mercoledì 28 maggio 2008

Giornalismo fotocopia, tra Rom e pedofilia





Quello che i Culi di Pietra autoreferenziali si guardano bene dal fare lo fanno per fortuna gli universitari di Step1 magazine.
Capita così che un rapimento di bambini da parte di due rom a Catania, nel volgere di una decina di giorni divenga probabilmente il furtarello da un euro.
Fastidioso ? Sì, molto fastidioso e preoccupante che un cronista, pronto a sparare titoli, non si muova per nulla dalla sedia oltre che impedirsi di usare un poco di sale in zucca .


Un altro esempio di scritture a tavolino sta oggi sul Corrierone, a firma rimata di Gabriela Jacomela. Si apprendono due cose, tra altre più o meno discutibili:

- che in Italia siano segnalati 41.000 casi di pedofilia (fin dall'incipit, aribooom!)
- che in una "cultura giudiziaria legata alla necessità della prova, il bambino rischia di essere due volte vittima".

Svincolare la prova dalla giustizia ci pare una innovazione straordinaria. Manca solo l'idea di un gratta e vinci per contrastare fin dalla nascita ogni forma di criminalità. La punizione affidata al caso sarebbe ben piu' democratica e buon deterrente di una semplice accusa senza alcuna prova.

Mala tempora currunt !

lunedì 26 maggio 2008

Quando Coop e Cgil inciampano nell'infortunio sul lavoro






La storia ha del surreale.

Il tema degli infortuni sul lavoro è una ritualità più che un impegno imprescindibile.
Da un annetto il tema è al centro dello sdegno di tutti e naturalmente in questa eco sdegnosa (sempre doverosa) si sono distinte le organizzazioni dei lavoratori e i loro intellettuali.
Così, nell'ordine, i sindacati di sinistra, i quotidiani di sinistra, i politici di sinistra, i datori di lavoro inclini a sinistra, guidati dal Presidente della Repubblica con un discreto passato di sinistra e seguito ora anche dalla Confindustria (la più di sinistra che abbiamo mai avuto).
Era ora, verrebbe da dire.

Ma un manipolo di studenti ti combina un bel guaio. Trova che in un area di proprietà della CGIL (sindacato di sinistra), una impresa delle Coop ( organizzazione di sinistra) lascia lavorare i cooperanti (si pensa di sinistra) come funanmboli malamente appesi alle impalcature e senza casco.
Interpellato un sindacalista dei lavoratori edili, questo commenta sdegnato il video: non hanno il casco! Salvo poi rimanere imbarazzato quando apprende dai giornalisti in erba che si tratta di robe di casa sua.
Sconcerto e balbettii, non più tuoni e fulmini.

C'era in effetti l'impressione che tutta la campagna delle morti bianche fosse un (sacrosanto) tentativo di recuperare consensi là dove si stanno perdendo, anche se la realtà italiana è ben meno tragica di quel che sembri. E che anche ci fosse l'idea che per fronteggiare tutte la campagna sulla sicurezza dei cittadini, si rispolverasse un vecchio cavallo di battaglia: gli infortuni sul lavoro.

Adesso come la mettiamo con un committente (di sinistra) e un datore di lavoro (sempre mancino) che dell'antiinfortunistica se ne sbattono ? Risposta pronta: colpa di chi verifica e anche un po' dei lavoratori. Ma va !?

La mettiamo insomma male, ma bene per i futuri e giovani giornalisti che non si sono accucciati in preghiera e riverenza di fronte al santino di turno, gravido di palese imbecillità.

domenica 25 maggio 2008

Memorie dal nucleare, Nuclear pow(d)er



Il ginkgo, il più antico degli alberi, vive sulla Terra dall'era dei dinosauri.

Dicono che le sue foglie a ventaglio calmiano l'asma, il mal di testa e gli acciacchi della vecchiaia.


Ed è inoltre provato che quelle foglie sono il miglior rimedio contro la cattiva memoria.
Quando la bomba atomica trasformò la città di Hiroshima in un deserto annerito, un vecchio ginkgo cadde fulminato vicino al centro dell'esplosione. L'albero rimase calcinato come il tempio buddista che proteggeva. Tre anni dopo, qualcuno scoprì che una lucina verde spuntava nel carbone. Il ginkgo aveva buttato fuori un germoglio. L'albero rinacque, aprì le braccia, fiorì. Quel superstite della strage è ancora là.
La Jornada, di Eduardo Galeano

Se anche siete più ottimisti di me, se vi sentite anche molto più realisti di me, vi suggerisco di piantare qualche ginkgo qua e là. E' uno albero splendido, dai colori entusiasmanti, imponente. Resiste a qualsiasi temperatura, combatte l'inquinamento, decora l'ambiente.
E' fuor di dubbio un ottimo esercizio per la memoria che, il tempo, sbiadisce nell'oblio.



mercoledì 21 maggio 2008

Supercazzola prematurata con scappellamento a destra




GOVERNO: BERLUSCONI, SAREBBE BELLO UN CDM ITINERANTE
(Rom camminanti)

Napoli, 21 mag. (Adnkronos) - Sarebbe bello fare un Cdm itinerante, se non fosse pero' difficile dal punto di vista logistico organizzativo e le spese fossero ridotte. Silvio Berlusconi interviene durante il consiglio dei Ministri convocato a Napoli nel palazzo della Prefettura per dare un segnale alla citta' contro l'emergenza rifiuti. Questo auspicio, raccontano alcuni partecipanti alla riunione, sarebbe stato espresso dal premier, soddisfatto per la scelta del capoluogo campano come sede della prima riunione operativa del suo governo. Anche il sottosegretario alla presidenza del Consigoio Gianni Letta avrebbe preso la parola per illustrare i principali provvedimenti all'ordine del giorno della seduta, indicando i contenuti da approfondire collegialmente.

martedì 20 maggio 2008

Rom nel tritacarne della cronaca





Sara' anche passata quasi sottaciuta, ma la notizia è apparsa. Il fatto che sia stata poco notata ha anche una giustificazione per così dire "politica": a Strasburgo ci hanno tirato le orecchie e in prima fila c'è il deputato Martin Schultz che sembrerebbe un po' accanito nei nostri confronti. Schulz non è un deputato qualsiasi, una specie di commilitone della trincea opposta nella grande guerra, ma è quel deputato che il Presidente del Consiglio nel lontano 2003 invitò per fare la comparsa come Kapò in un film. Lui, Schultz di famiglia ebrea la battuta non la prese bene.
E ora non la prende bene per i pogrom di Napoli sui rom.

La notizia cui accenavo e la sua presunta gensesi sul web di oggi 20 maggio la dettaglio. Leggete tutto, mi raccomando, e con attenzione, non solo i titoli che riporto a fianco dell'ora:

11:51 Catania, due nomadi tentano di rapire bimba
13:55 Catania. Tentano rapimento bimba , 2 arresti
14:27 Catania: tentano sequestro bimba, arrestati 2 rom
15:04 CATANIA: ARRESTATI DUE RUMENI CHE CERCAVANO DI RAPIRE UNA BAMBINA
15:07 Due rom tentato di rapire una bimba di 3 anni


Parrebbe che la notizia appaia per prima su il Giornale e poi si propaghi alle agenzie stampa. Alle 16 gli orari erano incontrovertibili, ma potrebbero essere stati aggiornati sul web.
La confusione tra Rom-Rumeni è totale (possono ben esserlo), la titolazione parla a volte di rapitori rumeni e a volte di soli rom. Il mendacio a volte appare, a volte no. In un caso si parla di furto invece di rapimento. Appare anche la notizia che la mamma della bimba sia moglie di un
funzionario di polizia.
Tutte le riprese palesano, tra le altre, una accusa certa di rapimento, maa non è solo questo il fatto interessante. La dinamica non è per nulla certa e ha ampie zone grige cucinate nei modi più svariati.
Gli avvocati avranno il loro daffare, anche se si baseranno sui verbali e non certo sulle notizie stampa (si spera).

Dalla versione più estesa ed elaborata della cronaca (non sono tutte uguali) sembrerebbe che:

1- All'uscita da un supermercato, a Catania il 15 marzo (5 giorni fa);
2- una mendicante zingara (rom/rumena o ambedue) chiede l'elemosina ad una mamma;
3- la mamma lascia la bimba sul carrello mentre si appresta a caricare in macchina la spesa
4- un uomo rumeno (per definizione) , solleva la bimba dal carrello della spesa;
5- la madre allarmata chiede aiuto vedendo il figlio in braccio al Rumeno, ma nessuno dei passanti le presta attenzione;
6- I rom (per definizione) scappano e la madre ( telefona al marito funzionario di polizia
7- il marito) avvisa la polizia che arriva e agguanta (li' vicino o piu' lontano) i Rom/rumeni;
8) il gip accusa i mendicanti di ( furto), violenza privata e tentativo di sequestro.

