per scacciarli.
Siamo niente, abbiamo niente. Molto meno dell'ultima discreta crisi degli anni settanta, quando le famiglie erano ancora monoreddito , l'inflazione ci mise quasi in ginocchio ma la disoccupazione non precipitava a questi ritmi.

Sarebbe ora di metterselo in testa, altro che aspettarsi miracoli e credere nei pompieri di ieri e di oggi: l'ottimismo serve a vendere, un temperato pessimimo a vivere.

Intanto i piccoli accattoni crescono geometricamente, ben più dei nuovi nati.
Diamogli una mano.