Per brevità proviamo a dare una ipotetica versione alternativa. Possibile , non certa, ma nemmeno implausibile, saltando molti passaggi, ma lasciando l'impianto invariato:

a- una rom (rumena), chiedendo l'elemosina, distrae una madre indaffarata (che la respinge);
b- il suo compare (ma forse anche la donna) solleva(no) intanto la bimba lasciata sul carrello, per rubare la spesa;
c- la mamma vede il movimento e si allarma non poco;
...segue tutto il resto al punto 5 , compresa la richiesta o meno di aiuto ai passanti "indifferenti" e quindi un po' menefreghisti.

E' plausibile ? Sì che è plausibile, spesso capita proprio così nei furti o furtarelli e non si esclude che la vicenda Catanese si concluda proprio cosi': l'ennesimo tentativo di furto di alcuni Rom che usano forse la classica figura del "palo" attivo.

Invece ?... invece quel che resta della vicenda è quasi inequivocabile : due Rom/Rumeni, a Catania, sono dei Rapitori di bambini. Presi e accusati, mentre la folla rimane indifferente.

E' un modo di vedere le cose, non una certezza. Ma tanta imprecisione, o pregiudizio si vedrà, consente di rafforzare ancora di più il pregiudizio. Ciò che evita questo montare sdegnoso è solo il fatto che la notizia è poco visibile a livello nazionale, ma non certo a Catania.
Quale lettore o redattore andrà poi piu' a controllare ?
L'unico fatto certo è che due persone sono indagate per tentato rapimento, il resto sono deduzioni o estensioni di induzioni : il chi è generico, il come è dubbio, i perché abbondano e ci si basa sulla conseguenza (restrizione e motivazioni del Gip).

Da 20 anni si dice di tutto e il suo contrario. Stampa e televisioni spesso complici, perché non così libere come si vorrebbe lasciar intendere. Questo è un problema serissimo: quando il lavoro del giornalista è prevalentemente passare veline e commentarle o trarle come vangelo dalle agenzie lo scadimento ideologico raggiunge il massimo e la professione si impoverisce. Spesso la cronaca "spicciola" è assai trasandata, tanto quanto quella più sostanziosa spesso è omissiva. Ci resta la grande cronaca, dove vale il principio di palestra: dai le tue opinioni che tutto fa brodo.
Infatti i nostri quotidiani e i nostri talksohw sono una palestra di opinioni smisurate, che mai approdano a niente.

Rimane l'impressione fastidiosa che siffatte notizie incomplete e contradditorie puzzino, come la monnezza lasciata per strada.

lunedì 19 maggio 2008

Travagliati sgarbi



Nomen omen


Ormai pare assodato,
Se Sgarbi è uno sgarbato,
Travaglio è un travagliato.

Però sono dubbioso:
Se Fazio è uno fazioso,
Schifani ? (*)



(l’autore si dissocia preventivamente da qualsiasi ulteriore rima possa essere generata con questa metrica; si dissocia dai possibili significati ricollegabili alle parole soltanto per una mera convenzione linguistica; si scusa infine con il direttore generale della Rai per non averlo fatto intervenire, ma qui avrebbe creato soltanto confusione)


Scritto da Bruno Ballardini qui

(*) il link all' Onorevole Schifani e al direttore generale della rai non compaiono nell'originale


domenica 18 maggio 2008

La Deriva, tra la televisione e Napoli




"La deriva" è il titolo del nuovo libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Descrive il lievitare delle cose irrisolte negli ultimi 40 anni d' Italia e il progressivo arretramento del BelPaese. Una memoria storica di quasi mezzo secolo non priva di lati paradossali e quindi umoristici.

La stagione cinematografica della Commedia all'italiana è stata prodiga di comicità sul pittoresco italiano, lato per cui siamo amati e incompresi anche all'estero. Nasce anch'essa circa 40 anni fa e si protrae fino a 30 anni addietro.
Nel 1977 esce un film tragico di Mario Monicelli, con un Alberto sordi drammatico: "Un borghese piccolo piccolo". Sono gli anni della giustizia fai da te, rappresentati nella cinematografia anche anglosassone da molti films di genere del tipo "il cittadino chiama e la polizia non risponde". Charles Bronson divenne un divo nel ruolo di giustiziere della notte.
In un certo senso "La deriva" è una storiografia della Commedia all'Italiana che prefigura amaramento lo scivolare del tempo sociale e istituzionale in una specie di incombente disastro.

Se proiettiamo gli anni '70 cinematografici ancora all'indietro, a quarant'anni prima, precipitiamo nel periodo dei telefoni bianchi dell'italietta fascista, il mondo dell'élite civettuola, lontana anni luce da quel che si viveva durante il fascismo e di ciò che presto sarebbe accaduto.
Amarcord di Federico fellini ricostruisce la chiave sognante di quel periodo lontano in una figura: la procace e disponibile Gradisca che sogna Clark Gable e finisce mestamente poi in sposa alla divisa di un carabiniere; solo nel sogno collettivo (si narra) la rossa si offra compiacente al Re d'Italia: "Gradisca...", mormora.

I paragoni culturali sono difficili e discutibili, ma una certa affinità è riscontrabile oggi con la distanza che separa la televisione e i suoi divi miliardari e vuoti dalla realtà che vive il paese. La televisione generalista (6 reti) ha un audience di 18 milioni di spettaori in prima serata ( 1 ora e mezza dalle 20:30 e le 22), la stampa quotidiana di ogni tipo ha una diffusione di 13 milioni di copie giornaliere di cui circa 1,3 milioni rappresentate dalla stampa sportiva ; ma pochi leggono i quotidiani che pubblicano almeno un terzo dello spazio settimanale allo sport nazionale.

L'italia è il paese al mondo dove in assoluto più si scrive di sport , praticandolo ben poco, che sognano successi personali impoverendosi progressivamente.Molti guardano i talk show televisivi e format che incitano alla selezione darwiniana (al casting per Il Grande fratello si sono presentati in 160 mila), e sognano quell'ambiente irreale a cui ci si avvicinano nella pratica scimmiottando e consumando rumorosamente il successo in una discoteca o incensando le gesta divi dello stadio, come i gladiatori nell'antica Roma.
Tra un Mazzola (padre) e un Totti c'e' tuttavia l'abissale lontananza nell'uso della lingua oltre che nel reddito.

"Signore e signori, buonanotte" è film ad episodi del 1976: Marcello Mastroianni , giovane giornalista televisivo, che corteggia vallette, rimane basito dalle dichiarazioni (logiche e arroganti) di un esponente politico. Ora non capita più , accade il contrario: il politico finge di essere indignato per quel che dice il giornalista.
La televisione privata in Italia nasceva allora , nei secondi anni '70 dei giustizieri, ma era vissuta come una liberazione, salvo divenire ben presto un quasi monopolio. I fermenti e le speranze erano ben diversi da quelle attuali.
Le interviste impossibili ora e da tempo non ci sono, sostituite da poche zone franche. Il silenzio in TV è una regola per copioni censori, e anche le poche eccezioni nel campo dell'informazione sono sistematicamente zittite. La Tv detta il ritmo finanche ai quotidiani che spesso titolano e compongono le prime pagine come quelle dei telegiornali del giorno prima o delle ore precedenti se hanno versioni online. La tv rischia di assomiglia più alla radio degli anni 30 che non la Rai degli anni '60.
Nemmeno i comici spesso sono tollerati in televisione, ben oltre Petrolini (futurista patentato e osannato) che pure poteva esprimersi nel cinema in una riedizione filmica del 1930 del teatrale "Nerone" del 1917 non senza uno sberleffo all'allora regime.

Napoli oggi brucia, l'esercito è alle porte, le partite di calcio sono pretesti per scontri; Maradona, talentuoso, sì, ma anche evasore di 34 milioni di euro, gira per l'Italia per beneficenza, senza che si riesca a racimolare alcunche del suo debito. Troppo famoso, quindi intoccabile, soprattutto a Napoli e presso tutti i lettori e consumatori di Calcio.

Signore e Signori, buonanotte !... e spegnete la televisone, se potete. Il mondo è ben oltre, qualche volta peggio, spesso meglio.

sabato 17 maggio 2008

Rumena stuprata da italiano in un call center






Un vecchio adagio del giornalismo recita che una notizia non è un cane che morde un uomo, ma un uomo che morde un cane.


Tutto sbagliato, su Google News alla voce Vescovio ,il luogo dell'avvenimento, due paginette striminzite.

"Una giovane rumena, dipendente di una cooperativa di servizi, aveva appena iniziato a fare le pulizie in un call center a Vescovio quando è stata aggredita alle spalle da un uomo che, minacciandola con un taglierino, l'ha costretta a subire violenza sessuale. Subito dopo la violenza la donna ha chiesto soccorso in un bar poco distante dal call center e ha chiamato la polizia. Le indagini hanno consentito di identificare l'aggressore. E' un italiano di 39 anni, convivente della responsabile del call center."

Qui

venerdì 16 maggio 2008

Bambini rapiti dai Rom , bufala senza appello




Siamo in mobilitazione, ogni fatto diviene cronaca eclatante, l'ultimo è quello del sospetto rapimento da parte di una ragazza Rom a Napoli - Ponticelli.

Può essere, ma quel che si sa è che la ragazzina è penetrata in casa e la madre l'ha trovata con il piccolo in braccio sul pianerottolo . Giustamente si è allarmata parecchio. Non si entra in casa altrui, non si prendono bimbi in braccio senza permesso, ma vai a sapere se davvero voleva rapire. Così è scattato il sospetto della mamma a cui son seguiti la rappresaglia nel quartiere e titoli grossi tanto sui quotidiani. Ma a rigore vai a sapere nel caso come fosse.

I Rom sono troppi e certo si arrangiano parecchio, da sempre. Un nomade un tempo si sfamava, forse, cacciando, ma non è che in una metropoli oggi è possibile cacciare gli storni o i piccioni. Ma molti rom sono stanziali ormai da decenni e lavorano. Poi anche si mendica e rubacchia e giustamente il cittadino alla lunga si incazza.
E' la tragedia dei rom, della loro morale distante anni luce dalla nostra. Talmente distante che la germania nazista penso' di friggerne un quarto di milione nei campi di sterminio.
Negli anni '70 si attrezzarono molti campi rom nelle periferie italiane,ma gli zingari avevano nel sangue quel loro incessante muoversi che gli è rimasto e che cozza contro il nostro essere stanziali.
Stanno sulle balle gli Zingari, per quella loro supposta libertà, ma anche per quel tanto di infingardaggine che spesso attribuiamo ai nostri simili del sud che rubacchiano nell'istituzione pubblica, giusto per sopravvivere, ma anche per arricchirsi con quella boria mafiosa e guappa dei nullafacenti. Ci sono leggi europee sul nomadismo, ma in Italia l'applicazione, già difficile per ogni legge si voglia applicare, è andata in tilt con la pressione recente dell'immigrazione.

I Rom sono rumeni quanto ungheresi, bulgari, jugoslavi, ma qui Rom ormai e l'abbreviazione di Romeno, quindi il peggio del peggio, ma solo perchè son troppi i Rumeni e troppi ad essere entrati irregolarmente anche nel passato meno recente.
Le donne rumene sono bellissime, spesso disinibite e giovani, rampanti. Venivano qui clandestinamente fin dai secondi anni'90 e insidiavano a pagamento i cuori di giovani e meno giovani stanchi del tran tran. Li hanno spezzati alcuni cuori, qualcuna ha fatto matrimonio d'interesse, qualcuna ha solo salassato tasche per qualche ora d'amore. Nessuno si lamentava, la prestazione era buona.
Molti italiani sono andati anche in Romania. Ci hanno piantato fabbriche han comprato
terreni, case, hanno fatto l'amore con le belle rumene spaccacuori, con pochi spiccioli spesso. Con molte e diverse.
I rom non sono sinonimo di Rumeno dunque e rumeno non è sinomimo di puttana, ma ora si fa di ogni erba un fascio e tutti i rumeni sono considerati alla stregua di un rom delinquente.

I bambini scomparsi, rubati, rapiti, in Italia esistono davvero e quanti sono ? A leggere i quotidiani e resoconti di eminenti Onlus parrebbero un esercito di migliaia e chi mai li rapirebbe ?
Ovviamente i Rom, per farne mendicanti: vivono di mendacio o no? vengono dalla Romania, o no? A Bucarest lasciavano i bambini nelle fogne, o no? Insomma il solito parafulmine, fa niente se poi, come già è accaduto la nefandezza viene immediatamente cancellata.
Chi se lo ricorda !

E invece no, quella dei bimbi scomparsi ( e rapiti) è una bufala micidiale, dura a morire , gonfiata a dismisura per cospargere l'Italia di angosce , quasi non ve ne fossero abbastanza, per lucrare su vendite di copie e audience o menare campagne per professionisti dell'emergenza sociale. I Rom sono troppi , i rumeni sono arrivati troppo alla svelta,certo, ma i bimbi rapiti in Italia restano e sono una palla colossale.

Lo dice qui questo sito della Polizia , che nessuno consulta mai, ma lo dice anche Carlo Bonini, ottimo , se non il migliore, cronista giudiziario che abbiamo. Uno che le chiappe le alza , va alla fonte, controlla scrupolosamente, e scrive con ben poca retorica ; un giornalista che non si fa prendere dalle beghe delle prime donne sue colleghe sul caso Schifani-Travaglio alla caccia di scoop (ma anche di fatti veri).
Se ne sta muto il Bonini, poco televisivo, e scrive le sue indagini. Ogni paragrafo è levigato e piano come accade alle persone che meditano parecchio, per questo spesso sfugge alla lettura. Non urla.
Nel bel mezzo del suo articolo riporta l'elenco dei minori (notate, minori non solo bambini) scomparsi dal 1983 ad oggi. Li riporta nome per nome e la cosa è facile e non ruba tanto spazio alle 4 cartelle dedicate a tutti gli scomparsi di ogni età. Scomparsi nel nulla, spariti, di cui non
si sa alcunchè fino ad oggi, 2008. Forse tutti rapiti , chissà.

Tredici scomparsi in 25 anni, un numero maledetto come 1000 e non più mille per le singole famiglie angosciate , ma pur sempre un numero socialmente infinitesimale, come l'unico neo di un elefante albino. Sono 13 gli scomparsi, non si puo' escludere che tra le denunce, che sono assai di più, qualcuno sia stato ritrovato dopo un ratto, ma è lecito dedurre che il problema non esiste, che sia tutta una esagerazione governata da ansie e senza riscontri.

Torniamo ai Rom.
Si' sono antipatici, trasandati, per nulla tranquillizzanti, spesso rubacchiano ma davvero rapiscono bambini italiani ? No, i dati non autorizzano a crederlo nemmeno lontanamente. Ma rapiscono altri bambini in altri paesi, per farli mendicare ? Si sa poco ma è improbabile, invece
è probabilissimo che, non si sa per quale morale per noi inaccettabile , alcuni se li passino tra loro o che ci sia un traffico dai paesi d'origine.
La forte cultura familiare dei Rom non esclude che i bimbi siano utilizzati per l'economia del clan familistico, se vogliamo li sfrutta, ma non contempla il rapimento. Come nelle vecchie economie contadine i minori lavorano, anche se a volte il lavoro dei piccoli Rom è illegale. Ne più ne meno come i minori delinquenti di Napoli (e quelli sono parecchi).
Per mendacio, furtarelli, scippi, anche davanti alla stazione di Milano.
Ma che rapiscano bimbi italiani per farne traffico, i Rom no.

Cose risapute da chiunque abbia la voglia di fare un' inchiestina; non occorre essere un bravo Carlo Bonini, ma siamo tutti pigri e quando la televisione ci mostra una finestrella per 180 secondi o un quotidiano un titolone ci beviamo queste bufale sconsiderate come fossero acqua fresca e, peggio, ci accontentiamo di quattro cifre sparacchiate da organizzazioni assai dubbie ancor prima che seriamente impegnate.

E come la mettiamo con Ponticelli, a Napoli, per quella bimba in braccio alla Rom sedicenne ? E chi lo sa: forse è il primo caso, forse l'anticamera di una tendenza. Forse,forse, forse....
Forse anche è un riflesso condizionato di una mamma, una bufala che è stata utilizzata per un pogrom , per incendiare baracche , per dare la stura una insensatezza totale e , questo si', frutto di un razzismo crescente ed esasperto ad arte , crescente con tutto il senso di insicurezza che abbiamo addosso.
Tutto è possibile, ma il quartiere di Ponticelli è una suburra da decenni , una camorria da mezzo secolo che mai è stata debellata. Questo sì è assolutamente assodato.
Dei truffatori siedono in parlamento, anche dei mafiosi condannati, ma di questi ladroni pontificanti non si incendiano le case per fortuna, ma nemmeno han fatto un giorno di galera. Gli hanno riverniciato addosso una credibilità, spacciandola per nobiltà politica.
Non sappiamo far piazza pulita di simili scarafaggi, ma sappiamo crocifiggere i problematici. E' facile la pulizia etnica, è facile tentare di bruciarla come spazzatura. E poi a chi toccherà ?

No, i Rom non rubano bambini italiani , nulla autorizza a crederlo, nessuna prova esiste che sotto quelle gonne zingare larghe, dietro quei volti di donna invecchiata presto, e ingravidata presto, che muoino presto, che spesso sono in Italia da una vita, si nasconda un ladro di bambini.

Nulla abbiamo, tranne opinioni senza alcun riscontro e tanto , troppo odio e semplificazioni comode.

Dirlo non servirà a nulla, Una bufala colossale si alimenta proprio di quello che non c'è , ma che si spera o teme esista.
Esattamente come per gli oggetti volanti non identificati, esattamente come per gli ebrei durante il nazismo.

mercoledì 14 maggio 2008

Giuseppe Ciarrapico, insegnante eletto al Senato



Vita movimentata e funambolica, difficile riassumere se non per tratti essenziali.

Il primo atto pubblico di Giuseppe Ciarrapico, detto “er Ciarra”, neo Senatore della Repubblica eletto nella PDL nel Lazio alla XVI legislatura, è una mozione protcollata come 1-00001 . Come cofirmatario impegna il Governo a sciogliere il Consiglio Regionale della Campania. E' cosa santa e giusta si dirà , ma vediamo per punti l'invidiabile curriculum di questo Senatore, di professione insegnante :

  • 1973 condannato per truffa ai danni Inail, Inps Inam (in cassazione) per omessi versamenti
  • 1974 condannato ad una multa per infrazione sulla legge dei fanciulli e degli adolescenti (in cassazione)
  • 1995 condannato per falso in bilancio e truffa (scandalo Italsanità) con rito abbreviato
  • 1993 indagato per finanziamento illecito (Cariglia, Andreotti)
  • 1993 condanna in I grado per diffamazione
  • 1995 condanna per falso in bilancio (terme di Bognanco)
  • 1998 condannato in Cassazione a 4 anni e sei mesi per bancarotta fraudolenta ( crack Ambrosiano)
  • 1999 condannato in Cassazione (3 anni) con il figlio Tullio (14 mesi) per il crac Italfin80
  • 1999 condannato in appello per emissione di assegni a vuoto
  • 2001 in primo grado per abuso d'ufficio
  • 2002 in primo grado per violazione sulla legge delle trasfusioni e truffa ( parcelle gonfiate nella clinica Quisisana)
  • 2005 rinviato a giudizio per ricettazione (tangenti al Ministero delle Poste)

L'elenco non è precisissimo né esauriente, veramente troppo intricato il percorso giudiziario , le prescrizioni, i rinvii a giudizio, gli arresti. Comunque raccoglie almeno 5 condanne definitive; le pene detentive, per 7 e più anni, per motivi di salute, anzianità , affidamento ai servizi sociali sono limitate a pochi giorni, sebbene sia stato incarcerato numerose volte. Essendo ufficialmente nullatenente non ha risarcito alcuna cifra ai truffati, Stato compreso che vanta quasi 1,5 milioni di euro per tasse non pagate.

Se un concorso avvenisse per titoli ed esami sarebbe facile dedurre di che concorso si stia propriamente parlando, ma trattandosi di elezione al Senato della Repubblica ci si chiede come sia stato possibile. La sua candidatura è stata osteggiata anche nel suo partito e ovviamente dall'opposizione , ma l'interrogativo ha risposta assolutamente semplice:

«Noi dobbiamo fare una campagna elettorale e si deve vincere. L'editore Ciarrapico ha giornali importanti a noi non ostili ed è assolutamente importante che questi giornali continuino ad esserlo visto che tutti i grandi giornali stanno dall'altra parte»

Là dove la giustizia non è riuscita in alcun modo a risarcire i truffati (a conti fatti si tratta di più di 100 miliardi di crack vari) la ragion politica ha realizzato il miracolo di soddisfare l'ambizione dell'uomo : ha fatto eleggere un pluri condannato per reati che con l'opinione hanno ben poco a che vedere.

Promuoverne uno per educarne cento.

Giuseppe Ciarrapico “governa” circa una decina di quotidiani locali nel Lazio e questo, oltre ai trascorsi, lo rende interessante. Anche qui li “governa” con soldi altrui. I suoi 11 quotidiani (cooperative fittizie, ma legali) sfornano circa 50.000 copie complessive al giorno che per la legge sulla stampa percepiscono ogni anno circa 5 milioni di contributi da parte dello Stato. Ogni copia è pagata per un terzo dallo Stato. Rischio imprenditoriale pressoché zero.
I quotidiani di Ciarrapico erano distribuiti in vendita obbligatoria con Il Giornale (Paolo Berlusconi) ad un euro. Il Giornale non riceveva direttamente contributi dallo Stato, ma per così dire di sponda.

La cosa buffa , o tragica dipende dall'umore, è chel'oggi Senatore-insegnante non si accontentava mai, dal 2007 infatti è indagato dalla Procura di Roma per truffa proprio verso la Presidenza del Consiglio: avrebbe incassato, per i suoi quotidiani da tremilacopie cadauno, usando qualche furbizia anche nei confronti dei giornalisti, il doppio dei contributi che gli spetterebbero per l'editoria, e il Gip ha sequestrato 2,5 milioni di euro che stavano per essergli versati.

L'uomo è di lungo pelo, tanto quanto i suoi padrini attuali e precedenti. Indubbiamente è un vero maestro nell ammollare bidoni e causare crack: acque minerali, banche, enti , sanità, poste, quotidiani, società di catering. Pochi settori sono sfuggiti alle suo inincessato intraprendere e girare e rigirare titoli di credito spesso fasulli o a vuoto.

Poi ci si chiede se gli Italiani siano o meno dei coglioni. Lo sono, lo sono... come un tempo, dovendo scegliere tra Cristo e Barabba , gli elettori pii del Lazio non hanno avuto dubbi.
Fascista ? Molti lo sono stati in Italia, pochi invece hanno una simile specializzazione coltivata metodicamente per anni.
Per i suoi servigi luminosi la Repubblica Italiana gli riconosce ora anche un discreto appannaggio, che si spera, per decenza, presto gli venga pignorato a favore dei numerosi creditori. Si tratterebbe poi solo dell'ennesima partita di giro di valore simbolico.

L' uomo ha avuto molti amici , concesso servigi a molti e avviato affari con molti. In ordine sparso: Caradonna, Almirante, Andreotti, il principe Caracciolo, De Benedetti, Berlusconi.
Il suo capolavoro, manco a dirlo, nasce con il lodo Mondadori dove fu intermediario tra De Benedetti e Berlusconi. Questione complessa, dove restò impigliato un altro maestro eletto al Parlamento : Umberto Previti, classe 1934, come l'ex presidente della AS Roma dove Totti iniziò a sgambettare a 16 anni.
Si parla di Totti, dico cotica !

Che la fortuna e il buon Dio ci assistano.

lunedì 12 maggio 2008

Renato Farina, neo deputato e neo blogger


Renato Farina è stato eletto deputato nel Popolo delle Libertà nella nuova legislatura. Mi era sfuggita questa chicca elettorale, tanto quanto la proposta della PDl di riconoscere a Farina l' Ambrogino d'Oro dopo la sua condanna.

Ex giornalista,ex vicedirettore del quotidiano "il Giornale", de Il resto del Carlino e di Libero,ora opinionista, in codice presso il Sismi come Betulla , è stato infatti condannato a 6 mesi di carcere per favoreggiamento nel 2007 e radiato dall'ordine dei giornalisti. La condanna fu inflitta per via del suo intrattenere rapporti con il Sismi (fin dal 1999), dietro compenso di 30.000 euro in più tranche, e di aver intervistato i PM Spataro e Pomarici (titolari dell'inchiesta sul sequestro Abu Omar) al fine di carpire informazioni da trasmettere al Sismi.
Il neo onorevole Farina si è sempre difeso, reoconfesso, appellandosi ad alti ideali di difesa dell'Occidente assediato. Ma in molti non l'hanno digerita.

Per molto meno oggi Travaglio è salito in prima pagina, accusato da tutti di aver diffamato la II carica dello stato con attacco unilaterale (che voglia dire non si sa) e senza contradditorio.
Che ha detto Travaglio ?
Ha espresso l'opinione (a domanda) che il giornalismo sia compromesso con il potere, che l'opposizione sia silente e spesso compiacente e ha citato a sua prova il passato del Presidente Schifani . Poi ci ha aggiunto qualcosa di troppo e non necessario. Era in RAI e questa ribalta eccessiva non piace. C'è una resa dei conti in atto.
Ha fatto il giornalista, fatti ed opinioni, ma non l'hanno digerita bene. Reinterpretazioni o smentite dei fatti non li troverete da nessuna parte sulla carta stampata, solo sdegno gridato ai quattro venti per aver piazzato il Presidente in fondo alla scala di gradimento della storia d'Italia.

Renato Farina invece è in Parlamento, con la complicità di una legge porcata, promosso per quel suo supposto e piagnucoloso sacrificio di giornalista cristiano e integerrimo, che non lesina di essere pagato per esercitare a nome altrui le prerogative di un tesserino per passare le sue informazioni al Sismi in violazione del codice (penale, non solo deontologico). Siamo in guerra , si giustificava.
Nemmeno l'Ordine più retrivo d'Italia l'ha difeso, la PdL lo premia abbondantemente.
Alleluia !

A che pro aprire un blog nel 2007, e fare prove il 5 aprile il 2008? ...ammesso che sia suo.




sabato 10 maggio 2008

Donna Mariastella Gelmini, rischio cristoterapia



Giovane e in carriera politica , Mariastella Gelmini è il nuovo Ministro dell'Istruzione e della Ricerca.
Con quale competenza non si sa, ma del resto vale pur sempre, nelle aziende e nei governi aziendali, il principio inconfutato di Peter della massima incompetenza .

"Il Principio di Peter (1969) dice che in un’organizzazione “meritocratica” ognuno viene promosso fino al suo livello di incompetenza. Cioè se una persona sa fare bene una certa cosa la si sposta a farne un’altra. Il processo continua fino a quando ognuno arriva al livello di ciò che non sa fare – e lì rimane."
Non bisogna disperare, la Pubblica Istruzione è un Ministero dove un po' tutti in un passato remoto e recente hanno dato il peggio di sè , difficilmente ormai si possono fare seri danni.

Wikipedia, ma non ci sono riscontri certi, indica il neoministro come nipote di Don Pierino Gelmini. Non sarebbe un reato, ci mancherebbe: chi non ha parenti strani o chiacchierati in casa contro la sua volontà ?.

Però, data la ventilata parentela, l'amore e la quantità di oboli della PDL per il chiacchierato ex prete, c'è la seria possibilità che la cristoterapia divenga il pilastro ideologico per trarre la Istruzione e la Ricerca italiane dalle secche in cui versano depresse da lunghi decenni, e che Meluzzi (ex deputato di Forza Italia e psichiatra) sia chiamato come consulente.
La parrocchia è quella.

Buttata lì, tanto per dire. Giusto per scaramanzia, per via di un certo odore di zolfo.



PS: accattone@11/5/2008 h 16:45

Da oggi 11 maggio wikipedia ha rimosso l'informazione che Mariastella Gelmini sia nipote di Don Gelmini, presente fino ad ieri, segno che la notizia non era per nulla certa. Lascio tuttavia il mio post intatto per dovere personale di cronaca.
Mi scuso, per lo svarione e per il mio controllo insufficiente sulla fonte, con i lettori e ovviamente con la neo Ministra.

giovedì 8 maggio 2008

Rifiuti in Campania, emergenza italiana

La Campania produce circa 7.000 tonnellate al giorno di rifiuti urbani (2.500.000 all'anno). Il calcolo non è mai stato difficile: mediamente ogni cittadino italiano produce 1,2 kg di rifiuti. E' un calcolo logistico molto semplice e, dato l'ouput, una qualsiasi piano di smaltimento rifiuti partendo da questa cifra, adegua le politiche di raccolta, trasporto, stoccaggio e smaltimento, scegliendo il mix che più gli pare utile.
Così si fa ovunque, cercando risultati sì ottimali, ma non sempre ottimi sul lato dei costi o della salute, ma ovunque i calcoli sono semplici (i problemi ovviamente un po' meno) e partono da questi 1.2 kg procapite che si accumulano nel tempo.
In Campania ci sono sì zone di eccellenza, ma nella maggior parte pare di no; soprattutto a Napoli e nei comuni limitrofi la catena logistica non è efficace in nessun punto. Non si differenzia nulla, si raccoglie a malapena, si trasporta in modo inefficiente, si smaltisce per nulla saturando il territorio utilizzando discariche o magazzini ulteriori (le famigerate ecoballe).
Si sposta solo e anche questo avviene malamente.

A Napoli ora c'è l'Esercito per raccogliere l' immondizia, visto che la situazione in 14 anni si è solo aggravata ed è in pericolo non solo la salute, ma anche l'ordine pubblico. Si sono succeduti dal 1994 al 2008 ben 10 commissari straordinari quattro governi nazionali (due coalizioni), una commissione d'inchiesta costituita nel 1998, tutti con il medesimo risultato: aggravare la situazione senza risolverla.
La Commissione Europea nel 2007 ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per la Campania che sta facendo il suo corso e la Magistratura a gennaio ha aperto una inchiesta.

La prossima procedura minacciata dalla CEE riguarderà il Lazio che è prossimo alla saturazione a causa di Roma (2.700.000 di abitanti, quindi circa 3.300 tonnellate al giorno). La Cee ha messo il Lazio sotto osservazione.

La situazione è ormai complicatissima e intricatissima e sull'orlo del disastro. Difficilmente il profilo ordinario sarà risolvibile senza un altro intervento straordinario e autoritario. In altre parole è probabile che l'Esercito si fermerà nel luogo più dell'atteso (con compiti logistici), sicuramente i rifiuti campani per molto tempo saranno smaltiti in altri luoghi dell'Italia (oltre che in Germania) in attesa che si avvii una politica di smaltimento locale.

C'è solo da sperare che per l'Esercito in Campania la questione non si risolva così:





Sulla mia panchina io sono quasi autosufficiente, consumo poco e riciclo l'altrui. Come nelle favelas di Città del Messico. Mi sento quindi utilissimo, anche se molti non mi sopportano.
Ho però deciso, qui sento di stare meglio che a Napoli, anche se a un chilometro dal parco c'è un termovalorizzatore.

mercoledì 7 maggio 2008

Il Garante dice stop agli elenchi





Questo è un giorno triste, in questo paese non è più possibile sperare in un atto di trasparenza, anche irrituale nella forma, ma non nella sostanza. Oggi si è consumata una ipocrisia collettiva a nome di un Autorità Garante che ha dichiarato illegittima la pubblicazione sul web degli elenchi dell'agenzia delle entrate.
Spero di non adover aver mai bisogno del Garante della privacy che si limita ad atti dovuti.
C'è ben poco da sperare per il futuro.

Si calcola che 270 mila miliardi siano evasi annualmente in Italia, ogni consorteria di interessi piccini e di bottega si è saldata in mille cavilli legali per perpetuare la grande evasione collettiva, e nemmeno si cerchi di scorgerla fuor dai giornali !. Una doppia ipocrisia di massa che ha affossato una doverosa atto di trasparenza . Poteva anche essere una sensibile riduzioni di costi , ma niente, anzi . Nemmeno ai primi del '900, nè negli anni 50 , in periodi di capitalismo paternalistico o selvaggio, ci si sognava di pensare che il reddito fosse un dato sensibile, che andasse nascosto. Anzi.
E' l'Italia ormai è un luogo di regole metafisiche dove puoi fare di tutto e il contrario, basta che ti consulti sempre con un buon avvocato, meglio se più. Puoi consentire il p2p per i brani musicali secondo legge, ma poi puoi anche sanzionare un atto di trasparenza pubblica sostanziale, sempre che tu sappia cogliere il comma meno inesatto.

Così la vicenda si può riassumere in questo modo: Visco (santo subito!) pubblica gli elenchi dei contribuenti , un po' alla carlona è vero, in formato .txt, comune per comune. Il Garante della Privacy che nessuno ha ben capito a che serva se non in virtù di un nome altisonante e apparentemente tranquillizzante, contrariamente ai suoi tempi sonneccchiosi lo stoppa quasi al volo.
Un prodiano, un magistrato gia presidente della Calabria a suo tempo indagato (in quota exFI), un altro componente condannato a 6 mesi per violazione della privacy (esperto di suo quindi)
in quota AN e un exparlamentare , (ex direttore de il Manifesto , nonchè ex deputato Verde , ex sociologo, ex.) rilasciano interviste a destra e manca in tivvù: per carità non si può fare, non ci si rende conto di cosa sia internet !
Loro invece internet la conoscono a puntino come funziona, lo sanno e diffidano di sospendere le pubblicazioni , che già da tempo di fatto non funzionavano, perchè il misero portale dell' Agenzia delle Entrate era andato subito nel pallone. La situazione rimane paradossale per giorni, e tutti coloro che volevano hanno in mano ora e comunque gli elenchi: li manipolano, se li passano, li pubblicano e a volte se li rivendono, e il loro prezzo salirà, perchè mica la puoi fermare internet se non con la censura.
Hanno tutta questa roba perchè su internet tutti hanno pubblicato quel che avevano, ricomponendo il quadro un pezzo alla volta. Magari solo per quella maledetta propensione tutta italiana a considerare un divieto come un affronto.

Forti dei pronunciamenti anticipati ovunque, alcune associazioni dei consumatori decidono che il piatto è ghiotto e si lanciano a richiedere risarcimenti stellari (a chi ?, ai contribuenti, di fatto); la Magistratura apre una inchiesta basandosi sulle le dichiarazioni dei Garanti vari, sul ruomore dei codaconspiù o meno associati, e attende il pronunciamento ufficiale. Poi spunta anche il Garante dei Contribuenti e, manco a dirlo, il Presidente dei Commercialisti ( per chiedere risarcimenti per l'indebito aggravio di spese della categoria . C'e' un sacco di gente che ci garantisce, chi l'avrebbe mai detto.
Magistratura a parte, tutti chiedono risarcimenti . Poi tu guardi con occhio statistico gli elenchi incriminati e ti accorgi che la ricchezza si è concentrata probabilmente in nuovi soggetti e gli altri sono infinitamente piu' impoveriti. Si chiama disuguaglianza crescente dei redditi, ma nel linguaggio giuridico la parola disuguaglianza ha altri significati.
Insomma di tutto, di piu'. Ma anche tutti costi in più.

Visco che magari, come dice Feltri , solo questa volta a fatto qualcosa di buono, si difende replicando: ma guardate che gli elenchi sono già consultabili come si vuole e spesso pubblicati dai giornali , da anni !
Povero Visco, è destinato alle sentenze di illegittimità ...
Niente, al Garante sono inflessibili (avevano già deciso infatti) e quindi tutto deve tornare al tempo dei brontosauri: solo i Comuni e l'agenzia territoriale delle entrate possono permettere le consultazioni. "Mettere mano alla legge del 1973" si aggiunge di dovere . Detto fatto , ecco spuntare il Ministero alla Delegificazione che estirperà come un dente le leggi inopportune.

Insomma un quadro clinico perfetto di soggetti e sconsideratezze che contribusiscono questo paese a precipitare come una papera spennata in una palude .
La morsa però si e' chiusa, caste e intressi di conventicole si sono saldate, a norma di legge.
Un Comma 22.

Il quotidiano Libero sta pubblicando gli elenchi integrali (mica solo i Vip come vorrebbe l'ineffabile Garante) e il sole 24ore tiene quello che ha (tratto dal peer to peer) ben in mostra su internet fino all'ultimo minuto (in foto). Poi anche il quotidiano confindustriale molla.
Criminali pure loro o gli atti pubblici son di diritto della sola stampa , con tesserino garantito da Garante, legge , esame , e iscrizione all' Albo professionale post Fascista ?

Vai a sapere, ma i sospetti sono vari.
Di certo oggi si resta mestamente piu' tristi . Non è bello sentirsi sempre dare degli idioti.

---- fine

martedì 6 maggio 2008

Alitalia , cordate e tango bond



Gli azzeccagarbugli sono al lavoro. Oggi si decide sugli elenchi dei contribuenti sul Web e si pronuncerà il Garante privacy: 1 presidente in quota Prodi, 2 componenti in quota Alleanza Nazionale, 1 in quota verdi, più il segretario. Si vedrà.

In questa storia, come ampiamente si sa, il Codacons ha promosso una richiesta di risarcimento, una sparata colossale in un momento in cui i consumatori manco arrivano a fine mese.
Una sparata da presumibili 20 miliardi che non rende bene l'idea; usiamo le vecchie lirette e vedremo trattasi di 40.000 miliardi , una manovra economica di tutto rispetto. Con che ratio si avanza questa pretesa non è dato a sapere, visto che ammesso, sicuramente non concesso, si tratterebbe di una partito di giro senza alcun senso. Ma gli avvocati fanno così, la sparano sempre grossa.
Altre associazioni saggiamente si sono smarcate.

Agli sgoccioli questa vicenda , dove perfino i maggiori critici e indignati de "Il Giornale" contro Visco , pubblicano ampie porzioni di elenchi dei Vip con la nonchalance, ora ci si aspettano le questioni vere, quelle dove gli accattoni sono un esercito di mercenari di ogni bandiera che rosicchiano i loro pasti nelle suite riservate , non certo sulle panchine pubbliche.

Non la faccio lunga, il mio amico "Anice" sta per passare per mostrarmi un agolino dove un igloo ci starebbe a meraviglia per scialaquare una bottiglia nottetempo e per sfangare il sonno. Sarò breve , anzi brevissimo e lascero' narrare in quattro puntate, dense e incredibili, al Sole24ore l'incredibile storia di Alitalia. Solo quella, per oggi.
Quanti miliardi spolpati dalla Compagnia di Bandiera ? Non si capisce bene, ma si sa che se una pezza interessata verrà messa lo sarà per poco, con sofferenza peggiore per il contribuente.
Una cordata (forse, boh, chissà ) si prepara ad un nuovo spezzatino, con soldi pubblici e/o a debito per passare all'incasso. Per bene che andrà fra un paio d'anni, giusto in tempo per trovare un compratore ingolosito a cui rifilare una patata da cui ci si mantiene alla larga.
Inutile dirlo , ma ricordarlo : accadrà come con Telecom, Autostrade, Cirio bond, Parmalat bond, Campania e via cantando.
Sempre capitalisti con i soldi altrui o con il braccino corto.

Buona giornata, io vado. Pagatemi almeno un paio di calici, cliccate qua e là sul rosso, di più non chiedo vsito che mai lasciate due righe.
Sono e resto un accattone vero.

Ecco che dice il quotidiano economico, anche lui finanziato dallo stato.
Assapora questo, poi passa a quest'altro, continua con questo , fremi poi qua e ora finalmente puoi accasciarti soddisfatto.

Dimenticavo, per il recente, qualcosa di interessante sta pure qui, giusto per dire quanti ubriachi stavano in circolazione cantando a squarciagola , ma facendo finta di essere sobri.
Furbetti eh !

lunedì 5 maggio 2008

Elenchi dei contribuenti : Visco si difende dal Garante e dagli ipocriti



Contestando le motivazioni "pelose" dei critici della iniziativa dell'Agenzia delle Entrate in merito agli elenchi dei contribuenti immessi su internet, Vincanzo Visco e Massimo Romano difendono il loro operato attraverso il legale Guido Calvi
"Dite che non volete la pubblicazione degli elenchi , ma abbiate l'onestà di cavillare e di non fingere che in passato che le norme sono state applicate sonnecchisosamente." In pratica la difesa rimpalla le censure rivolte all'amministrazione e le accusa di fare questioni di lana caprina per interessi di lobbies.

Due i punti della difesa:
-il principio di trasparenza e l'obbligo di pubblicazione del DPR 600 1973,
-l'equivalenza tra Internet e la carta stampata ( numerose e favorevoli i pareri dello stesso Garante per la pubblicazione sui quotidiani).
Se internet è illegittima, anche la pubblicazione sui quotidiani è illegittima.

Che è esattamente ciò che qui si sostiene da tempo.

domenica 4 maggio 2008

Gli elenchi dei contribuenti pubblicati in rete dal Sole24ore

Il sole 24 pubblica e mette in rete i Top 300 contribuenti maggiori di Bari Cagliari Genova L'Aquila Milano Palermo Potenza e Torino precisando che i dati non sono ufficiali perché raccolti sul peer to peer, da liste non ufficiali elaborate via excel.

E' una via di mezzo tra diritto della stampa , un tributo al peer to peer che rappresenta fonte di informazione, e le necessità legali. Infatti i dati sono presi contravvenendo alle disposizioni attuali di non utilizzo della magistratura (per le presunte irregolarità con cui son stati distribuiti) e al contempo riguardano solo i Vip verso i quali numerose prese di posizione del garante della Privacy in passato aveva espresso la leicità di pubblicazione sulla stampa.

E' sempre di più un vero "canaio", testimonianza del totale sovrapporsi di inutili giurisdizioni che creano la più assoluta confusione su una questione che dovrebbe essere chiarissima.
Chiunque puo' accedere agli elenchi a cui deve essere data ampia pubblicità (cosi' recita l'art 69 del DPR 600 del 1973).

Il Codacons chiede 2o miliardi di euro di risarcimento (520 euro a contribuente) abbarbicandosi alla idea che i consumatori siano vessati. Una bella pubblicità per la organizzazione con quale senso pratico è tutto da scoprire.

Contribuenti sul web ? No !... allora via alle Ronde Fiscali





Hanno ragioni da vendere Feltri, come Severgnini. Questa ipocrisia nazionale della privacy per i dati reddituali dei contribuenti incontra poteri forti e meschini. Nel paese della più grande evasione del mondo e della più grande connivenza negli affari pubblici che spolpa il paese da anni, l'operazione trasparenza è considerata una bestemmia.

Ora anche la Magistratura interviene con motivazioni e provvedimenti di censura e minaccia cinesi. L'informazione rischia la galera e all'evasione si amplia l'autostrada. Non solo il reato è punibile, ma persino la sua vista, in una sorta di apparente proprietà transitiva tra l'oggetto e le intenzioni che ne conseguirebbero.
Quindi tutti zitti.

"Le conseguenze giudiziarie potrebbero non essere limitate a chi ha diffuso i dati via web, sempre che sarà accertata l'esistenza di un reato. Sarà perseguito penalmente, rischiando anche la galera, chi userà i dati finiti in circolazione in modo improprio. È quanto assicurano gli investigatori che si stanno occupando della «fuga» delle denunce pubblicate su Internet. Si tratta di una violazione gravissima, evidenziano, che riguarda anche chi trasferisce dati all'estero, espressamente vietati dalla legge sulla privacy, per non parlare di chi si scambia i dati con il sistema peer-to-peer. L'articolo 167 della legge, quello che sanziona il trattamento illecito dei dati, al comma 2 recita: «Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, chiunque, al fine di trarne per sè o per altri profitto o di recare ad altri un danno, procede al trattamento di dati personali in violazione di quanto disposto, è punito, se dal fatto deriva nocumento, con la reclusione da uno a tre anni»".

Si minaccia galera all'informazione e spiana la strada all'evasione. Sacro diritto quest'ultimo.

Ci si appella al voeyurismo, come se osservare gli estremi di un reddito regolarmente conseguito e regolarmente denunciato fosse un fatto pornografico, ma lo si fa solo per oscurare quello non mostrato. Nessun patto tra cittadini e tra cittadini e stato puo' reggersi su questa ipocrisia. Ecco perchè l'iniziativa di Visco assume un grande valore morale, ecco perchè non potendo aggirare il favore con cui l'iniziativa è stata vista , ci si appella a tutto l'armamentario degli azzeccagarbugli di mestiere.


Non restano che le Ronde fiscali, unica autodifesa contro il crimine fiscale.
Se si puo' presidiare il territorio con il telefonino per scoraggiare la malavita, allora ben si puo' presidiare fiscalmente la nazione con Google. L'avvocato non rilascia la parcella ? il dentista si autoriduce la fattura, il commerciante non rilascia lo scontrino, il funzionario ti richiede una prestazione in nero per i tuoi diritti? Allora se non hai il coraggio di denunciarlo, paga o rifiutati, ma prendi nota e vai qui. Segnala dove e quando è successo, immetti l'importo , anonimamente.

Guardiamo la cartografia dell'evasione e la natura di questa diffusa malattia nazionale. Visto che non possiamo, in tempi di internet, sapere come i nostri concittadini contribuiscano alla ricchezza nazionale che almeno ci si faccia l'idea di come molti contribuiscano ad alimentare la nostra povertà nazionale.

sabato 3 maggio 2008

Contribuenti sul Web, i Vip ma non i Nip






La curiosità non è ancora sopita e nemmeno la bufera scatenata dalla iniziativa della Agenzia delle Entrate, ma a 3 giorni dalla data della pubblicazioni degli elenchi gli schieramenti e le iniziative si sono chiarite. Chi è favorevole vota e scambia dati o pubblica, chi è contrario scrive, commenta, si appella a preziosismi e cavilli.

Sono stati aperti sondaggi online di vario genere. Non è il caso di affidare una grande precisione ai risultati, ma sicuramente si può trarre la conclusione che su internet la maggioranza assoluta dei votanti è favorevole alla pubblicazione su internet dell'elenco dei contribuenti, sotto ogni tipo di testata.

................si..no...votanti
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La Repubblica...68..32...100.000

Stampa..........66..33.....8.000

Sole24ore.......59..41.....ND

Corriere........55..45....70.000
---------------------------------

In questo blog il sondaggio, per quanto non paragonabile numericamente a quella dei quotidiani, è decisamente più articolato. La convinzione sulla opportunità della iniziativa si accompagna però ad una rassegnazione sul probabile seguito della vicenda.

In aggiunta "la Stampa" ha pubblicato almpi stralci delle liste dei contribuenti maggiori e il quotidiano Libero ha fatto altrettanto. Il direttore della testata ha anzi affermato che ritiene del tutto opportuna la pubblicazione degli elenchi e improvvida la decisione del Garante della Privacyoltre che incivile che i dati non siano realmente pubblici. Nell' editoriale di oggi Oscar Giannino anticipa: "pubblicheremo tutto: tutti i contribuenti e le loro dichiarazioni, provincia per provincia, con appositi volumi e dvd allegati al giornale".
Altri quotidiani e siti hanno pubblicato stralci degli elenchi, a volte tacendo sul nome dei titolari e facendo solo allusioni alla loro posizione sociale (della serie è lui, ma non lo dobbiamo sapere) per non incorrere in possibili penalità. Una bella autocensura preventiva degna di una stampa libera.

In generale i commenti scritti sugli organi di informazione e sui blog sono avversi alla iniziativa di Vincenzo Visco. Ma ci sono alcune eccezioni oltre Feltri, alcune assolutamente illustri come l'ex garante della Privacy Stefano Rodotà.

Le associazioni dei Consumatori Codacons e Adiconsum hanno avviato procedure per richiedere risarcimenti all'amministrazione. Sono per lo più contrarie e considerano illeggittima la pubblicazione su internet. Cosa ne vada in tasca ai consumatori come categoria è difficile da capire se non l'idea che agiscano ormai politicamente (alle elezioni c'erano le liste dei consumatori). Un maggior interesse alle caratteristiche della concessione del credito al consumo parrebbe ben più confacente alla natura dei loro associati spesso strozzati da queste forme di credito quasi usuraio dalle banche.

La Procura di Roma, per iniziativa autonoma del Procuratore aggiunto Ionta, ha aperto una inchiesta per violazione della legge sulla privacy, ipotizzando che la pubblicazione degli elenchi dei contribuenti, per le modalità con cui è state realizzata potrebbe causare problemi ai titolari del 730 e del 740 e avverte che sarà perseguito penalmente chi fa uso improprio di tali dati. Della serie guai a te se lo usi per scopi illeciti, ma non era così pure prima ???
Le opinioni legali sulla vicenda , un parere nulla di più, accoglie tutti i rilievi di illeggittimità mossi contro la iniziativa della Agenzia delle Entrate riassumibili in 4 punti , che nella sostanza qualcuno qui confuta .

Qui il provvedimento originale dell'Agenzia delle Entrate, firmato il 5 marzo 2008 e qui quello del Garante della Privacy.

Sul web, tramite e-mule, è sempre possibile ottenere ampi stralci degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi del 2005 di diversi luoghi, più o meno raccolti rilanciati e forse in alcuni casi anche deformati nei contenuti.
Messi in prima pagina i redditi maggiori, molti vorrebbero tutelare i soggetti con redditi minori, così spesso si legge, unioni consumatori in testa. Vien da chiedersi per quale motivo un percettore di reddito basso possa mai essere danneggiato dal fatto che qualcuno constati che vive in indigenza.
Forse essendo chiara la legge sui Vip (si puo' pubblicare sul giornale, dice il Garante) , ci si attacca all'indigenza indecorosa dei Nip.

Non c'è dubbio, l'indigenza è poco chic e non porta alcun goloso gossip.

venerdì 2 maggio 2008

Question Authority sugli elenchi dei contribuenti




Tutta questa storia degli elenchi dei contribuenti distribuiti sul web sa di manfrina e di problemi di indirizzo che riguardano l'Authority e di stantie disquisizioni.

La normativa sulla pubblicità degli elenchi dei contribuenti è chiara nel DPR 600, ma il Garante sulla Privacy ha un atteggiamento contradditorio e per nulla lineare nel tempo. Infatti nel caso della Agenzia delle Entrate, invita a sospendere le pubblicazioni degli elenchi sul web in attesa di chiarimenti e adduce come motivo (in una intervista del suo Presidente e di uno dei componenti) la questione che i dati dei contribuenti sarebbero immediatamente di dominio mondiale (tramite stampa) grazie ai motori di ricerca e soprattutto che la pubblicazione sul web contravverrebbe alla norma dei limiti temporali per cui la disponibilità di tali elenchi è fissata in un anno dalla pubblicazione, mentre sul web sarebbe permanente. Come se le fotocopiatrici non esistessero da almeno 50 anni e Mauro Paissan non lo sapesse...

L'appunto appare specioso e soprattutto contraddice un parere della stessa Authority del 2000, quando per altro i motori di ricerca erano già attivi ed efficienti, anche se di fatto la pubblicità dei contribuenti sul web era limitata alla pubblicazione sulle pagine dei quotidiani Online e riguardava esclusivamente i contribuenti più facoltosi.
Se un documento è pubblico e non coperto da diritti, chiunque puo' infatti fornire ampia divulgazione e pubblicità al documento stesso, in ogni luogo, indipendentemente dalle modalità di deposito e del luogo di consultazione territoriale che rappresenta esclusivamente una barriera al libero accesso comprensibile quando la tecnologia (come nel 1973) non permetteva altro tipo di diffusione.

Privacy ed elenchi dei contribuenti con redditi alti (documento del Garante della Privacy del 2000)
La pubblicità dei nomi dei contribuenti che hanno dichiarato redditi superiori ad una certa soglia è lecita. La legge sulla privacy non ha infatti modificato la disciplina precedente riguardo alla messa a disposizione del pubblico di queste informazioni. In risposta ad una richiesta di chiarimenti del Ministero delle Finanze, il Garante ha evidenziato il quadro normativo in base al quale questo tipo di circolazione delle informazioni è consentito. L'Autorità ha ricordato anzitutto che la legge sulla riservatezza stabilisce che le pubbliche amministrazioni possono divulgare questo genere di informazioni, di natura non sensibile, solo quando la diffusione sia prevista da una norma di legge o di regolamento. In presenza di tale base normativa, i dati possono quindi essere oggetto anche di ulteriore circolazione da parte dei mezzi di informazione, senza che sia necessario acquisire il consenso degli interessati. Nel caso delle informazioni sull'ammontare complessivo di taluni redditi, è in vigore da tempo un'apposita disposizione antecedente alla legge n. 675 del 1996, e da essa non modificata, la quale prevede anzitutto la redazione e pubblicazione a cura del Ministero delle Finanze degli elenchi dei contribuenti dei quali è stato accertato il reddito e di quelli sottoposti a controlli in base a sorteggio. Tali elenchi comprendono i nomi dei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi, o nei cui confronti sia stato accertato un maggior reddito superiore a determinate soglie (art.69 del D.P.R. n.600/1973). La stessa norma prevede inoltre espressamente la formazione, per ciascun Comune, di elenchi nominativi di tutti i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi o che esercitano imprese commerciali, arti e professioni. Gli elenchi devono essere depositati per un anno presso gli uffici delle imposte e presso le amministrazioni comunali ai fini della consultazione da parte di chiunque. Essendo, dunque, tali fonti destinate ad un'ampia pubblicità, la pubblicazione e la divulgazione di dati tratti da esse deve ritenersi lecita. Il chiarimento sulla diffusione degli elenchi dei contribuenti segue una serie di iniziative del Garante, che è intervenuto più volte, nel corso dei suoi tre anni di attività, con provvedimenti volti a chiarire aspetti importanti riguardanti la pubblicità dell'attività della pubblica amministrazione, l'accesso dei cittadini ai documenti della P.A. e la trasparenza nella circolazione delle informazioni a contenuto economico.

C'è da chiedersi se l'Autority non abbia due pesi e due misure, secondo la composizione dei membri che la compongono e non secondo indirizzi omogenei. L'attuale Garante si è insediato il 18 Aprile 2005. L'Autority per la privacy è un organo composto da 4 membri eletti dal Parlamento che rimangono in carica per 4 anni rinnovabili, la sede è a Roma.
Attualmente ne fanno parte Francesco Pizzetti (Pres), Giuseppe Chiaravalloti (vice), Mauro Paissan, Giuseppe Fortunato, Giovanni Buttarelli (segretario).

Le Authority in Italia sono 11 con altre in formazione, probabilmente sottostrutturate hanno tuttavia spesso mostrato ritardi consistenti nella vigilanza (tipico il caso della CONSOB), giungendo ben più tardi della pubblica opinione su numerosi fatti eclatanti. I membri delle Authority sono eletti dal Parlamento, spesso i membri sono ex parlamentari e pertanto suddivisi in quote politiche, rappresentando pertanto spesso un duplicato per una difficile terzietà.

giovedì 1 maggio 2008

Contribuenti sul web, la vendetta di e-mule


Impazza sul web la dichiarazione dei redditi del 2005.

Bloccata la pubblicazione da parte del Garante sulla Privacy per accertamenti , già un nutrito stuolo di internauti golosi erano riusciti ad accedere al sito dell'Agenzia delle Entrate e a scaricare gli elenchi , ora come un immenso network si scambiano gli elenchi sul web via peer to peer con emule, torrent o rapidshare.

Sono sorti anche blog favorevoli alla pubblicità su internet e in effetti c'è da chiedersi per quale motivo il garante, cosi' esperto in problemi riguardanti la privacy su internet, abbia agito come un megafono piuttosto che come pompiere.
La legge è chiara in materia di pubblicità e certo non poteva nel 1973 prevedere che una pubblicazione, diretta a chiunque ne facesse richiesta, dovesse essere soddisfatta con la penna d'oca. Infatti a molti l'idea della pubblicazione piace.
I sondaggi dei principali quotidiani Repubblica, Corriere e Stampa mostrano che i naviganti hanno gradito la mossa di Vincenzo Visco e si dichiarano favorevoli alla pubblicazione degli elenchi. Sono sorti anche blog favorevoli alla pubblicità con facile accesso.

Molti commenti favorevoli sottolinenano come questo sia una trasparenza necessaria , tra le tante necessarie in Italia.Ora la caccia è iniziata e la fratellanza di internet ricostruisce la fisionomia censurata dal Garante. Un semplice database o anche excell e sarà possibile ricostruire per chiunque una delle più aggiornate statistiche sul profilo dei redditi in Italia, una manna per gli amanti della Curva di Lorenz o delle statistiche del Gini.

C'è , inutile dirlo si fiuta anche un piacere anche rancoroso in questo compulsare collettivo, ma si respira anche un che di liberatorio . Le informazioni sono accessibili come non mai ed è un bene che lo siano. La pubblicità degli atti pubblici dovrebbe essere pienamente soddisfatta come già accade in altri paesi e non essere farraginosa come tutt'ora appare.

Mai amato molto Vincenzo visco e certi suoi bizantinismi fiscali, ma bravo Visco per aver scalfito l'omertà e interpretato appieno lo spirito della legge.

Molti commentatori asseriscono che si sia trattata di una mossa velenosa dell'ex Ministro, in realtà guardando i tempi la cosa non pare veritiera: gli elenchi riguardano i redditi degli italiani del 2005, quindi le dichiarazioni sono del 2006 e gli accertamenti dell'anno successivo (2007). Il Ministro dovrebbe presentare gli elenchi nell'anno successivo ovvero il 2008, cioe' quest'anno.
Quel che ci si chiede piuttosto è perché i ministri precedenti non l'abbiano fatto per le dichiarazioni dal 2000 al 2004 e , anche di riflesso, perchè il Garante non abbia mai impugnato la vecchia normativa del DPR 600 , pur avendo effettuato dei rilievi al Comune di Bologna già nel 2007 su istanza delle associazioni dei commercialisti.

L'elenco delle vischiosità e delle ombre in merito alla trasparenza sulle questioni pubbliche è lunga e riguarda molti aspetti: dai bilanci comunali e degli enti territoriali fino alle Onlus che raccogono soldi pubblici senza presentare un bilancio e piu' in là fino alle OOSS che non sono tenute a presentare alcunché.

Sarebbe ora di risolvere questioni che in altri paesi sono risolte da tempo e senza tanti drammi, semmai con orgoglio.

Incidenti e morti sul lavoro in Italia


Gli infortuni sul lavoro sono troppi, le morti sul lavoro indegne di un paese civile e di questo il sindacato si interessa. Morire per lavorare ,per di più per uno stipendio da fame non è attraente.

Questo I° maggio è dedicato alla sicurezza sul lavoro. Finalmente, da anni non avveniva.
Ma qualcosa stona, tanto più quando senti frasi ad effetto del tipo : "in 5 anni più morti sul lavoro in Italia che nella II guerra del Golfo". Eh sì, stona parecchio questo sensazionalistico accomunare cadaveri, quasi a suggerire che sarebbe meglio andare in missione in Irak piuttosto che lavorare in Italia, anche se la paga del soldato è indubbiamente migliore della retribuzione alla FIAT.

Questa retorica è un po' fastidiosa e ha una sola giustificazione: scoprire il valore salvifico della parola "sicurezza" coniugata ormai in tutte le salse da più parti.
Le morti bianche esistono da tempo, e mai come ora se ne parla, soprattutto dopo il disastro della Tyssen. Sono sempre troppe e ingiustificate le morti, ma se guardi le statistiche INAIL dal 1951 ti accorgi che infortuni temporanei e mortali sono oggi ai minimi storici. Incidenti mortali denunciati 3500 nel 1951 e 1200 nel 2005. In costante calo, non diversamente (anzi leggermente meglio) di quanto accada in altri paesi Europei.
Ma certo in Italia, dove c'è forse il piu' forte e diffuso sindacato europeo, c'è da chiedersi perché mai la situazione non sia ancora migliore di quanto appaia dai dati.

Cosa mai separi la realtà delle cose in Italia dalla dichiarazioni sensazionalistiche e allarmistiche che fino alla nausea vediamo riportate sulla cronaca dei quotidiani è tutto da scoprire.
Solo un dubbio: vedi mai che essendo la situazione piuttosto sgangherata, tutti si affrettano a piantonare e circoscrivere la propria zona di privilegio urlando a più non posso parole d'ordine di corto respiro ma che fanno presa come gli specchietti sulle allodole ?

Inail- Tavole storiche
Inail- Confronti europei